Kultur | Giovani autori

Tra la testa e il cuore

Intervista ad Alissa Thaler, designer e autrice di canzoni: “Ho sempre scritto anche prima di saper scrivere”.
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Foto: Salto.bz

salto.bz : Alissa, tu hai 24 anni anni. Com’è nata la tua attività di autrice di canzoni?
Alissa Thaler - Da piccola mi inventavo sempre delle rime e delle storielle. A scrivere canzoni ho iniziato invece a 12 anni e cioè quando ho iniziato a imparare l’inglese e mi si è aperto il mondo della musica internazionale. Per uscire dalla mia camera invece ci è voluto un po’ di tempo: a suonare in giro ho iniziato infatti a 19 anni.  

Hai sempre cantato e suonato da sola oppure sei cresciuta in un gruppo? Qual è la ‘dimensione sociale’ della tua creatività musicale?
Ho iniziato da sola anche perché in origine suonavo solo il pianoforte con due dita. La chitarra ho iniziato invece a suonarla a 17 anni. Alle superiori ho suonato nel gruppo della scuola, anche se non musiche mie. Negli ultimi anni poi ho collaborato in alcuni progetti con una callista, un bassista e un percussionista. Ora prevalentemente suono con una pedaliera looper, così non è tutto così acustico, è un po’ come avere un gruppo…

Oggi sei una sorta di ‘one woman band’, insomma. Una tua canzone si intitola With just my heart. Cos’hai voluto dire con questa canzone?
Io sono una persona che deve sempre bilanciare la testa ed il cuore che non vanno mai d’accordo. La canzone parla appunto di questa cosa. E siccome io sono kitsch ovviamente sceglierei il cuore. 

 

 

A Bolzano hai studiato design e ora lavori a Vienna proprio in questo settore. Riesci a proseguire la tua attività musicale anche nella tua nuova città?
Assolutamente sì. Nella capitale austriaca sono coinvolta in un circolo di cantautori. E tra l’altro tutti sanno che sono anche designer e ogni tanto mi chiedono di fare una copertina o qualche logo. Insomma: posso combinare un po’ insieme le due cose. 

Nella nostra realtà recentemente è nata una nuova generazione di cantautori dopo anni di ‘assenza’. Site più o meno la stesa età e siete quasi tutte donne. Che cos’è successo per innescare questo cambiamento?
Sinceramente non saprei. Fino ai 20 anni in realtà non conoscevo nessuno che scriveva canzoni. Anche per me è stata un po’ una sorpresa: i miei amici bolzanini musicisti li ho conosciuti tutti negli ultimi anni. Comunque pare che non ero l’unica che scriveva canzoni è stata una bella sorpresa. 

Tra di voi c’è anche un bel rapporto, pare. Non c’è una grande competizione e siete tutti amici.
Ci aiutiamo a vicenda, suoniamo spesso insieme nei concerti. Con un’amica ho fatto addirittura un piccolo tour a Londra. Penso che ci sia un po’ l’esigenza di trovare l’anima gemella anche in questo campo…

 

 

Quasi tutti voi giovani cantautori altoatesini siete perfettamente bilingui ma avete scelto la lingua inglese per le vostre canzoni. Perché una terza lingua?
Beh, in realtà io ho anche una quarte lingua perché mia mamma è russa. Quindi sono cresciuta parlando tante lingue. Anch’io ho cercato di capire come mai ho scelto di scrivere in inglese e credo che sia legato al fatto che quando ho iniziato a scrivere ascoltato solo musica inglese. Mi si è aperto un mondo che prima non conoscevo. La musica tedesca poi non mi ha mai attratto particolarmente. La musica italiana non la conoscevo. Ho molti amici americani e inglesi. E la lingua inglese aiuta a far uscire la musica dall’Alto Adige. E’ andata così. 

C’è chi dice che l’inglese come lingua ha un bel suono. E chi dice che la terza lingua dà una ‘protezione’ maggiore nell’espressione della propria personalità. 
All’inizio anche per è era un po’ una protezione perché sapevo che la maggior parte delle persone non avrebbero capito il testo che cantavo. 

Qual è il tuo giudizio sul panorama musicale altoatesino? Offre sufficiente spazi agli autori di canzoni?
Di spazi non ce n’è mai abbastanza. Gli artisti che fanno cover hanno più facilità a trovare da suonare negli alberghi e nei locali. Però credo che il fatto che ora siamo in tanti giovani autori abbia un po’ cambiato le cose ed ora sia un po’ più facile trovare occasioni per esibirsi in pubblico. 

 

 

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[Questa intervista è stata realizzata nell’ambito del programma radiofonico La Musica Che Gira Intorno, realizzato da Rai Alto Adige ed andato in onda il 13 agosto 2016. Il podcast della trasmissione è reperibile cliccando qui.]