Gesellschaft | Il rientro

A scuola? "Tutto uguale a prima"

"Bello rivedersi, ma non si è colta l'occasione per cambiare il modo di fare lezione." Parlano gli studenti Nadia, Silvia e Ben. Incognita maturità.
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Foto: Pixabay

Sul piano organizzativo, gli studenti, non hanno nulla da ridire. Funziona il distanziamento, vengono rispettate le regole e – all’apparenza – non sembrano esserci lezioni ‘scoperte’ a causa di insegnati senza Green Pass. A Ortisei, in Val Gardena, come a Bolzano e Merano, funzionano correttamente anche i trasporti. Una ripartenza, quella della scuola nella Provincia di Bolzano, che, nella settimana passata, ha fatto da apripista per l’intera nazione. Ma non è tutto rose e fiori e, da parte degli studenti, si percepisce paura per una possibile chiusura nel periodo di autunno o inverno, lamentano l’eccessivo carico di lavoro dopo mesi di stop e si rammaricano per aver trovato un sistema scolastico uguale a come lo avevano lasciato nel periodo pre-covid, con le sue classiche lezioni frontali e la DAD che funge da tappabuchi.

“Parlano di Maturità, ma non si ha nessuna certezza di come sarà”

 

Nadia Zuggal, che frequenta la quinta classe del Liceo delle Scienze Umane a indirizzo musicale a Merano (Ferrari) ed è rappresentate degli studenti nella Consulta Provinciale in lingua tedesca, racconta: “Siamo partiti bene, ora bisogna riprendere le fila di ciò che è stato fatto l’anno scorso non lasciando indietro nessuno. Essendo in quinta i miei professori parlano tanto di Esame di Stato, ma è per tutti un grande punto interrogativo: si torna con il modello pre-covid o la Maturità sarà come quella che abbiamo visto negli ultimi due anni? Per il momento ci si prepara per entrambi, anche con delle vere e proprie simulazioni orali. Speriamo, almeno quest’anno, di sapere qualcosa già a dicembre e che le indicazioni siano puntuali. Poi, per le terze e quarte classi, c’è il PCTO (ex alternanza scuola-lavoro) che ancora non si sa se verrà svolta in presenza o meno. Chi, invece, durante l’anno passato non è riuscito a svolgerlo nel periodo scolastico, lo ha fatto in estate.”

 

“È una ripresa dura e stressante; nei compagni vediamo meno voglia di studiare”

 

Abbiamo grande paura di tornare a fare scuola a distanza. E come noi, anche gli insegnanti. Non si perde un minuto, si sfrutta al massimo questo periodo di lezioni in presenza per fare lezione e – di conseguenza – anche verifiche e interrogazioni” dice Silvia Pomella, in quinta al Liceo Pascoli e, anche lei, in Consulta Provinciale Studenti, questa volta italiana. “È bello rivedersi tutti, è bello fare pausa insieme, girare per i corridoi; senza dubbio le lezioni in presenza si appezzano molto di più. Però una persona in cinque anni matura e si accorge del potenziale che la scuola ha e come questo non venga affatto preso in considerazione. Si potrebbe fare tanto altro, sia in presenza che in DAD. Non si è mai colta l’occasione per cambiare, né in DAD – dove abbiamo continuato a fare le solite lezione soltanto al PC (ad eccezione di alcuni casi) – né con questo ritorno. E questo ci rammarica.”


Concorde anche Nadia, che avverte: “Dopo due anni di DAD, vediamo da parte dei nostri compagni di scuola anche meno voglia di frequentare le lezioni; molti ci dicono che, una volta finite le superiori, non hanno intenzione nemmeno di proseguire gli studi...”

 

 

Ben Linder, in quarta ITE Raetia a Ortisei, della Consulta Studenti ladina, evidenzia molti aspetti positivi di questo ritorno in classe: “Con i trasporti, qui in Val Gardena, non ci sono grosse difficoltà, forse anche perché maggior parte di noi vive vicino agli edifici scolastici. La ripresa è dura, ci si deve riabituare al ritmo di studio. Ma si può anche migliorare il rapporto con docenti e compagni. Sono contento che le lezioni siano riprese in presenza."

 

I rapporti con Intendenze e Assessorati

 

“Con l’Intendenza della scuola in lingua italiana abbiamo avuto un ottimo rapporto; nell’ultimo anno ci siamo incontrati in modo periodico per analizzare le diverse problematiche e ci si è battuti, insieme, per portare avanti le nostre proposte. Sono stati raggiunti anche alcuni risultati concreti” dice soddisfatta Silvia Pomella.
Delusione, invece, da parte di Nadia Zuggal rispetto alla parte tedesca: “vediamo che la nostra opinione non conta più di tanto e ci sentiamo abbastanza trascurati. Poi, durante lo scorso anno scolastico, le ordinanze cambiavano spesso e con loro anche la percentuale di lezioni in presenza. Venivamo informati all’ultimo momento, questo ha fatto perdere la motivazione e le conseguenze si notano ancora oggi."