Politik | L'appello

“Fatevi testare”

Kompatscher: “Test a tappeto sono la svolta per uscire dalla zona rossa”. Tre giorni, 350mila tamponi rapidi, 200 presidi: ecco come funzionerà lo screening di massa.
Pagani, Widmann, Franzoni, Kompatscher, Schuler
Foto: ASP/Elisabeth Augustin

“La situazione è critica, abbiamo ancora troppe persone infettate al giorno, forte è la pressione sugli ospedali, e il quadro è complicato anche per quanto riguarda i posti letto in terapia intensiva. Per questo abbiamo dovuto adottare ulteriori misure, ora ci aspettiamo che quelle entrate in vigore più di una settimana fa mostrino i primi effetti nei prossimi giorni”. Esordisce così il presidente della Provincia Arno Kompatscher, nella conferenza stampa video di ieri pomeriggio (13 novembre) dedicata in particolare allo screening di massa con i tamponi rapidi che sarà condotto dal 20 al 22 novembre su 350mila altoatesini, da testare in 116 Comuni in circa 200 strutture.

Il governatore non usa mezzi termini: “Comprendo la rabbia dei cittadini per il susseguirsi di ordinanze, anche perché vedono in pericolo i loro progetti di vita, proprio per questo dobbiamo fare in fretta tutto il possibile per proteggere la salute della popolazione locale. Ognuno può contribuire ad alleggerire il sistema sanitario in questo momento, in modo che non ci ritroviamo in una situazione in cui i letti per curare i pazienti non bastano più, con i medici costretti a decidere chi deve essere ricoverato per primo”.

 

Il piano

 

Fra le munizioni contro il Covid-19 ci sono le nuove regole che diventano effettive, con l’ordinanza numero 69, da oggi, 14 novembre, fino a domenica 29 novembre. “Ci sono requisiti di sicurezza precisi, soprattutto per l’economia. Alcune attività sono sospese. L’obiettivo è quello di evitare il maggior numero possibile di contatti sociali e lo stesso vale per le istituzioni educative, che, con poche eccezioni, attiveranno la didattica a distanza dalla prossima settimana” riassume il Landeshauptmann. La strategia prevede poi i test rapidi a tappeto in tutta la provincia dalla fine della prossima settimana. “Così facendo vogliamo testare il 67% della popolazione dell’Alto Adige pari a oltre 350.000 abitanti, per interrompere la catena di contagi e invertire la tendenza alla crescita dei contagi”, afferma Kompatscher che aggiunge: “Farsi testare è un atto di responsabilità verso i propri cari e tutta la società. È la svolta per uscire dalla zona rossa e poter trascorrere un Natale abbastanza sereno”.

 

Il corona-screening

 

Dal canto suo l’assessore alla Salute Thomas Widmann ricorda che i test “sono sempre stati il pilastro principale nel controllo attivo e nella prevenzione della pandemia, e quelli previsti ora rappresentano una grande opportunità per la popolazione dell’Alto Adige di poter accantonare rapidamente le restrizioni alla vita sociale, culturale ed economica e ridurre al minimo i danni collaterali”. Il Centro operativo provinciale e quelli comunali saranno in prima linea, ha assicurato l’assessore alla Protezione civile Arnold Schuler. “I Comuni devono ora reperire spazi adeguati per svolgere i test e coinvolgere il personale amministrativo che collaborerà alle operazioni”.
Lo screening di massa sarà effettuato da circa 800 operatori. Il servizio medico potrà contare sulla collaborazione oltre che della Protezione civile e dei Comuni, anche della Croce Bianca, la Croce Rossa, i vigili del fuoco e altre organizzazioni.

Farsi testare è un atto di responsabilità verso i propri cari e tutta la società. È la svolta per uscire dalla zona rossa e poter trascorrere un Natale abbastanza sereno (Arno Kompatscher)


Quelli che saranno processati durante il corona-screening sono test antigenici, che possono essere effettuati anche fuori dai laboratori, e attraverso i quali è possibile testare molte persone in brevissimo tempo con i risultati pronti in 30 minuti al massimo. I test vengono forniti in parte dalla Protezione civile nazionale e in parte tramite procedure dell’Azienda sanitaria a un costo di 6.50 euro, sottolinea la direttrice del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Asl Elisabetta Pagani.

 

Come funziona il test

 

In pratica viene introdotto nel naso un tampone che poi va immerso in una soluzione che discioglie il materiale prelevato. Si lasciano cadere alcune gocce di questo liquido in una cassetta per il test e dopo 20 minuti si vedranno comparire delle strisce sulla cassetta stessa. Se le strisce sono 2 la persona è positiva, se la striscia è una sola l’esito del test sarà negativo. “Dobbiamo ora cercare tutti insieme di far calare il ritmo dei contagi. Dopo un paio di settimane buie, in cui i numeri sono aumentati vertiginosamente, dobbiamo restare uniti e fare tutto il possibile per abbassarli” dice Patrick Franzoni, responsabile del progetto Test rapidi in Alto Adige, che ha rivolto il proprio appello a tutti i cittadini.

Con i test a tappeto al via da venerdì 20 novembre e che si concluderanno il 22 novembre, sarà possibile raggiungere persone che altrimenti non verrebbero testate. Se ne ricaveranno informazioni fondamentali per riportare la situazione epidemiologica dell’Alto Adige sotto controllo. Grazie al test sarà possibile individuare immediatamente le persone infette che non lo sanno ancora, imporre loro una quarantena domestica di 10 giorni e interrompere così la catena dei contagi. Il valore di R con zero calerebbe dunque ben presto dall’attuale valore di 1,5 al livello di sicurezza di 0,6. “Grazie ai test - conclude Franzoni - in pochi giorni di verifiche a tappeto più i giorni di quarantena imposti ai positivi, potremo ottenere ciò per cui a febbraio è stato necessario un lockdown totale”.