Chronik | Telefono rosa 1522

Violenza, crescono le chiamate maschili

Ma le vittime restano in prevalenza donne. Lockdown, l’Istat conferma l’impressionante aumento di richieste d’aiuto. In regione boom a Trento, meno a Bolzano.
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Foto: Pixabay

Un fenomeno impressionante. Sancito da numeri che sono la prova di quanto le mura domestiche, il contesto familiare e le relazioni di coppia siano ogni giorno per moltissime donne, ma in numero crescente anche per una fetta di uomini, un vero e proprio luogo di sopraffazione. A parlare sono i dati analizzati dall’Istat sulle richieste d’aiuto al numero verde 1522 contro la violenza e lo stalking, che come è noto hanno avuto un’impennata durante il lockdown. 

 

Aumento choc, anche in regione

 

Per il periodo marzo-giugno 2020, confrontato dall’istituto con lo stesso intervallo 2019, le chiamate telefoniche e via chat sono più che raddoppiate (+119,6%) a livello nazionale, passando da 6.956 a 15.280. Guardando al genere, sono 13.338 i contatti avviati da donne (+92%), 1.935 quelli da parte di uomini (+197%). È presente quindi un aumento delle istanze maschili, anche se le vittime si confermano soprattutto donne - 6.264 casi femminili rispetto a 233 maschili nel 2020, erano rispettivamente 2947 e 73 nel 2019. 

In Trentino Alto Adige l’aumento delle richieste è pari a +293%, molto elevato nella provincia di Trento (+364%), più contenuto in provincia di Bolzano (+190%). A livello regionale gli utenti sono stati 121 in Trentino Alto Adige, 74 a Trento e 43 a Bolzano. Le vittime sono 50, di cui 35 in Trentino.

 

I mesi più difficili

 

Le cifre osservate dall’Istat provengono dal dataset del numero verde 1522-Telefono rosa, promosso dalla presidenza del consiglio dei ministri attraverso il dipartimento pari opportunità. Il periodo considerato va da marzo-aprile, l’intervallo del lockdown da coronavirus, fino alla graduale riapertura a maggio-giugno. 

Lo studio attuato seguendo un suggerimento internazionale ha permesso di osservare, nota l’istituto, “alcune evidenze relative all’andamento del fenomeno della violenza domestica durante il periodo della pandemia”. I risultati parlano da sè.

 

Richieste di aiuto e d’informazione

 

A livello nazionale il numero delle chiamate sia telefoniche sia via chat è appunto raddoppiato. Sono, invece, diminuite le chiamate fatte per errori non intenzionali (703) e per errori voluti, quelle fatte per scherzo (3.585) o semplicemente per molestare (766), volte a denigrare la funzione di aiuto e supporto del 1522. La crescita delle richieste di aiuto tramite chat è quintuplicata passando da 417 a 2.666 messaggi. Accanto alla richiesta di aiuto da parte delle vittime di violenza (4.899 chiamate pari al 32,1% del totale delle chiamate valide) crescono anche le chiamate per avere informazioni sulla tipologia di servizi offerti dal 1522 (3.655 pari al 23,9%). Il numero verde, durante il periodo di lockdown, riporta l’Istat, ha fornito informazioni e consulenze, garantendo la sua funzione di “vicinanza” in un particolare momento di crisi. Mentre il 77,2% delle vittime è stato inviato ad altri servizi.

 

L’identikit: vittima e aggressore

 

Interessanti i dati riportati sulle tavole allegate. Il ricorso al numero verde 1522 resta una pratica soprattutto femminile. Anche se qualcosa almeno durante il lockdown pare sia cambiato. Come detto, dal 2019 al 2020, nel periodo marzo-giugno, le chiamate maschili sono quasi triplicate, quelle da parte di donne raddoppiate. Sul totale tuttavia la quota incide ancora poco (dal 10,43% del 2019 al 12,66% del 2020). I dati del 2021 diranno se la tendenza rimarrà o meno.

La nazionalità degli utenti è quasi sempre italiana. Su 15.280 chiamate nel 2020 14.122 sono state da cittadini italiani, 1.150 da stranieri. L’orientamento sessuale dichiarato è eterosessuale per 15.194 casi, omosessuale in 60 e transessuale in 39. Anche qui non ci sono molte differenze rispetto agli anni scorsi.

Le vittime a livello nazionale nel 2020 (6.264 donne, 233 uomini) hanno in prevalenza un’età compresa dai 25 ai 54 anni, sono sia sposate che nubili, hanno un lavoro in un caso su tre e tutti i livelli di istruzione sono interessati dal problema.

In 5 casi su 6 la violenza avviene in casa. E dura da anni

La violenza è fisica (3.004 casi), psicologica (2.285), sessuale (227), economica (63), basata su minacce (277). In 4.236 situazioni la sopraffazione era ripetuta e durava da anni. Il luogo dell’atto violento? Nessuna sorpresa: è quasi sempre la propria casa (5.016 casi).

La persona violenta? Il coniuge, marito o moglie, o il convivente

Le vittime che denunciano sono state 695, quelle che non denunciano 4.738. Il motivo della mancata segnalazione alle forze dell’ordine? La vittima non vuole compromettere la famiglia (969 casi), ha paura della persona violenta (531), non ha un posto sicuro dove andare (271), oppure è tornata dal maltrattante (263). La persona violenta è in prevalenza il coniuge, marito o moglie (2.263 casi), o convivente (997).

Le chiamate per richieste di aiuto si traducono nella maggior parte delle situazioni nell’attivazione del centro antiviolenza (4.523 casi).

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Profil für Benutzer AssFemmBz Assemblea Femminista Bolzano
AssFemmBz Asse… Di., 18.08.2020 - 09:15

Gentile Stefano Voltolini e gentile redazione,
come Assemblea Femminista di Bolzano apprezziamo l’attenzione posta dall'articolo alle richieste di aiuto da parte di chi subisce violenza domestica e al loro preoccupante aumento durante il periodo del lockdown. Come emerge dai dati si parla in stragrande maggioranza di donne, che di fatto in Italia ogni 2/3 giorni sono vittime di femminicidio da parte di partner ed ex partner maschili. Allo stesso tempo ci sorprende (e non comprendiamo!) la scelta di mettere in risalto nel titolo la crescita di chiamate da parte di uomini maltrattati, che rimangono nettamente inferiori a quelle delle donne. Riteniamo che sia una scelta giornalistica fuorviante rispetto al dato reale. Come lo è evidenziare in grande e nel virgolettato che la violenza esercitata dal coniuge viene agita sia dal marito che dalla moglie, senza indicare le differenze di percentuale tra l’uno e l’altra se non in corpo al testo. E’ vero che in quel passaggio ha riportato il dato così come presentato dall’Istat, ma un/a lettore/trice meno attento/a potrebbe farsi l’idea che partner maschili e femminili siano violenti allo stesso modo. Ovviamente non contestiamo la scelta di riportare il dato in sé, ma ci aspettiamo che ogni articolo si impegni a evidenziare la dimensione strutturale della violenza contro le donne, una violenza che per motivi culturali e sociali si distingue da quella che colpisce gli uomini anche in ambito domestico, senza nulla togliere alla gravità di ogni forma di maltrattamento. Diamo la nostra disponibilità a un confronto che possa impegnarci tutti/e in modo sistematico nella lotta contro un problema endemico della società nei contesti più diversi. Un problema che, seppur maggiormente trattato rispetto al passato, tuttora necessita di essere visto nella sua effettiva gravità in quanto continua ad affliggere quotidianamente ancora moltissime donne, anche quelle che conosciamo, o che vediamo tutti i giorni, se non noi stesse.
Assemblea Femminista Bolzano

Di., 18.08.2020 - 09:15 Permalink