Kultur | Diario di viaggio

Jaipur

Galta Ji Temple, il tempio delle scimmie
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Gatla Ji Temple
Foto: Giulia Pedron © Tutti diritti riservati

Jaipur è una città frenetica, caotica, vivace e disordinata ma allo stesso tempo ricca di tante attrazioni. Qui si ammirano alcuni dei più straordinari esempi di architettura della regione e inoltre ci sono numerosi bazar dove si vendono prodotti tradizionali.

Uno dei monumenti più belli e caratteristici, nonché simbolo indiscusso della città, è l’Hawa Mahal,

che ricorda la forma di un alveare. Si tratta della residenza delle mogli del Maharajah e ha una facciata punteggiata da un gran numero di finestre, che servivano alle mogli per vedere cosa succedeva in città, dal momento che non potevano mettere piede fuori. (così si racconta). Le finestre sono posizionate in modo tale da canalizzare l’aria per rinfrescare i diversi ambienti, per questo è conosciuto anche come “Palazzo dei Venti”. Fu costruito nel 1799.

A poca distanza si trova il City Palace, che ancora oggi è la residenza ufficiale del Maharajah.

Poco fuori dalla città, a circa 4 chilometri dal centro di Jaipur, si trova il Jal Mahal o Water Palace, un palazzo che emerge nel bel mezzo di un lago dove il suo marmo bianco si rispecchia nell’acqua. Oggi fuori dall’acqua rimane solo la parte più alta mentre gli altri 5 piani sono stati sommersi.

Sempre fuori dalla città, questa volta però a circa 10 chilometri e con il calore soffocante un pò faticoso da raggiungere, si trova il Galta Ji Temple, dedicato al Dio Sole e ad Hanuman, costruito, così come lo vediamo ora, nel 18 °, conosciuto come il tempio delle scimmie che a me è piaciuto moltissimo. Si tratta di un luogo che sembra essere lontano dal resto del mondo, ancora non conosciuto molto tra i turisti, un luogo silenzioso dove si incontrano molti macachi e poche persone che aumentano, rimanendo pur sempre poche, all’interno del vari edifici tutti costruiti con il minuzioso e meraviglioso stile architettonico tipico del Rajasthan anche se diverso dagli edifici religiosi induisti: con i suoi tetti arrotondati, le colonne scolpite e le pareti dipinte, ricorda infatti più l’architettura di palazzo “haveli” e l’ arenaria rosa che è stata usato gli conferisce un colore che sembra confondersi con quello della terra che lo circonda.

Una volta all’interno, dove traspare la sacralità del luogo, la devozione dei fedeli e un’atmosfera mistica, si può percorrere un percorso che si snoda per circa due chilometri sino all’interno di una gola. Sul fondo della gola una parte del tempio è costruito sulla roccia da cui, attraverso la bocca di una statua a forma di mucca, il Gaumukh, sgorga l’acqua naturale che alimenta le vasche.

Questo tempio particolare ha da sempre costituito luogo di meditazione per asceti induisti che qui eseguivano la ‘tapasya’ cioè la meditazione profonda per raggiungere l’ autorealizzazione di sè e quindi la liberazione spirituale; ancora oggi si ritiene che bagnarsi nell’acqua delle sue sorgenti naturali purifichi da ogni peccato.