Gesellschaft | Bolzano

Abitare stanca, ma parliamone

A Bolzano la due giorni sul diritto all’abitare, promossa da Eurac e OfficineVispa. Stasera il confronto tra Sarah Gainsforth, Enrico Gargiulo e Anselm Jappe.
abitare stanca
Foto: eurac

Due giorni sull’abitare, a partire da stasera. È “Abitare stanca”, la rassegna organizzata dall’Istituto per lo Sviluppo regionale di Eurac research in collaborazione con Officine Vispa, nell’ambito del progetto FSE20230 “GoHousing”del La Strada-Der Weg, Caritas, Eurac, IPES e Comune di Bolzano. Riprendendo il titolo del libro di Sarah Gainsforth (presentato lo scorso anno a Bolzano) il “filo rosso” degli incontri pubblici sarà il diritto all’abitare, per immaginare in maniera partecipata a nuove politiche abitative: dalla bassa soglia all'abitare migrante, dagli affetti brevi agli studentati, dall'edilizia agevolata al consumo di suolo.

 

 

Discussione sistemica

 

“Abbiamo pensato questa due giorni prendendo spunto da quanto realizzato a Trento a fine marzo”, raccontano a salto.bz gli organizzatori Marzia Bona di Eurac e Sergio Previte di OfficineVispa, “per discutere in maniera sistemica delle questioni che limitano il diritto all’abitare. Spesso sentiamo affrontare il tema da prospettive specifiche: determinati gruppi di popolazione, aree specifiche del territorio. Pensiamo ad esempio alle persone straniere che, a causa di normative discriminanti e atteggiamenti razzisti, non trovano casa e devono ricorrere ai dormitori o a condividere abitazioni sovraffollate. Questo accade anche in presenza di contratti di lavoro a lungo termine e stipendi in grado di coprire le spese di affitto. Ma pensiamo anche alle difficoltà dei giovani a trovare case accessibili”.

 

Marzia Bona
La ricercatrice di Eurac, Marzia Bona: "Avviare un dialogo aperto e partecipato sulle forme di esclusione".

 

Secondo Bona e Previte “è utile e urgente affrontare una ad una queste forme di esclusione, ma dobbiamo anche riconoscere che tutte queste situazioni sono collegate tra loro, sono il frutto di modelli mentali e condizioni strutturali che escludono. Tra questi modelli mentali, l’idea che la casa sia prima di tutto un bene di investimento privato, e non una risorsa social”. Per gli organizzatori “Abitare stanca di Sarah Gainsforth (tra le autrici che siamo felici di ospitare nell’incontro pubblico di stasera alle 20:30 presso la Nuova Libreria Cappelli) spiega come la visione dell’edilizia come ambito di investimento e di speculazione abbia causato la deriva delle politiche abitative, rendendo l’abitare un privilegio e non più un diritto. Ecco quindi che con questa due giorni di discussione aperta vorremmo avviare un dialogo davvero aperto e partecipato sulle forme di esclusione e su come immaginare politiche abitative trasformative, che non generino esclusioni e discriminazione ma garantiscano diritti”.

 

Sergio Previte
Lo street-worker Sergio Previte di OfficineVispa: "Prezioso mettere a terra questioni non esclusivamente locali".

 

“La nostra proposta - concludono Bona e Previte - è quella di affrontare in maniera collettiva il problema dell'Abitare, a partire dai bisogni delle persone che incontriamo quotidianamente nelle nostre attività. Lo facciamo, partendo dal margine, dalla periferia dove lavoriamo; perché pensiamo che questa posizione sia in qualche modo privilegiata per vedere le cose da prospettive altre rispetto a quelle spesso limitate e limitanti che ci imponiamo e vengono imposte dal discorso pubblico. Da questo punto di vista, crediamo che il contributo di Sarah Gainsforth, Enrico Gargiulo e Anselm Jappe possa essere prezioso per mettere a terra questioni che non sono esclusivamente locali, ma che possono essere affrontate (e questo è l'obiettivo dei laboratori di sabato mattina) tenendo a mente più livelli e dimensioni, a partire da quella locale”.