Politik | La polemica

“Contro un’assistenza fittizia”

Ponti inaccessibili per i bivacchi dei senzatetto, il sindaco Caramaschi risponde alle critiche: “Non mi piacciono le città che si sviluppano in luoghi non idonei”.
Caramaschi, Renzo
Foto: Comune di Bolzano

Non è piaciuta a tutti la decisione del Comune di Bolzano di mettere dei blocchi di cemento sotto il cavalcavia dell’A22 così da evitare che le persone senza fissa dimora, migranti “fuori quota” che non possono accedere ai centri di accoglienza compresi, ci si accampino. Il Comune aveva in più occasioni sgomberato queste aree, i senzatetto tuttavia tornavano a occuparle sistemandovi i loro giacigli di fortuna, anche per potersi riparare dalla pioggia. Secondo i piani dell’amministrazione, inoltre, i ponti cittadini saranno resi inagibili ai bivacchi.
 

Soluzioni che hanno fatto scattare diverse reazioni, fra cui quella del direttore della Caritas Paolo Valente che in un post su Facebook commenta la scelta di utilizzare i blocchi di cemento: “Quando questo si fa per motivi di sicurezza (delle persone che “abitano” ponti e viadotti), certamente la cosa è ragionevole e doverosa. Se si tratta invece di ripristinare il ‘decoro’, qui ci spostiamo su un altro piano. Non è la vista delle persone senza dimora a rendere indecorosa una città, ma il fatto che una comunità non sia in grado di prendersene cura (senza con questo voler ignorare la complessità di certe situazioni personali)”. Per Valente “le pubbliche Istituzioni possono (e forse devono) procedere agli “sgomberi” (comunque sempre per il bene delle persone coinvolte), nel momento in cui esse sono state capaci (ognuna a seconda delle sue competenze) di assicurare alle persone la dimora che non hanno e/o l’accoglienza a cui hanno diritto”. 

Le critiche di Verdi e 5 stelle

Chiara Rabini, consigliera comunale dei Verdi oltre che referente per l’immigrazione, si dice contraria alla “cementificazione della solidarietà e dell'accoglienza” e aggiunge: “Intervento drastico, si dice per motivi di decoro, e di sicurezza. Il lato umano e il bisogno sociale non viene preso in considerazione o citato. D'ora in poi non si dormirà sotto i piloni o i ponti, ma probabilmente in altri luoghi più visibili alla Città, non protetti da pioggia o intemperie. Il Comune ha sempre fatto fronte ai molti senzatetto cittadini e da quando la Provincia non ha più tenuto aperto l'Alimarket, ha deciso di procedere all'individuazione di una nuova struttura per accogliere i senzatetto. Soluzione non immediata che lascia nel frattempo circa 200 persone per la strada alcune delle quali con diritto di accesso ai centri di accoglienza, in quanto richiedenti asilo. Questi improvvisi tipi di intervento, sempre che davvero siano secondo i tecnici dell'amministrazione e le associazioni che da anni si occupano di questo settore (se sono state interpellate), risolutivi per il fenomeno che stiamo vivendo in città, andava fatto dopo aver ricercato soluzioni o proposte alternative”.

"Il lato umano e il bisogno sociale non viene preso in considerazione o citato"

I Verdi chiamano quindi in causa la Provincia e chiedono “misure immediate per una riduzione delle persone per le strade della città e un loro accesso, ove sussistano i requisiti, nei centri di accoglienza del territorio provinciale. Inoltre se la priorità e l'interesse dell'amministrazione comunale sono le condizioni igieniche e sanitarie dei migranti e della città, va prevista l'immediata apertura di bagni pubblici”. Rabini ricorda poi che tra le persone per le strade vi saranno a breve anche decine di persone in uscita da centri con il titolo di rifugiato, protezione umanitaria o sussidiaria, senza alloggio, “per le quali vanno studiate e programmate soluzioni”.

"Li batta i pugni sul tavolo della Provincia, caro Sindaco"

Un accorato appello al sindaco Caramaschi arriva da Maria Teresa Fortini, consigliera comunale dei 5 stelle: “I cavalli di Frisia e il filo spinato del sindaco Caramaschi mi lasciano basita. Blocchi di cemento per non far dormire sotto i cavalcavia autostradali e reti per impedire l'accesso sotto i ponti. Queste le armi spuntate del sindaco di Bolzano per arginare l'invasione dei migranti? Caro sindaco faccia aprire una caserma o uno dei tanti edifici vuoti, si ricordi che per legge, in caso di emergenza, possono essere anche requisiti, e si attivi affinché una città che spende e spande in consulenze, concerti e restauri di castelli, non si riduca a far la guerra agli ultimi. Li batta i pugni sul tavolo della Provincia, caro Sindaco, a Bolzano mancano già i servizi igienici pubblici e luoghi di accoglienza diurni e notturni, è tempo che tutti i Comuni facciano la loro parte”.

La replica di Caramaschi

Il primo cittadino tenta di mettere a tacere le polemiche ribadendo che quello elaborato è un intervento dettato da ragioni di sicurezza a garanzia soprattutto dell’incolumità di chi cerca riparo sotto i ponti. “I problemi, anche quelli di questo tipo - afferma - devono essere affrontati in maniera diversa e devono emergere anche nella loro quantità. Ricordo che sotto i ponti passano i cavi dell’energia elettrica, le tubature del gas e quant'altro. Ricordo ancora che qualche mese fa sotto ponte Talvera è scoppiato un incendio che poteva avere conseguenze davvero molto gravi. La nostra città offre strutture e una rete di solidarietà in grado di fornire risposte adeguate anche a queste situazioni”.

"Personalmente, non mi piacciono le città che si sviluppano sotto i ponti o in altri luoghi non idonei e che generano un’umanità sotterranea che non può che produrre un’assistenza fittizia"

Caramaschi sottolinea ancora che il Comune è impegnato, in queste settimane, nel reperimento di un edificio in zona industriale da destinare all’accoglienza per l’emergenza freddo. “Personalmente, non mi piacciono le città che si sviluppano sotto i ponti o in altri luoghi non idonei e che generano un’umanità sotterranea che non può che produrre un’assistenza fittizia. Sotto i ponti non albergano solo anime povere, sbandati, emarginati, disperati, ma anche altro. L’assistenza, soprattutto quella di questo tipo - conclude -, deve essere fatta alla luce del sole, condizione questa necessaria ad agevolare un intervento veramente efficace consentendo in tal modo l’identificazione di chi viene aiutato”.