Gesellschaft | Le nomine

“Per un carcere autonomo - e umano”

Trento, Fabio Valcanover si propone come garante dei detenuti: “Una provocazione positiva”. Ma le speranze sono nulle: favorita l’uscente Menghini dall’intesa Lega-Pd.
carcere Trento
Foto: Cons. prov. Tn

I giochi politici a quanto pare sono già fatti. Non dovrebbero esserci sorprese, a Trento, riguardo alle nomine delle figure di garanzia, oggi in discussione nel consiglio provinciale. Gianna Morandi, funzionaria ed esperta legale dell’assemblea, è il profilo sul quale punta la Lega (che esprime il governatore) per l’incarico di difensore civico. Il garante dei minori e quello dei detenuti andrebbero invece alle persone scelte dal Pd, in minoranza. Mentre per la prima figura i consiglieri dem discutono ancora - si parla di un magistrato in quiescenza per superare le incompatibilità o di una psicologa - per il secondo ruolo la favorita è l’uscente Antonia Menghini, docente universitaria, nominata nel 2017 dalla passata maggioranza. Strada stretta dunque per Fabio Valcanover, avvocato, attivista dei Radicali e già candidato con +Europa, che si è autoproposto in segno, racconta, di “provocazione positiva”.

 

Migliorare la detenzione

 

“Da tempo chiedo che le nomine di competenza consiliare, e in particolare quella del garante dei detenuti, avvengano in modo più trasparente, secondo l’esame dei curricula” afferma il penalista, che si è sempre occupato di tematiche carcerarie. In particolare, della situazione delle case circondariali di Trento e Bolzano, in stato di sofferenza per motivi in parte diversi.

Mi sono reso disponibile per tre mesi, a titolo gratuito, per raggiungere due obiettivi molto importanti: il primo è il provveditorato autonomo delle carceri di Trento e Bolzano. Serve anche in Alto Adige, dove prima o poi partirà il progetto della nuova struttura (Fabio Valcanover)

 

 

“Nella scorsa consiliatura - prosegue - non c’è stato nulla di pubblico in merito. Ho quindi inviato una lettera ai consiglieri provinciali rendendomi disponibile in via temporanea, al fine di farmi carico principalmente di due obiettivi, molto importanti”. Valcanover, ancora a marzo, si è proposto “per tre mesi”, senza compenso, al fine di raggiungere un duplice traguardo. Primo, “incardinare e dare sostanza al progetto del provveditorato alle carceri per il Trentino Alto Adige Sudtirol, autonomo e dislocato a Trento o Bolzano”. Secondo, ottenere “il varo del regolamento – che non c’è – del carcere di Trento”.

Migliorando le attività rieducative si migliorano le condizioni di vita dei detenuti e si riduce il rischio di rivolte

A suo avviso sono atti necessari che servono per migliorare sia le condizioni di vita dei detenuti nelle strutture dei due capoluoghi che la prevenzione dei conflitti - evitando il ripetersi di episodi quali la rivolta di dicembre a Trento. “Le due scadenze sono importantissime. Con un carcere autonomo si favoriscono le attività dei detenuti e anche la sicurezza di tutti. Se uno è costretto a girarsi i pollici e dormire e basta è già facile che si alimenti il pericolo di rivolte. Inoltre, per Bolzano l’autonomia è ancora più importante visto che prima o poi partirà il progetto del nuovo carcere”. Sulla questione incompatibilità conclude: “Non lo sarei di più di un membro laico del tribunale di sorveglianza”.

 

 

Strada sbarrata

 

La strada per l’avvocato appare tuttavia sbarrata. Dalle minoranze Alex Marini (5 stelle) aveva criticato l’intesa tra Lega e Pd funzionale a raggiungere il sì dei due terzi dell’Aula. “L’accordo è frutto di una logica cencelliana” critica il consigliere. Una delle sue interrogazioni sull’argomento riporta le candidature pervenute. Per i minori ci sono Maurizio Pangrazzi e Flavio Bertolini, per i detenuti appunto Valcanover e Florita Sardella, che per il suo cv - è psicologa, con studi di criminologia e perito del tribunale di Trento - non dispiacerebbe al M5s. 

Seguono nell’elenco Paolo Frizzi e Corrado Chiantoni (difensore civico), Lucia Busatta e Francesca Sartori per la commissione pari opportunità.