Gesellschaft | L’osservatorio

Violenza, le donne che si ribellano

Abusi di genere, crescono coloro che chiedono aiuto: 179 nel 2017. Kusstatscher: “Un buon inizio, nessuna è sola. E pensiamo ai minori”. Masocco, esposto al vaglio.
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Foto: Pixabay

Tu non vali niente. Sei brutta. Sei grassa. Sei troppo magra. Non sai stare in società. Non fai la spiritosa e non sei nemmeno capace di fare gli spaghetti al dente. Frasi così, ripetute nella vita di ogni giorno, in casa. Poi ci sono le botte, incassate pensando di meritarsele. Di avere sbagliato, perché lui è stanco, ha problemi sul lavoro, il fratello in ospedale, la mamma malata. Ma in fondo è innamorato, ci tiene. Un incubo in cui si scivola senza rendersene conto e da cui si fa fatica a uscire. Perché si ha l’autostima ridotta a zero, e manca lucidità, perché ci si vergogna e si ha paura di non essere credute. Anche se qualcosa a Bolzano pare stia cambiando.

 

In aumento chi dice basta

 

Sempre più donne infatti ce la fanno e per la scintilla che scatta talvolta per la parola di un’amica, oppure in seguito alle lesioni curate al pronto soccorso, denunciano i maltrattamenti vissuti da quello che nella maggior parte dei casi è il partner, o l’ex convivente. Sono state 179 coloro che nel 2017 si sono rivolte ai servizi della rete anti-violenza di Bolzano, contro le 170 del 2016 e le 135 del 2015. Non basta certo, ma è un buon inizio, nota Gabriella Kusstatscher dell’associazione Gea, durante la presentazione dei dati 2017 dell’osservatorio cittadino contro la violenza di genere. Un’occasione - volutamente nel giorno di San Valentino - in cui è parlato anche dell’audio choc attribuito al consigliere leghista Kevin Masocco. “Parole agghiaccianti chiunque le abbia dette, valuteremo se ci sono le condizioni per un esposto alla magistratura” afferma l’assessora Marialaura Lorenzini affiancata dalla commissione pari opportunità comunale.

Masocco, parole agghiaccianti chiunque le abbia pronunciate, valuteremo se ci sono le condizioni per un esposto alla magistratura (Marialaura Lorenzini)

Il carnefice in casa

 

Ma chi sono le vittime e chi i carnefici, i principi azzurri che si sono tramutati in orchi nelle mura domestiche? Le donne colpite, spiega la dirigente comunale Sylvia Profanter, sono in prevalenza di cittadinanza italiana, residenti a Bolzano, hanno un’età fino ai 45 anni, un’istruzione medio-alta, sono sposate o conviventi. Gli autori invece - maschi, di solito, ma esiste anche la violenza da parte di madri, matrigne, zie - sono adulti e maturi, hanno tra i 31 e i 45 anni, godono di un’istruzione medio-bassa. Non hanno dipendenze o problemi psichici conclamati. Sono i mariti, fidanzati, partner o ex della vittima. 

 

 

Quanto agli abusi, variano da fisici, psicologici a economici. Spesso si combinano tra loro, sono infatti 382 gli atti segnalati dalle 179 donne aiutate nel 2017. La violenza è soprattutto domestica, avviene in casa. Cresce la quota di donne (85% del totale) che non sanno identificarne l’inizio: per una gravidanza, la nascita di un figlio o la fine di una relazione. Sono invece diminuiti tra coloro che si sono rivolte alla rete lo stalking (7%), così come le aggressioni occasionali. L’orco insomma è una persona ordinaria, quello che vive con te.

Nel 2017 cambia l’incidenza dei tipi di abuso: la violenza psicologica è definita “pervasiva” (36,6% dei casi), più di quella fisica (35,3%). Trenta gli episodi segnalati di stupro e tre i casi di matrimonio forzato. 

 

 

Cosa cambia

 

La maggior parte delle donne vittime ha cittadinanza italiana (48%) e aumentano quelle provenienti dall’Asia. Si riducono le separate, crescono le sposate o conviventi e aumenta l’età centrale. Peggiora nel complesso la posizione socio-economica delle utenti. Riguardo agli autori, gli italiani (54,7%) sono in maggioranza, ma diminuiscono di poco e crescono coloro che provengono dall’Africa (di 3 punti percentuali).

 

 

Il quadro ha degli aspetti di positività, pur restando critico, secondo Kusstatschter, presidente di Gea che gestisce il centro di ascolto antiviolenza al quale si sono rivolte 93 donne nel 2017 (gli altri punti della rete sono la questura, la Casa degli alloggi protetti-Haus der geschützten Wohnungen, l’associazione La strada-Der Weg). “Vediamo il lento e continuo aumento delle persone che hanno il coraggio di denunciare. Un dato importantissimo. È importante che le donne non si sentano sole, perché il problema della violenza di genere è collettivo, della società, non solo della singola donna colpita”. Kusstatscher concentra poi l’attenzione sul tema della violenza assistita in casa dai bambini. “È un’enorme problema, serve uno sforzo di tutti”.

Vediamo il lento e continuo aumento delle persone che hanno il coraggio di denunciare. Un dato importantissimo. Le donne non devono sentirsi sole, questo è un problema di tutta la società. C’è poi l’enorme criticità della violenza assistita dai bambini (Gabriella Kusstatscher, Gea)

Più alloggi protetti

 

Durante la presentazione l’assessora Lorenzini e la commissione pari opportunità hanno consegnato due assegni da 2.104,5 euro ciascuno a Gea e Hgw, per finanziare le loro attività. Sono i fondi raccolti con la rinuncia dei consiglieri comunali al gettone di presenza durante la seduta in occasione della giornata mondiale del 25 novembre.

Sul fronte comunale si è parlato della necessità di aumentare gli alloggi protetti per le vittime di abusi. I posti attuali tra Gea e Hgw sono circa 12, più uno di emergenza. Con la casa delle donne del Comune, in una località che rimarrà riservata per ragioni di tutela, i posti aumenteranno a 19 dal 2022.