Kultur | Il personaggio

“Le mie Formiche anti-virus”

Disegnare l’epidemia: le famose creazioni dell’illustratore trentino Fabio Vettori nel suo diario della quarantena. Gli originali all’asta e il ricavato alla Croce rossa.
Fabio Vettori
Foto: Fabio Vettori

Anche le formiche nel loro piccolo… danno una mano. Sono quelle (celeberrime) di Fabio Vettori, disegnatore trentino che, come molti altri colleghi, si è ritrovato ad adattare, in questo tempo marziano, la sua arte alla prepotente irruzione di una realtà fuori misura. E così, durante l’emergenza coronavirus, Vettori ha alimentato il serbatoio creativo iniziando a pubblicare, quasi quotidianamente, sui social una serie di tavole per raccontare la pandemia. “Dopo il lockdown è diventata quasi un’esigenza illustrare il presente, testimoniare questo momento drammatico, sommersi come siamo da quello che sta succedendo”, dice l’artista a salto.bz.

 

Ed ecco che allora le Formiche omaggiano medici, infermieri e operatori sanitari impegnati in prima linea nella lotta al Covid-19, ma anche i farmacisti, i dipendenti dei supermercati, gli ospiti delle case di riposo; ringraziano edicole, tabaccai e servizi di informazione “per permettere ai cittadini di rimanere informati in questo periodo”; dedicano un pensiero alle città italiane come Milano, Bergamo, Piacenza, o ai paesi stranieri, dall’Albania alla Spagna; consigliano come usare le mascherine protettive e dettano il buon esempio.

“Tutto è nato da una telefonata arrivata dal Brasile, un amico mi ha fatto una proposta: disegnare le regole di comportamento da seguire per contenere il contagio, e così le ho vivacizzate attraverso le immagini, con un tocco di leggerezza”. Un vademecum colorato che, al fine di divulgarlo il più possibile, è stato tradotto con l’aiuto di fan e amici in una trentina di lingue, dallo spagnolo al russo, dal francese all’arabo; oltre che in vari dialetti italiani, dal trentino al romanesco, dal bergamasco al napoletano. E, naturalmente, anche in dialetto sudtirolese.

 

“Di ispirazione ce n’è fin troppa, mi ritengo uno dei fortunati di questa fase storica - ammette Vettori -, ho più tempo per stare a casa e disegnare, che è la cosa che amo più fare”. I lavori originali finora realizzati, circa un centinaio, saranno messi a breve all’asta, “stiamo ancora lavorando ai dettagli ma l’obiettivo è quello di devolvere il ricavato della vendita alla Croce rossa italiana, l’idea è anche quella di pubblicare, sotto forma di libro, questo diario della quarantena”. 

Il “papà” delle Formiche, ex maestro di sci col pallino del disegno da sempre, affezionato alla sua penna rapidograph (“ormai non la usa più nessuno, tutto oggi si fa con il computer ma io resto ancora un po’ old school”), asseconda la voglia artistica di esserci attraverso i suoi messaggi di solidarietà e nel frattempo spera. “Sta emergendo tanta umanità, chissà se, valicata la crisi - si chiede Vettori -, avremmo imparato qualcosa da quello che sta accadendo, sarebbe bello se l’atteggiamento dimostrato in queste settimane costituisse la base di un cambiamento a lungo termine per la nostra società, oggi piuttosto malandata”.