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Tornano gli aiuti Covid

“Riattiviamo i sussidi per famiglie e imprese” promette l’assessora Deeg. La richiesta delle associazioni: “Riaprite le scuole, i genitori da soli non ce la fanno”.
Arno Kompatscher
Foto: ASP/Fabio Brucculeri

Buone notizie per le famiglie e le imprese messe in difficoltà dal secondo lockdown e dal persistere del coronavirus. La Provincia di Bolzano, impegnata fra le altre cose a organizzare il test a tappeto previsto questo fine settimana, intende riattivare a breve i sostegni straordinari destinati a cittadini, famiglie e sistema economico in difficoltà per la crisi pandemica. Fra questi figurano aiuti ad erogazione immediata, contributo di locazione e spese accessorie. Del provvedimento, annunciato da Arno Kompatscher, si occuperà direttamente l’assessora provinciale alle politiche sociali, Waltraud Deeg, che la prossima settimana sottoporrà alla giunta provinciale una proposta di delibera.

 

Aziende escluse, ci stiamo lavorando

 

Attualmente, informa Palazzo Widmann, anche a livello nazionale si sta lavorando a un piano di aiuti del governo. È notizia dei giorni scorsi l’esclusione delle aziende altoatesine dal sostegno dato dal decreto legge “ristori bis”, circostanza che ha provocato la forte protesta delle categorie economiche, specie delle piccole imprese. Lo Stato nel frattempo guarda già al decreto “ristori ter”.

Decreto “ristori ter”, quando sapremo quali misure di sostegno all’economia farà il governo potremo agire a livello locale (Arno Kompatscher)

Resta ora da chiarire se e in che misura la nuova misura nazionale prevederà misure di sostegno per l’economia. “Occorre chiarire quali provvedimenti di sostegno verranno coperti con risorse dello Stato, e quali settori saranno sostenuti in quale misura. Solo dopo che questa decisione sarà arrivata potremo agire a livello locale come giunta per capire quali sono i nostri margini di intervento”, sottolinea Kompatscher. Per capirlo occorrerà valutare i vincoli di budget, previo un accordo generale sulle priorità e sulle risorse a disposizione.

 

Appello per riaprire le scuole

 

All’indirizzo del governo provinciale giunge l’appello di un nutrito gruppo formato da rappresentanti delle associazioni, dei genitori e da medici. Il tema è l’istruzione, ora in gran parte effettuata a distanza in Alto Adige salvo le attività minime per alcune categorie come previsto dall’ordinanza numero 69. “L’apertura delle strutture per la cura dei bambini, gli asili e le scuole è fondamentale”, scrivono Christa Ladurner, portavoce dell’Alleanza per le famiglie, Angelika Mitterrutzner, presidente di KFS, Wolfgang Obwexer, presidente della Federazione per il sociale e la sanità, Andreas Conca, coordinatore del servizio provinciale di psichiatria e psicoterapia dell’età evolutiva, Clara Peretti, del gruppo “genitori nidi e scuole dell’infanzia per la riapertura”, Letizia Lazzaro, coordinatrice di Rete Economia Donna.

Secondo i firmatari “ci sono numerosi studi attuali che dimostrano gli effetti negativi della chiusura di asili nido, scuole dell’infanzia e scuole”. Nella lettera si sottolinea come “le strutture educative e assistenziali” siano “tra le poche aree in cui l’incidenza del contagio è gestibile e sotto controllo”. Sul tavolo c’è il problema evidenziato del congedo parentale speciale Covid, una misura nazionale: “Al momento non può essere richiesto - dicono i sottoscrittori -. Purtroppo è anche noto da precedenti esperienze che non tutti i genitori che lavorano ne hanno diritto. Le ferie sono state esaurite da tempo e molte famiglie non possono permettersi ferie non retribuite o non approvate. Di conseguenza, molti genitori non hanno altra scelta che, a malincuore, violare la responsabilità genitoriale e lasciare soli bambini e ragazzi o portarli in altre famiglie. Il tanto pubblicizzato lavoro da casa alternativo è un’impresa difficile mentre ci si prende cura dei bambini e spesso porta a un sovraccarico”.

Il congedo parentale Covid non funziona, molti genitori hanno esaurito le ferie e sono costretti a lasciare soli bambini e ragazzi. Il lavoro da casa così non va 

Segue “l’attuale situazione dei giovani”, che risulta “non ancora discussa”. La richiesta è che “per la fascia di età degli studenti delle scuole medie e superiori venga resa possibile - al più presto – l’alternanza di apprendimento in presenza con quello a distanza (50%-50%)”.

I firmatari non dimenticano infine la responsabilità delle famiglie: “È evidente per tutti i sottoscrittori di questo comunicato che sia necessario prendere decisioni importanti sulla base degli indici della curva epidemiologica. In questo senso le famiglie devono contribuire al benessere di tutti e soprattutto dei gruppi vulnerabili, prendendo le opportune precauzioni per ridurre al minimo il rischio di infezione anche prima e dopo la scuola”.