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Dall’ora di religione non si scappa

In Sudtirolo vigerà l'obbligo di frequentare l’offerta alternativa all’insegnamento della religione cattolica. A regolarlo saranno gli ispettori nominati dalla Diocesi.
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Foto: katholisch.de

È passato quasi un anno dal voto del Consiglio provinciale del Sudtirolo che, su proposta dell’assessore alla scuola tedesca Philipp Achammer, sancì l'introduzione per legge di un’ora di etica nelle scuole altoatesine, come opzione alternativa obbligatoria all’insegnamento della religione cattolica per chi sceglie di rinunciarvi. “Per le alunne e gli alunni che rinunciano a partecipare all’insegnamento della religione cattolica è prevista la partecipazione obbligatoria a un’offerta formativa alternativa. La Giunta provinciale approva il rispettivo regolamento di esecuzione” recita il comma 13 aggiunto nel dicembre 2021 all’articolo 1 della Legge provinciale 5/2018. Questo nonostante i molti dubbi sulla costituzionalità della norma. Sentenze della Corte costituzionale hanno stabilito come l'assenza da scuola al posto della lezione di religione debba restare un’opzione valida.

 

 

Ritengo che abbiamo argomenti validi per un'offerta alternativa obbligatoria, su questo ho già avuto alcuni colloqui a Romaspiegò a salto.bz Philipp Achammer. Un’offerta sulla carta apparentemente innovativa, volta a soddisfare quei genitori che esonerano i propri figli dall’ora di religione per motivi a loro volta di credo religioso (l’appartenenza a un’altra confessione) o perché atei. Un diritto, quello all’ora alternativa, spesso negato in Sudtirolo come in Italia, o soggetto a limitazioni arbitrarie, con disagi per le famiglie e trattamenti incivili ai danni dei bambini. Secondo le intenzioni della Giunta provinciale, la nuova materia dovrebbe entrare a pieno regime nell’anno scolastico 2023/2024. Quando sarà definito il “regolamento di esecuzione” previsto dalla legge provinciale riformata, che ne dovrà fissare le linee guida, i contenuti, le/i docenti e la loro formazione.

 

La Curia nomina gli ispettori

 

Ma chi stabilirà il regolamento? Facciamo un passo indietro. Partendo da un’altra anomalia tutta sudtirolese. Da 21 anni gli insegnanti di religione dell’Alto Adige non ricevono l'incarico tramite concorso pubblico, come tutti gli insegnanti di materie curriculari, ma vengono nominati dalla Diocesi dopo aver verificato i criteri di idoneità (missio canonica). Non sempre gli insegnanti di religione hanno i titoli per partecipare a un concorso: la loro laurea può non essere riconosciuta in Italia. La Legge provinciale 12/1998 prevede perciò che l'Ordinario Diocesano selezioni i docenti attraverso un decreto d’idoneità all’insegnamento della religione cattolica; una decisione che obbedisce a leggi sacre più che profane. Anche per la funzione di ispettori provinciali per l'insegnamento della religione cattolica si deve essere in possesso dell'idoneità rilasciata “a tempo determinato” dall'Ordinario Diocesano di Bolzano-Bressanone.

 

 

Ecco: secondo informazioni raccolte da salto.bz, incaricati a definire le linee guida della nuova “materia etica” sono proprio gli ispettori scolastici per l’insegnamento della religione cattolica delle tre intendenze scolastiche provinciali, rispettivamente di lingua italiana, tedesca e ladina, che hanno formato un gruppo di lavoro congiunto accompagnato da alcuni “esperti esterni”. I tre ispettori sono Patrizia Corrà per la scuola italiana, Agnes Irsara per la scuola ladina e Christian Alber per quella tedesca. Alber è noto per il suo incarico rinnovato 13 volte in 15 anni (nonostante, come detto sopra, quello per ispettore all’insegnamento della religione cattolica sarebbe un ruolo “a tempo determinato”) e per una brochure riguardo gli studenti di culto mussulmano copiata senza citare le fonti - e perciò ritirata.

 

Senza un'etica

 

In poche parole, le persone che si occupano per conto della Diocesi dell’insegnamento di religione nella scuola altoatesina sono le stesse che dovrebbero definirne l’opzione alternativa laica. Serpeggia perciò il fondato timore che la nuova materia sia in realtà un’ora di educazione etico-morale-religiosa sotto mentite spoglie. I progetti pilota già attivati in alcune scuole di lingua tedesca, di corsi alternativi attualmente facoltativi, prevedono già ore di “formazione religiosa”. Insomma, dall’ora di religione non si scappa: non solo all’aria aperta, ma nemmeno sul piano teorico.