Francesco Filippi
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Salto Gespräch

“Questa memoria non serve alle vittime”

Dalle foibe alla commemorazione della battaglia di Nikolajewka. La deriva della memoria pubblica italiana e il dolore per le proprie vittime a discapito di quelle altrui.
Von
Bild des Benutzers Elisa Brunelli
Elisa Brunelli17.04.2022
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Kommentare

Bild des Benutzers Massimo Mollica
Massimo Mollica 17.04.2022, 18:05

In merito al fatto in sè credo che il PD nazionale si sia ravveduto e abbia compreso l'errore.
Detto questo, tali "commemorazioni", al giorno d'oggi, trovano il tempo che trovano. Tutto è annacquato dal rumore assordante dei social e nei media troviamo la voce di persone alla Orsini che dovrebbero rappresentrare la libertà e invece sono solo mediocrità.
Il vero tema di oggi è se dal 24 febbraio il mondo è cambiato e come. E questo cosa significa per me, per la mia terra, per quel mondo occidentale che ci rappresenta,nel bene e nel male. (in Salto forse se ne parlerà fra 10 anni, forse)
Perché la libertà di cui ho goduto, che è il frutto del sacrificio della vita di molti, mi fa ben comprendere quello che stra giustamente afferma l'intervistato alla fine. Che di fatto, da appartenenti al primo mondo (e qui in questa terra appartenente a una sorta di privè ancora più privilegiato), siamo stati carnefici in molti aspetti. E non solo nel negare (e facendolo pure con cattiveria) la dignità a chi ha provato a venire qui, ma anche stra fregandocene del suo diritto a rimanere nel luogo in cui è nato. Nel non capire, inoltre, che abbiamo lasciato a un pazzo dittatore fare i suoi porci comodi (Cecenia, Siria, etc.) e nonostante questo ci siamo legati a lui per interessi economici in campo energetico.
Sulla carta siamo coloro che propugnano maggiormente i diritti umani ma sotto sotto c'è del marcio.

Bild des Benutzers △rtim post
△rtim post 18.04.2022, 14:49

Kriminelle Gewalt damals, wie heute: Da kann es kein Negieren, Relativieren, geschweige denn, ein Legitimieren, auch nicht durch die Einführung eines weiteren italischen Ehrentages am 26.01., geben. Da hat Francesco Filippi völlig recht. Dem offiziellen Italien geht es offenbar anscheinend nicht darum, sich da selbst (endlich) ehrlich zu machen. Im Gegenteil.
Ein weiterer hochoffizieller Tag also der Festigung des staatlich verordneten Geschichtsnegationismus und Revisionismus in Italienund damit auch in Südtirol, das ja in seiner realen Selbstverwaltung bekanntermaßen nicht mal selbstständig eine Flix-Bushaltestelle innerhalb Bozens ohne vorherige Genehmigung aus Rom verlegen kann.
Ein reflektierter und kritischer Umgang mit Geschichte sieht jedenfalls anders aus.
Sehr selbstoffenbarend, was auch Unterberger hier von sich gab/gibt und es dann nicht mal für Stimmenthaltung reichte. Wie das?
Nur Mangel an Mut zum aufrechten Gang?
Ob selbstverschuldete Engführungen, so meint sie sich offenbar sogar rechtfertigen zu dürfen oder aus Interesse an der Nominierung für eine röm. Position: Im Zeitalter der Gleichzeitigkeiten hat es nun für sie für einen weiteren Posten gereicht. Unbedeutend, ob nun verdient oder nur bestraft, eine solche röm. Ernennung unter solchen Annahmen auch nur zu erwägen anzunehmen.
Denn die Opfer krimineller Gewalt, egal, wann und durch wen sie Opfer wurden, sie haben/hätten es immerhin verdient, eine glaubhafte und vertrauenswürdige Interessensvertretung zu haben.
Besonders in den Institutionen der Politik.
Vgl. auch:
https://www.salto.bz/it/article/08042022/elogio-allinvasore

Bild des Benutzers Martin Piger
Martin Piger 01.05.2022, 21:26

Cara signora Brunelli,
sarebbe interessante sentire dal signor Filippi, che cosa intende quando dice che il corpo degli Alpini nella Guerra Bianca combatteva non in quanto aggressore ma in quanto aggredito.
Fino adesso (erroneamente?) credevo che anche in questa guerra fosse vero il contrario.

Francesco Filippi
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