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Malles caput mundi

La trasmissione "Indovina chi viene a cena" di Rai 3 dedicata al Comune che ha detto no ai pesticidi. "Un modello che ha ispirato persone e città in tutto il mondo". La giornalista è volata nel Maine e ha intervistato il sindaco del Comune di Hallowell.
Sabrina Giannini
Foto: Screenshot Rai 3
  • Malles come esempio, non solo in Italia, e neppure in Europa, ma nel mondo. E’ stata una sorte di “ode” al paese dell’alta val Venosta che dieci anni fa disse no ai pesticidi, domenica sera, la trasmissione  Indovina chi viene a cena, condotta in primissima serata da Sabrina Giannini, combattiva giornalista con uno stile fra Giovanna Botteri e Milena Gabanelli.   

    Mentre qui in Alto Adige per la gran parte dei politici e per la quasi totalità di quello contadino l’esito della consultazione del settembre 2014 è una sorta di incubo da rimuovere dagli strati più profondi della coscienza, nel resto del mondo, coloro che credono nella necessità di un’agricoltura sostenibile, prendono il paese dell’Alta Venosta come un esempio. A tratti, sapendo quanto da noi, per l’enorme potere del Bauernbund – e la invidiabile efficacia con cui esercita pressione  – gli animatori della Malser Weg siano generalmente visti come degli Anticristo, ed invece nella trasmissione sono stati più volte descritti come “eroi”, c’era da provare un certo imbarazzo. 

    In apertura Giannini ha ricordato, con un certo sgomento, che a gennaio 2024, a quasi dieci anni di distanza dal referendum e dal successivo provvedimento del sindaco, Il Consiglio di Stato ha annullato l'ordinanza del Comune di Malles contro l'uso dei pesticidi e poi è partita con una serie di interviste che hanno dipinto Malles come “luogo di pellegrinaggio” e case study per esperti di tutto il mondo. Hans Fragner Unterpertinger, il promotore della consultazione, ha raccontato del giardino devastato per mettergli paura, delle minacce di morte,  e nei servizi si è ricordata la campagna pubblicitaria sarcastica sull’aria pulita dell’Alto Adige dell’Umweltinstitut di München, la querela per diffamazione della Provincia, e il modo in cui l’Avvocato Nicola Canestrini è riuscito a far assolvere gli imputati, le incredibili cifre emerse dai registri dei fitosanitari dei contadini con campi irrorati fino a 38 volte (!!) in una stagione che va da marzo a settembre. 

    Dopo le inquietanti informazioni sugli effetti nocivi dei pesticidi (forse non tutte-tutte ancora hanno il timbro dell’ufficialità da parte della comunità scientifica, va detto) dell’epidemiologo Franco Berrino, Giannini è volata negli States, nel Maine, e ha incontrato gli agricoltori del posto, “ispirati” dalla via di Malles e in particolare dal libro di Philip Ackermann-Leist  A Precautionary Tale: How One Small Town Banned Pesticides, Preserved Its Food Heritage, and Inspired a Movement. Super interessante l’intervista al docente universitario che fa scoprire come il South Tyrol in alcune porzioni di mondo e per centinaia di persone sparse tra Europa e Oltreoceano non sia noto per il turismo nelle Dolomiti ma per la battaglia “di civiltà” di Malles. Giannini poi racconta di Hallowell, paese del Maine, che ha seguito le orme del comune venostano mettendo al bando l’uso degli erbicidi non solo nelle aree pubbliche ma anche nel giardino di casa. Grande fonte di ispirazione, infine, la storia di Deewayne Lee Johnson, il giardiniere di una scuola americana ammalatosi di linfoma, che ha fatto causa alla Monsanto e grazie ad un avvocato davvero combattivo ha ottenuto un risarcimento di 220 milioni di dollari. Ad essere incriminato il RoundUp, il prodotto a base di glifosato di Monsanto molto usato anche in Italia. Insomma, una trasmissione da vedere giusto per farsi un’idea. 

    https://www.raiplay.it/programmi/indovinachivieneacena