Gesellschaft | Cooperazione

"Un modo diverso di fare economia"

La Fondazione Trentina Alcide De Gasperi propone un viaggio italiano ed europeo nel mondo della cooperazione. Intervista a Ludovico Fiammozzi.
Officina cooperazione 2023
Foto: Fondazione Trentina Alcide De Gasperi
  • Scoprire il mondo della cooperazione dal punto di vista economico. Per la seconda edizione di Officina Cooperazione la Fondazione Trentina Alcide De Gasperi ha deciso di dedicare il modulo del 2024 allo sviluppo del movimento cooperativo, partendo dalla storia del territorio, per ampliare poi gli orizzonti verso l’ambito italiano ed europeo, in un progetto che coinvolgerà per qualche mese una ventina di ragazzi tra i 18 e i 29 anni. Un modo per conoscerne  non solo le radici, ma anche la crescita, i progressi e le diramazioni, fino alle possibili applicazioni future, e per meglio comprendere il funzionamento di un’idea di economia ben radicata nel territorio. L’iniziativa ha già raccolto adesioni e si annuncia come una stimolante riflessione sui modelli economici in questo periodo di cambiamenti, ne parliamo con Ludovico Fiammozzi dell’Ufficio Stampa e Comunicazione della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi. 

    SALTO: Com’è nato questo progetto? 

    Ludovico Fiammozzi: L’idea è nata in stretta collaborazione con la Fondazione Valtes. Abbiamo pensato ad un percorso adatto a giovani di età diverse, con incontri divisi su più mesi, che comprendessero visite, viaggi ma anche laboratori interattivi, con una formazione attiva sul campo. 

  • "L’esperienza territoriale è il nostro punto di partenza, il nostro percorso, infatti, non vuole essere schierato, ma si pone anche l’obiettivo di analizzare lo stato di salute della cooperazione." Foto: Fondazione Trentina Alcide De Gasperi

    Perché la scelta di questo tema? 

    Nell’ambito della trilogia pensata per Officina Cooperazione, dopo il primo anno dedicato all’Unione Europea e in prospettiva del prossimo durante il quale parleremo di Costituzione, abbiamo deciso di muoverci su argomenti che avessero un universo valoriale simile: l’idea di preservare i beni comuni anche attraverso l’economia. Abbiamo inoltre pensato che Don Lorenzo Guetti e De Gasperi fossero due figure speculari, cresciute nello stesso territorio, con un contesto culturale simile. Per non tradire l’ideale degasperiano abbiamo poi guardato al resto d’Italia, in particolare alla cooperazione dell’Emilia Romagna, e all’Europa, con una tappa in Germania, prima nei paesi di Raiffeisen, padre della cooperazione tedesca, e infine alla BCE, l’istituzione economica dell’UE. 

    Quanto ha contato la cooperazione in Trentino Alto Adige? 

    Sicuramente ha permesso uno sviluppo diverso, capace di portare ricchezza anche nei piccoli centri e di coinvolgere anche chi, da solo, non avrebbe potuto resistere alla concorrenza degli attori più grandi. L’esperienza territoriale è il nostro punto di partenza, il nostro percorso, infatti, non vuole essere schierato, ma si pone anche l’obiettivo di analizzare lo stato di salute della cooperazione e la sua capacità di essere ancora attuale. 

    Questo modello può ancora essere una valida alternativa? 

    Tra le finalità del progetto c’è anche quella di comprendere le possibili applicazioni future. Partiamo da un approccio positivo, ma abbiamo notato che c’è un accentramento oggi: la cooperazione deve tener conto dei diversi livelli, che passano anche dall’UE. Inoltre bisogna capire se si riesce a non tradire le premesse iniziali quando ci si espande molto e si diventa un grande attore sul mercato. 

  • Perché la cooperazione si è sviluppata in misura maggiore nei paesi dell'area tedesca? 

    È una domanda che ci porremo durante questi mesi. Le prime forme di cooperazione nascono in Gran Bretagna e forse la Germania ha potuto recepirle più velocemente, con influenze che si sono diramate anche nel Nord Italia. Non possiamo dire però se ci sono dei territori più adatti a tale modello o se può funzionare solo in alcuni contesti, probabilmente può essere valida l’idea di esportare la cooperazione anche in altre aree…Il nostro percorso non vuole essere una mera celebrazione, ma intende ampliare la riflessione. 

    Tra le finalità del progetto c’è anche quella di comprendere le possibili applicazioni future

    Alla fine del viaggio infatti avete previsto dei momenti di condivisione con le scuole? 

    Come per la scorsa edizione, anche quest’anno abbiamo pensato a vari incontri con le scuole della Valsugana e Tesino, i territori in cui hanno sede le Fondazioni Valtes e Alcide De Gasperi, durante i quali i ragazzi che hanno partecipato al percorso possono raccontare agli alunni di medie e superiori la loro esperienza, non solo con la narrazione ma anche con dei laboratori interattivi. L’intenzione è quella di restituire alla comunità quanto si è raccolto, anche attraverso una serata pubblica, nel 2023 c’è stata anche una piccola pubblicazione: un reportage di foto e testimonianze che speriamo di replicare. 

    Avete già raccolto adesioni? 

    Le iscrizioni scadono domenica 18 febbraio e abbiamo già una decina di candidature, ma attendiamo questo ultimo weekend per completare la squadra.