Politik | La polemica

Toponomastica in bianco e nero

Per il segretario UIL-SGK Serafini è un ‘non problema’. Pius Leitner invece chiama in causa il diritto internazionale per evitare “interferenze ed oltraggi”.

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Foto: web

Sul tema caldo (si fa per dire) della toponomastica continuano le reazioni. Le ultime in ordine di tempo sono quelle del segretario generale UIL-SGK Toni Serafini, già assessore comunale socialista all’urbanistica del capoluogo altoatesino, e di Pius Leitner consigliere provinciale dei Freiheitlichen

Serafini assume sulla questione una posizione molto netta, affermando di essere convinto che il tema toponomastica sia stato di fatto risolto “con lo Statuto di Autonomia del 1972”. Il sindacalista cita l’articolo 8 comma 2 (“toponomastica, fermo restando l’obbligo della bilingui nel territorio della Provincia di Bolzano”) e l’articolo 101 (“… nei riguardi dei cittadini di lingua tedesca, anche la toponomastica tedesca, se la legge provinciale ne abbia accertata l’esistenza ed approvata la dizione”). 
Per il segretario della UIL dunque “la legge c’è e va quindi solo applicata”. E Serafini arriva addirittura a citare Silvius Magnago, lo stesso padre fondatore della Stella Alpina che secondo l’ex Landeshauptmann Luis Durnwalder oggi intervistato dalla Tageszeitung si starebbe rivoltando nella tomba a causa dell’attuale “debolezza della politica della SVP”. 
La citazione di Magnago è in latino e in Italiano e risulta chiara come non mai: “Pacta sunt serranda - I patti vanno rispettati”. Dopo di che Serafini fa notare - potremmo semplificare - che ‘i problemi sono ben altri’ per la realtà sociale, economica ed etnica altoatesina che negli ultimi decenni si è profondamente modificata. 
Il segretario della UIL-SGK ricorda come siano “aumentate sia le disuguaglianze che le povertà e vi siano sul nostro territorio provinciale più di cinquantamila nuovi cittadini tra UE ed Extra UE”, che rendono dunque sempre più paradossale il dibattito sui toponimi realmente legittimati. 
Serafini chiude quindi la sua presa di posizione invitando a “guardare avanti”.

 “Forse sarebbe meglio affrontare e cercare di risolvere i veri problemi di molti cittadini: un buon lavoro, la sanità, il welfare, la casa, … inoltre migliorare l’insegnamento delle due lingue, magari con scuole plurilingui, sul modello della Libera Università di Bolzano.”

A Serafini fa eco come dicevamo Pius Leitner dei Freheitlichen, che parte da presupposti completamente diversi ed affermando che i nomi delle località non possono essere oggetto di negoziati visto che sono invece veri e propri monumenti alla lingua e all’insediamento storico nel territorio. Leitner arriva a definire ‘da dilettanti’ l’attuale trattativa politica in merito alla norma d’attuazione sulla toponomastica. Leitner si appella al diritto internazionale ritenendo che comunque per la soluzione del problema occorre un “approccio culturale su base oggettiva”. Il consigliere provinciale dei Freiheitlichen ritiene che è solo la carenza di regole adeguate a creare le condizioni affinché sulla questione della toponomastica in Alto Adige finiscano per prendere la parola professori e presidenti della Repubblica Italiana. “Tolomei senz’altro si rallegrerebbe di tali intollerabili interferenze e oltraggi culturali”, aggiunge Leitner. 
Pius Leitner conclude la sua presa di posizione riaffermando la competenza del Consiglio Provinciale in tema di toponomastica e dicendo che se non verrà trovata una soluzione praticabile a livello costituzionale potrebbe rivelarsi opportuna una nuova chiamata in causa delle Nazioni Unite

 

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pérvasion Di., 14.02.2017 - 20:07

«Per il segretario della UIL dunque “la legge c’è e va quindi solo applicata”.» Complimenti, davvero. Vorrei sapere che ci fa Serafini in un sindacato. Magari porterà avanti delle rivendicazioni a favore delle lavoratrici e dei lavoratori? Beh, spero che la prossima volta gli rispondano che non serve a niente chiedere dei cambiamenti, perché le leggi ci sono già tutte e vanno applicate. Poi ne riparliamo.

Di., 14.02.2017 - 20:07 Permalink
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luigi spagnolli Mi., 15.02.2017 - 16:28

Veramente la versione corretta sarebbe "Pacta sunt servanda": la serranda si riferisce a negozi, più che a negoziati. Anche se, interpretando, si potrebbe adattare l'espressione al verbo serrare nel senso di chiudere, per cui si ribalterebbe la frittata a favore di Pius Leitner, che ritiene che i patti siano ancora aperti e quindi da chiudere: Pacta sunt serranda, appunto. Com'è facile far nascere dibattiti senza fine, in tema di toponomastica, in Alto Adige/Südtirol: laddove mi sento di dire che sia il Toni, sia il Pius fanno ben poco per approfondire e meglio capire la posizione dell'altro...

Mi., 15.02.2017 - 16:28 Permalink