Gesellschaft | Servizi sociali

Streetwork, educare i ragazzi in strada

Il progetto permette agli operatori di lavorare con i giovani nei quartieri della città. Andriollo:"Non si tratta di babygang, prevenire fa poco rumore ma è più efficace"
streetworkbz
Foto: Volontarius
  • “Basta dipingere il mondo giovanile come criminalizzato”, esordisce così l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Bolzano Juri Andriollo durante la presentazione del progetto Streetworkbz avvenuta stamattina in Comune. Si tratta di un servizio di educativa di strada con cui operatori professionisti si occupano in strada di fragilità e sofferenza del mondo giovanile a Bolzano. Il servizio ha come mandato principale la prevenzione “lo strumento migliore ma anche quello meno visibile”, afferma l’assessore. 

    L’equipe multidisciplinare di Streetwork è formata da 11 operatori che si interfacciano con ragazzi e ragazze dagli 11 ai 25 anni presenti nel Comune di Bolzano, con attenzione a coloro che manifestano un disagio o sono coinvolti in situazioni a rischio. Gli operatori adoperano la metodologia del lavoro educativo di strada, educando alla legalità anche attraverso l’ausilio di arte, creatività e sport. “Il servizio non si sostituisce al lavoro delle forze dell’ordine, il nostro scopo è creare relazioni di fiducia tra ragazzi ed educatori per fornire supporto pedagogico ed integrazione sociale”, spiega Licia Manzardo, dirigente dell’Azienda Servizi Sociali che coordina il progetto. 

  • Rappresentati delle associazioni ed operatori: Durante la conferenza stampa di oggi in Comune erano presenti diversi degli streetworker che operano sul territorio cittadino. Foto: SALTO

    “Sono operatori preparati, anche a livello linguistico sono 7 le lingue conosciute, molto spesso infatti l’attività che svolgiamo è su ragazzi appartenenti a famiglie con background migratorio” spiega Davide Monti, operatore di Volontarius coinvolto nel progetto. “Si interviene su gruppi fluidi e mobili, composti da ragazzi e ragazze di diverse età ed appartenenze linguistiche, ma non si tratta di baby gang - continua Monti - mancano la struttura e l’intento criminale, per questo definirle baby gang è sbagliato”. 

  • La narrazione che spesso viene fatta, soprattutto per determinati quartieri della città, è infatti fuorviante, continua Monti. “Si tratta di ragazzi in difficoltà, spesso con problematiche di dipendenza da alcol e droghe leggere, la cui aggressività è sicuramente aumentata dopo il covid, ma il cui scopo non è l’organizzazione criminale”. Sono varie le motivazioni dietro a queste situazioni di disagio, spiega il referente del progetto Eduardo Ramirez Bachir, “l’assenza della famiglia è un fattore rilevante ma non è sempre così, a livello antropologico negli ultimi 20 anni il modo di relazionarsi dei giovani è cambiato. C’è la tecnologia, che sicuramente contribuisce, c’è povertà educativa, disagio sociale”. Su quale sia il fattore di aggregazione “penso sia una questione di modelli, il mondo dei social che ci propone continuamente role model come gli influencer. Loro vedono un esempio sui social, spesso negativo, lo imitano e poi, spesso, la situazione degenera”.

    L'operatività del servizio è garantita dall'impegno delle Associazioni Volontarius e La Strada - Der Weg assieme alla Società Cooperativa Sociale River Equipe. Il lavoro degli streetworker è strutturato su diverse squadre composte da almeno 2 operatori, per garantire la massima presenza sul territorio e coprire quotidianamente tutti i quartieri della città di Bolzano. Gli operatori e delle operatrici lavorano dal lunedì alla domenica, dalle 9 alle 22. Dall’1 settembre 2023 alla fine dello scorso anno ci sono stati 144 interventi degli operatori sociali su 100 ragazzi, i contatti presi oltre 500. 

    Il metodo scelto dall’amministrazione cittadina per approcciarsi al disagio giovanile è quindi tanto capillare sul territorio quanto silenzioso, su questo  conclude Andriollo: “molto spesso si è strumentalizzata la situazione di disagio dei ragazzi per scopi politici. Nessuno nega le situazioni gravi che si sono verificate, ma è necessario un passaggio culturale positivo per cambiar le cose, questo tipo di narrazione non aiuta nessuno”. 

  • Contatti utili

    È possibile contattare gli streetworker attraverso il Sensor Civico del Comune di Bolzano, oppure scrivendo direttamente all'indirizzo mail [email protected]