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Liceo del made in Italy? Rischio flop

L'indirizzo voluto dai Ministri Valditara e Urso rischia di essere un fallimento. Le iscrizioni per settembre sono aperte, ma gli Istituti non hanno indicazioni. In Alto Adige nessuna classe: si guarda al 2025/2026, con ancora tanti dubbi.
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Foto: pixabay
  • Dovrebbe essere una partenza coi fiocchi quella del Liceo del Made in Italy prevista per questo settembre. Eppure, ciò che si prospetta non fa ben sperare. L’indirizzo scolastico che punta a “valorizzare e promuovere le eccellenze italiane” e che è “una parte qualificante della riforma delle scuola del Governo Meloni, che avvicina l’istruzione al mondo del lavoro”, sembra essere a tutti gli effetti un “doppione” di un indirizzo già presente: l’Economico Sociale. Al di là delle opinioni politiche in merito, dal 23 gennaio gli studenti italiani potranno scegliere di iscriversi al Liceo del Made in Italy. Un salto nel buio, visto che non esistono gli orari delle lezioni e le indicazioni dei programmi per tutti e cinque gli anni di studio.

    "Non ci sono le condizioni per avviare l’indirizzo a settembre 2024"

    Nonostante il Liceo punti ad avere un forte collegamento con le imprese e il mondo del lavoro, come riporta il Manifesto, “sono proprio i territori più produttivi a rifiutare il liceo del Made in Italy. In Alto Adige, ad esempio non ha aderito nessun istituto. Anche in Friuli non partirà nessuna classe. Lo stesso a Vicenza, Bologna, Torino, Bari”. Per molti Presidi delle regioni del Nord-Est, inoltre, secondo quanto riferito a SALTO, “non ci sono le condizioni per avviare l’indirizzo a settembre 2024”. E, sicuramente, non in Sudtirolo, dove è la Provincia a decidere quali indirizzi potranno essere attivati e, dunque, sarebbero necessari ulteriori passaggi normativi. Insomma, con una buona dose di incertezze sulle spalle, a livello locale si guarda all’anno scolastico 2025/26. 

    Il Sovrintendente Vincenzo Gullotta non nasconde alcune perplessità: “Ci sono preoccupazioni legittime riguardo i dettagli operativi del progetto. Ad esempio, è fondamentale che il regolamento attuativo chiarisca aspetti come le classi di concorso degli insegnanti e i programmi specifici che saranno offerti. Questo tipo di dettagli sono cruciali per garantire che il liceo non solo esista di nome, ma sia effettivamente in grado di fornire un'istruzione di qualità e pertinentemente indirizzata alle esigenze del settore”. Inoltre, vista la similitudine di questo indirizzo a quello Economico Sociale, presente in ben due scuole in lingua italiana della provincia, il Liceo delle Scienze Umane Pascoli e l’Istituto Battisti, Gullota si chiede: “Conviene sostituire un indirizzo scolastico già esistente e funzionante con uno nuovo, ancora in fase di definizione? Inoltre, avviare un cambiamento così grande in un periodo già impegnativo per le scuole e in fase di nuove iscrizioni potrebbe non essere il più opportuno”.

    "Non sappiamo se potremo mantere il nostro Economico Sociale"

    Sulla stessa linea anche la Preside del Liceo Pascoli, Laura Cocciardi: “La questione ci coinvolge direttamente, avendo tra le nostre proposte formative un indirizzo economico sociale, che funziona bene e, visti i grossi investimenti di professionalità fatti, siamo interessati a mantenere. Ancora, però, non sappiamo se con l’introduzione del ‘Made in Italy’ ciò sarà possibile”. 

    Secondo quanto riporta Cocciardi, il quadro orario per 5 anni di studio ancora non esiste. “C’è solo quello del biennio che, a differenza del piano orario dell’economico sociale, presenta un’ora a settimana di storia dell’arte e cancella le scienze umane”, dice la dirigente. “Non ci sono neppure le indicazioni sui programmi da svolgere. È difficile orientare gli studenti in entrata con così poche informazioni. In più, chiaramente, questo cambiamento comporterebbe una ripercussione sui nostri organici, essendo il nostro un liceo a vocazione umanistica”, conclude Cocciardi. 

    Insomma, più che una riforma a favore dell'istruzione e del merito, quella che introduce il Liceo del Made in Italy sembra proprio una riforma fatta per puri fini elettorali.