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Una mela al giorno

“Il costo della mela perfetta”: la rivista Internazionale dedica la sua storia di copertina alla inchiesta della Süddeutsche Zeitung sui pesticidi in Val Venosta.

L’immagine in bianco e nero di una mela “imbrattata” di vernice gialla campeggiava in prima pagina, accanto a un titolo eloquente: “Il veleno sulla mela - I dati dettagliati forniti dai frutticoltori del Sudtirolo dimostrano come l’utilizzo dei pesticidi nei meleti sia estremamente alto”. L'inchiesta pubblicata a fine febbraio dalla Süddeutsche Zeitung aveva acceso i riflettori internazionali sui trattamenti fito-sanitari riportati da 681 registri delle irrorazioni di altrettante aziende agricole della Val Venosta. “La battaglia delle mele”, titola ora il settimanale Internazionale, che a un mese di distanza dedica la sua copertina propria all'inchiesta del quotidiano tedesco, tradotta in italiano da Susanna Karasz. “Dei documenti rivelano il forte uso di pesticidi in seicento meleti dell'Alto Adige” si legge in copertina, tra mele vistosamente rosse. Una battaglia che arriva da lontano.

 

L'analisi dell'Umweltinstitut München

 

I registri giornalieri erano agli atti del processo nato dalla querela per diffamazione presentata nel 2017 da oltre 1300 contadini della Val Venosta e dall’assessore provinciale all’agricoltura Arnold Schuler (che poi la ritirò) contro la campagna anti-pesticidi promossa da Karl Bär, già referente agricoltura dell’Umweltinstitut di Monaco e oggi deputato dei Verdi in Germania. Il processo si concluse con l'assoluzione di Bär.

 

Internazionale

Secondo i dati analizzati dall'Umweltinstitut di Monaco (“informazioni sinora mai rese pubbliche”), i meleti della Venosta vengono trattati con pesticidi mediamente 38 volte all’anno, in alcuni casi anche più di 50 volte in una stagione. Tra marzo e settembre 2017, in Venosta non c'è stato un solo giorno nel quale non sia stata effettuata un’irrorazione chimica, per un totale di oltre 590.000 applicazioni di pesticidi. “Non più di quanto consentito dalla normativa vigente”, puntualizza la ricerca dell'istituto bavarese. Nel caso venostano si tratta soprattutto di funghicidi e, tra gli erbicidi, del glifosato, classificato come “potenzialmente cancerogeno” dall’OMS. I principi attivi presenti nei pesticidi più utilizzati, sono considerati dall’UE “potenzialmente dannosi per la riproduzione”. E infine c’è l'“effetto cocktail”, ovvero l'applicazione contemporanea di più agenti chimici: solo il 42% delle sostanze viene “spruzzato” da solo – in alcuni casi vengono utilizzati sino a nove agenti diversi nello stesso giorno.