Umwelt | dachverband

Nessuna traccia del piano delle cave

Documento atteso da febbraio, ora la Provincia decide caso per caso e i cittadini spesso non sono informati. Presentate 12 richieste in 6 mesi. Proteste in val Senales.
Schottergrube St. Florian
Foto: Salto.bz

In Alto Adige le cave di ghiaia stanno spuntando come funghi. Ne abbiamo scritto diverse volte su salto.bz negli ultimi mesi. Nella maggior parte dei casi la popolazione locale non è sufficientemente informata a riguardo, come dimostra il caso della Val Senales. In una nota Dachverband für Umweltschutz (Federazione Protezionisti Sudtirolesi) e l'Heimatpflegeverband Südtirol "constatano con rammarico che il piano provinciale delle cave e delle torbiere, annunciato dalla Giunta provinciale nel febbraio di quest'anno, continua a farsi attendere".

A metà febbraio la Giunta Provinciale ha annunciato tramite un comunicato stampa, che erano in corso di definizione nuove normative per le cave e le torbiere e che a tal fine sarebbe stata preparata una cartografia dei giacimenti di sabbia e ghiaia, comprensiva di tutte le informazioni più importanti, e che sarebbe stato introdotto un monitoraggio della domanda e dell'estrazione e che sarebbero state riviste le condizioni di estrazione. Il precedente piano provinciale per le cave è le torbiere ha perso vigore nel lontano 2015. Da allora è assente "un approccio coordinato e orientato alla domanda per l'estrazione di ghiaia e pietra". "Senza un piano a livello provinciale, inoltre, non è possibile valutare in quali zone dell'Alto Adige si possa effettuare estrazione in modo che la popolazione non sia oppressa da rumore e polvere, e dove l'estrazione possa avvenire nel modo più compatibile possibile con l'ambiente e con il paesaggio", osservano i protezionisti.

Nel primo semestre del 2022 è stata pubblicata circa una dozzina di progetti di cave o estrazioni di ghiaia

"Il fatto è che non esiste una rilevazione plausibile dei bisogni da parte della Provincia. Di conseguenza le aziende estrattive sviluppano progetti individuali, li presentano alla Provincia e questi vengono esaminati singolarmente, di solito indipendentemente l'uno dall'altro, e approvati caso per caso. Le esigenze locali non vengono prese in considerazione e ogni azienda estrattiva cerca chiaramente di fare i propri interessi", si legge nella nota. Sul portale dell'Agenzia Provinciale per l'Ambiente solo nel primo semestre del 2022 è stata pubblicata circa una dozzina di progetti di cave o estrazioni di ghiaia. Attualmente, nel comune di Parcines si stanno esaminando progetti per estrarre più di 170.000 m³ di marmo per una durata di 15 anni. A Laives, nelle immediate vicinanze del centro cittadino, verranno estratti oltre 200.000 m3 di porfido per un periodo di 16 anni.

Secondo il Dachverband "l'assenza del piano provinciale delle cave rende difficile la partecipazione e il coinvolgimento della popolazione locale". Sebbene i documenti sui progetti siano pubblicati sul portale dell'Agenzia Provinciale per l'Ambiente  e le parti interessate possano presentare le loro osservazioni, i comuni interessati e l'assessore provinciale competente di solito non informano per tempo i cittadini sui progetti previsti e sulle loro possibilità di essere coinvolti nel processo di approvazione. Le due cave in progetto in Val Senales ne sono un triste esempio." Già nel 2020, il Difensore Civico ha ammonito annunciando che "il coinvolgimento della popolazione interessata in tali progetti deve essere obbligatorio fin dalle prime fasi". La Federazione Protezionisti e l'Heimatpflegeverband "invitano pertanto i responsabili a tutti i livelli amministrativi a coinvolgere per tempo la popolazione interessata e si appellano alla Giunta Provinciale affinché porti finalmente a termine l'annunciata rielaborazione del piano delle cave e delle torbiere".