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Palazzo Rottenbuch - Storia e territorio

In occasione della 25esima edizione delle Giornate FAI di Primavera verrà aperta al pubblico la residenza Rottenbuch: ecco di cosa si parlerà.
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Foto: Alessandra Braccili

In occasione della 25esima edizione delle  Giornate FAI di Primavera, la Delegazione FAI di Bolzano aprirà al pubblico il palazzo Rottenbuch, sede della Soprintendenza ai Beni Culturali, come segno di riconoscimento all'istituzione e ai dirigenti che, dall'inizio dell'attività del FAI sul territorio, hanno voluto ufficializzare la presentazione al pubblico dei monumenti aperti dal FAI.

Il palazzo Rottenbuch offre un ampio repertorio in campo artistico, architettonico, culturale e storico, poiché nel corso della sua storia, dal Medioevo al Novecento, passò per le mani di varie famiglie nobili che man mano modificarono il suo aspetto.

L'attuale quartiere Fago-San Quirino era nel Medioevo una sorta di non-luogo completamente disabitato e la residenza Rottenbuch, che era stata costruita proprio in quella zona in origine era un maso vinicolo dal nome “Gandl”. Il terreno circostante veniva sfruttato per le coltivazioni, soprattutto di viti, che erano di proprietà delle diocesi di Trento e Bressanone e di diversi conventi e cattedrali dell’Alta Baviera. La zona, che non faceva ancora parte della città di Bolzano, era chiamata “Keller” per la presenza di un'antica cantina vinicola presso la vecchia chiesa di Santa Maria ai piedi del Guncina.

Nel XVI secolo, come molti altri masi situati nelle vicinanze della città, venne acquistato dalla famiglia Rottenbucher, che faceva parte dell'élite bolzanina del tempo e che gli diede il nome con cui oggi conosciamo il palazzo. Nei secoli a venire passò sotto il possesso di altri esponenti delle elité bolzanine: prima David Wagner e poi i suoi discendenti, grazie ai quali la famiglia venne elevata al rango di “conti von Sarntheim”.

Essi conservarono il possesso del palazzo per molto tempo, finché poi questo passò alla famiglia Huyn, anch'essa molto influente, e infine fu acquistato dalla Provincia Autonoma di Bolzano nel 1972.

Nel corso del tempo il palazzo subì varie modifiche anche sotto il punto di vista architettonico: rispetto alla sua struttura iniziale, esso fu ampliato e furono aggiunte nuove stanze. Dal punto di vista artistico, invece, sono interessanti i dipinti che si trovano sulle pareti e sui soffitti, che in alcune stanze esaltano la nobiltà della famiglia con stemmi accompagnati da raffigurazioni di animali (come il leone) o figure mitologiche (come il grifone), in altre stanze richiamano a miti e leggende dell'antichità o alludono ad alcuni episodi della Bibbia.