Politik | La polemica

“Secessione digitale”

Il presidente Kompatscher approva l’ordine del giorno di Südtiroler Freiheit sulla regolamentazione autonoma dei layout dei siti istituzionali. Urzì insorge.
Alessandro Urzì
Foto: web

Si è consumata oggi (14 giugno) in consiglio provinciale l’ennesima polemica dal retrogusto etnico. Sven Knoll (Südtiroler Freiheit) ha chiesto che la giunta si esprimesse contro l’obbligo di adattamento dei layout dei siti web dei comuni in base agli standard nazionali, con la copertura autonoma dei relativi costi, e che promuovesse a questo scopo una regolamentazione autonoma. I comuni altoatesini, ha detto, hanno peculiarità proprie e devono anche rispettare il bilinguismo o il trilinguismo. Accogliendo l’ordine del giorno il presidente Arno Kompatscher ha segnalato che è stato chiesto l’adeguamento del layout, non dei contenuti, e che c’è una ditta incaricata; a livello nazionale si continua a pretendere l’adeguamento a certi standard, ma la Provincia ha trasmesso a Roma una norma d’attuazione per chiedere l’autonomia digitale, presentando apposita domanda in Commissione dei 12. Kompatscher ha aggiunto che la Provincia si adegua ai sistemi statali quando lo ritiene opportuno, rispettando ovviamente gli obblighi internazionali. Kompatscher ha aggiunto che avrebbe chiesto al Consorzio dei comuni se l’adattamento agli standard era ancora un obbligo. 

 

La critica

 

Sull’attenti il consigliere Alessandro Urzì (L’Alto Adige nel cuore) che condanna l’iniziativa: “I siti internet dei comuni altoatesini? Non dovranno seguire il layout dei siti istituzionali italiani. Per capirci: nessuna traccia di Tricolore, ma anche lo stesso sfondo azzurro pensato per tutta la penisola in Alto Adige viene dichiarato non gradito”. Nel mirino non solo i proponenti ma anche Pd e Svp “che dichiarano: ci riconosciamo nel diritto di fare i nostri siti internet senza dovere rispettare le direttive nazionali. La sfida all’Italia l’hanno chiamata ‘autonomia digitale’. Di fatto è una secessione digitale. L’ha evocata in consiglio provinciale il governatore Kompatscher inseguendo i secessionisti nella loro proposta ed approvandola anche a nome del Pd. Di fatto è una secessione digitale. Di fatto è un fastidio per l’Italia nemmeno troppo mascherato”, tuona Urzì.