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Alla scoperta degli "a-ha moments"

Apprendimento non formale, scambio di best practices, immersione in un ambiente interculturale. Una settimana di progetto Erasmus Plus in Turchia.

Un progetto all'interno di Erasmus plus, come quello svolto dal 28 marzo al 4 aprile a Sorgun (Yozgat, Turchia), ha tra i caratteri più distintivi soprattutto l'aspetto interculturale. L'Europa dei 28 paesi e 25 lingue diverse ha tanto bisogno di scambio, per capire quanto abbiamo in comune ed in cosa siamo differenti. Durante i progetti quindi diventa fondamentale lo scambio delle best practices locali e cercare di uscire dalla propria zona di comfort parlando in inglese o nella lingua dell'altro. A Sorgun oltre ai turchi padroni di casa c'erano tre rappresentanti per undici diverse nazionalità: Grecia, Italia, Spagna, Bulgaria, Macedonia, Romania, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Lituania, Estonia. La particolarità di questo progetto stava anche nella diversità dei partecipanti: studenti universitari, giovani lavoratori, docenti di scuola superiore o dell'università, lavoratori di lungo corso. Con l'obiettivo di uscire dal proprio gruppo nazionale e coinvolgere anche gli altri presenti.

Nelle prime giornate si svolgono tradizionalmente dei giochi per conoscersi e per cementare il gruppo, come ad esempio quello di costruire dei ponti per collegare delle sedie e far passare un uovo sodo senza toccarlo con le mani.

Ma si cerca di dare una risposta anche al problema alla disoccupazione giovanile, che viene segnalato dall'Istat e anche dall'italiano più potente d'Europa, Mario Draghi.

Alcune risposte emerse nei lavori di gruppo hanno portato alla convinzione che ci debbano essere meno tasse sul lavoro per dare spazio a nuove idee. Con Gabriel, insegnante greco di religione, che fa capire chiaramente come la Troika stia succhiando anche il sangue ai lavoratori ellenici. Tra i bisogni sollevati anche quello di maggiore cooperazione transfrontaliera per il lavoro, il trovare momenti più pratici durante l'insegnamento scolastico e cercare di evitare lo scoraggiamento.

 

Salari minimi sotto i 400 euro

A inizio anni Duemila si parlava spesso di delocalizzazione, dell'economia che va verso est a cercare posti dove la forza lavoro costa meno. Impressiona abbastanza sentire che dall'Ungheria in su (anche Polonia, Estonia, Lituania) i salari minimi mensili siano dai 300 ai 400 euro. La metà rispetto all'Italia, con una forza lavoro estremamente qualificata.

Da Caglar, uno dei trainer della settimana, viene l'invito a fare attività di volontariato, magari in organizzazioni non governative, per mettere in moto il cambiamento sociale e per guadagnare nuove competenze.

 

Dall'Università di Tallinn a quella dell'Egeo di Rodi

Tanti dei presenti provenivano da organizzazioni legate alle varie università europee. Da nord si parte con la Tallinn University Student Union, con Risto, che se la cava egregiamente con l'italiano visto che ha passato quattro anni dell'adolescenza a Ragusa, Triin, che studia nel campo delle risorse umane e Jeta, che ha a che fare con libri e biblioteche. Quindi dalla Lituania altri tre studenti universitari legati all'associazione Eurohugs Lithuania, www.facebook.com/eurohugs, Silvija, che studia temi interculturali e parla correntemente 5 lingue (lituano, russo, polacco, spagnolo, inglese), Povilas e Audrius e Povilas che se la cavano bene col basket, con i social media e le materie economiche. Dalla Polonia vi sono due Monika, che lavorano nella piccola università di Cracovia dedicata a Giovanni Paolo secondo, www.facebook.com/upjp2, e Iza, sociologa all'università di Varsavia. Altre tre docenti di matematica, fisica e chimica, dalla Bucovina, regione della Romania antico confine a est dell'Impero austro-ungarico. Dana, Manuela e Violeta si occupano anche di riorientamento professionale, programmi di educazione permanente come Erasmus e Leonardo, festival delle opportunità.

Dall'Ungheria vengono Norbert, Zuzana e Klara che sono legati al centro Ceipes di Debrecen. Dalla Bulgaria vengono tre ragazze molto spigliate, Kalina, Silvana e Desislava, che fanno parte dell'associazione Alternativi International Bulgaria. Altrettanto spigliati e molto ferrati con l'inglese i tre macedoni, studenti dell'University American College di Skopje, Ivona – Stefan e Natalija. Quindi tre studenti anche dalla Repubblica Ceca, Lukas – Tomas e Beata, che si collegano all'European Youth Centre di Breclav. Oltre al contingente italiano mandato da Formetica, con l'Università dell'Egeo di Rodi hanno attraversato l'Egeo Gabriel, Stellalena ed Apostolos. Infine tre spagnoli o per meglio dire catalani, da Reus con Open Europe: Marius, 17 anni, il più giovane di tutto il progetto. Montserrat, impiegata nella ragioneria dello Stato ed Ariadna, creativa appassionata di lingue e della musica coreana e giapponese.

 

Imparare formalmente, informalmente e non formalmente

Oltre all'insegnamento formale, quello che si apprende sui banchi di scuola, c'è anche quello informale nelle tante occasioni di scambio e quello non formale, cioè l'apprendere inconsapevolmente dall'esperienza, dagli errori. Durante la settimana sono stati molti i momenti “a-ha, questa cosa non la sapevo”. Alla fine dell'esperienza formativa i partecipanti hanno compilato online un proprio Youth Pass, comprendente otto tipologie di competenze apprese durante la settimana di training: comunicazione in madrelingua, comunicazione nelle lingue straniere, competenze matematiche e di base di scienza e tecnologia, competenze digitali, imparare ad imparare, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa ed imprenditorialità, espressione culturale.

 

L'immersione culturale

Tre sono state le serate culturali dedicate ai vari paesi: due con le presentazioni degli stati ospiti, una con balli e tradizioni turche. Qualche breve video di queste serate lo potete vedere su www.youtube.com/mattiafrizzera.

 

Il centro giovani di Sorgun

Tra le visite effettuate in zona siamo stati ospiti anche del nuovo centro giovanile di Sorgun, curato dal Ministero per i giovani e lo sport. In Turchia ci sono 81 centri giovanili, all'interno dei quali si apprendono lingue straniere, nozioni sulle religioni e sulle scienze, ci si occupa di musica, fotografia, viaggi e sviluppo personale. Il centro giovani di Sorgun organizza in estate anche dei campeggi di una settimana per i giovani fra i 12 ed i 22 anni per andare a scoprire quelle che sono le radici della Turchia di oggi nei Balcani. Il Grandfathers Trail fra Grecia, Bosnia, Macedonia, Romania e Bulgaria. Quindi un'iniziativa non molto diversa ad esempio dal treno organizzato dall'Europaregion Trentino-Alto Adige-Tirolo per andare a scoprire la Galizia, teatro per molti soldati tirolesi della prima guerra mondiale.

 

Curriculum e certificati

A Sorgun sono state date delle dritte ai partecipanti su come compilare un proprio curriculum vitae e richiedere le documentazioni della propria mobilità Europass (anche programma Erasmus) alla propria università, un diploma supplement o un certificate supplement.

 

L'università Bozok di Yozgat

A Yozgat, capitale della regione che dà il nome alla zona stessa, c'è una giovane università nata nel 2006. L'università Bozok, www.bozok.edu.tr, ha 9 facoltà, 3 istituti di ricerca, 10 scuole vocazionali, 1 ospedale di ricerca, 7 centri di ricerca. Attualmente ci sono 5498 iscritti agli associate degrees, 7794 ai bachelor, 792 ai master, 23 stanno seguendo un dottorato. Dalla parte docente vi sono 32 professori, 45 professori associati, 194 assistenti, 139 lettori, 26 istruttori, 279 ricercatori, 12 esperti e 435 amministrativi. Gli studenti possono scegliere fra le facoltà di teologia, educazione, arte e scienze, scienze amministrative ed economiche, comunicazione, agricoltura, medicina, turismo, ingegneria. Il sistema scolastico turco prevede 3 cicli da quattro anni ciascuno per arrivare alla maturità, quindi 4 anni per il bachelor e 2 per il successivo master. Diciotto anni quindi, come un laureato magistrale italiano. Anche in università a Bozok si punta su corsi che stimolino all'imprenditorialità. Un docente ci spiega i tre segreti per riuscire nell'impresa che cerca di trasmettere ai propri studenti: risolvere problemi alla gente, rendere la vita più facile, stare fra la gente.

 

Best practices europee per il passaggio dalla scuola al lavoro

Tra gli obiettivi menzionati della settimana c'erano anche quelli di condividere best practices e provare ad abbozzare un proprio piccolo progetto Erasmus plus. Da parte italiana abbiamo presentato, come tanti altri, il programma Youth Guarantee, la Garanzia giovani (www.garanziagiovani.gov.it), che altrove ha avuto altre declinazioni. Quindi abbiamo parlato del progetto giovani e lavoro realizzato su base locale da http://laghivalsugana.blogspot.it e della possibilità per i giovani fino a 35 anni di aprire una propria attività (la partita iva del regime dei minimi). I macedoni hanno spiegato quanto fa “Together Macedonia”, programma che prevede attività inserite all'interno del servizio volontario europeo e legate a youth in action, per i giovani tra i 15 ed i 30 anni. I lituani hanno spiegato la sfida motivazionale “I can”, sulla quale è stato investito l'1% del Pil del piccolo paese baltico. Un progetto che ha aiutato 6mila lavoratori in due anni, dati i contributi statali fino al 50% sul costo del lavoro. La disoccupazione giovanile è scesa dal 36% nel 2009 al 15,3% nel 2016. Le bulgare hanno presentato un'iniziativa legata allo start della propria carriera professionale, con tirocini di 6-9 mesi e la possibilità quindi di essere impiegato.

Dalla Romania “Job finder”, programma durato 18 mesi fra l'aprile 2014 e l'ottobre 2015, aperto a persone fra i 18 ed i 40 anni, collocate soprattutto nel nordest e nel sudest della Romania. Previsti corsi di riqualificazione per i profili ad esempio di apicoltore, babysitter e fiorista.

In Estonia con “Youth in school” si è cercato di risolvere più problemi, alleviando le disuguaglianze formative e dando forze fresche come docenti nelle scuole.

Dall'Ungheria il progetto di incubatore di Kibu, Kitchen Budapest, dedicato ai talenti ed alle start up. Con Kibu, www.kibu.com, sono partiti oltre cento nuovi progetti. In Repubblica Ceca con Perun si è voluto incentivare gli studenti a scegliere facoltà scientifiche.

Dalla Grecia i voucher da 5,33 euro l'ora per la marea di disoccupati del paese ellenico, oltre 1,8 milioni. Si sono creati in questo modo 12mila 600 posti di lavoro e ulteriori 3mila 400 nella sola città di Atene. Human Capital è il titolo di un'iniziativa polacca, mirata a far adeguare i Cv alle esigenze del mondo del lavoro. Anche in Polonia, come in altri stati europei, negli ultimi anni si è moltiplicato il numero dei laureati, che spesso trovano però solo impiego come commessi nelle catene commerciali. Infine presentati i corsi spagnoli di garanzia giovani, tra i quali quelli di lingue: francese, inglese, russo, cinese, tedesco.