Chronik | La sentenza

"Decreti di abbattimento illogici"

Il Tar dichiara improcedibili i ricorsi a tutela dei lupi perché le greggi non sono più negli alpeggi, ma bacchetta la Provincia: "Chiaramente negativi i pareri ricevuti".
 Wolf im Winter schleicht durch den Schnee
Foto: iStock
  • I ricorsi contro il prelievo di quattro lupi, il regolamento di esecuzione e l’individuazione delle zone pascolive protette sono sì improcedibili ma i decreti di abbattimento di Arno Kompatscher non erano sufficientemente motivati per cui i giudici del Tar ravvisano “la  fondatezza della censura di eccesso di potere per carenza, insufficienza e illogicità della motivazione del provvedimento impugnato”. Per questo Palazzo Widmann dovrà pagare le spese legali. La sentenza è stata depositata oggi (19 febbraio), giornata tragica nella quale il 73enne Albert Stockner, scomparso da ieri, è stato trovato in condizioni gravissime ed è deceduto nel pomeriggio con ferite multiple su collo, addome e braccia, “compatibili con l'aggressione di un "canide selvatico", un lupo, uno sciacallo, o un cane randagio. 

    Come si ricorderà, lo scorso autunno, gli attivisti per i diritti degli animali avevano presentato due ricorsi al Tribunale Regionale di Giustizia amministrativa in merito alle autorizzazioni al prelievo di quattro lupi nel Comune di Castelbello e sulle montagne di Fundres. Oggetto dei ricorsi non era solo il prelievo dei grandi carnivori, ma anche la questione della costituzionalità e della conformità al diritto comunitario della legge che ha introdotto il concetto di zone pascolive protette. Sono state esaminate anche la legittimità del relativo regolamento di esecuzione e del decreto d'individuazione delle singole zone pascolive protette.

    Entrambi i ricorsi sono stati respinti in quanto improcedibili perché non sussistevano più i motivi di urgenza che avevano dato luogo all’adozione dei provvedimenti. Nell'autorizzazione firmata dal presidente della Provincia, Arno Kompatscher, il termine per il prelievo dei lupi era stato fissato a 60 giorni, ormai scaduto a causa della sospensione giudiziaria del provvedimento. Secondo i giudici del Tribunale Regionale di Giustizia amministrativa l’autonoma impugnazione del regolamento di esecuzione e del decreto di individuazione delle zone pascolive protette è inammissibile per insussistenza di un relativo interesse concreto. 

  • Luis Walcher: Il neo assessore all'agricoltura e membro di spicco del Bauerbund bolzanino ritiene la sentenza "comprensibile". Foto: Seehauserfoto

    Ad un certo punto, come avvenuto in varie altre sentenze (quelle sul Twenty, ad esempio), i giudici sembrano un po’ tirare le orecchie all’avvocatura per la linea difensiva . “Diversamente da quanto sostenuto dalla difesa della Provincia – si legge nella sentenza -  secondo la quale i pareri resi dall’ISPRA e dall’Osservatorio faunistico provinciale non potrebbero essere considerati come negativi, “ma semplicemente (erano) constatazioni di non poter esprimere parere” e che, pertanto, sarebbe stato del tutto legittimo soprassedere agli stessi in forza del parere del prof. Hackländer dell’Università di Vienna, il Collegio ritiene che la portata sostanzialmente negativa dei detti pareri sia chiaramente evincibile dagli stessi”. In particolare l’osservatorio rileva un difetto istruttorio nonché “l’imperscrutabilità delle basi tecniche e scientifiche alla base dell’elaborazione dei criteri adottati dall’Amministrazione e la poca chiarezza delle conclusioni”, e dichiara pertanto di “non essere in grado di esprimere un parere favorevole”. Allo stesso modo l’ISPRA, dopo aver rilevato il probabile conflitto dell’applicazione con il dettato della direttiva Habitat, ha messo in evidenza la poca coerenza della richiesta di prelievo a fronte dell’assenza di misure di prevenzione e la contraddittorietà della richiesta di abbattere complessivamente quattro lupi in provincia di Bolzano a fronte del numero massimo di due prelievi previsti nell’intero territorio del Trentino-Alto Adige / Südtirol.

    Si tratta sì di pareri non vincolanti, ma “per disattendere gli stessi, secondo l’insegnamento costante della giurisprudenza, è comunque richiesto un adeguato onere motivazionale rafforzato, il quale, a parere del Collegio, non si ravvisa nel caso all’esame”.

    "La sentenza – minimizza l’assessore alle foreste Walcher - è comprensibile. La funzione delle aree pascolive protette come vera e propria area di protezione dei nostri animali da pascolo dai grandi predatori è, come si spera, una buona strategia - ma non può rimanere l'unica. Continueremo a lavorare con altre Regioni dell'Unione Europea per declassare lo status di protezione del lupo a livello comunitario, in modo da poter adottare misure ragionevoli per proteggere i nostri animali da pascolo".

     

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rheticus rheticus Di., 20.02.2024 - 10:54

Si continua a parlare di misure di protezione per le greggi, ma si dimentica che in molti casi
si tratta di pochi animali per maso. E’ probabile che se i lupi dovessero fare ancora più stragi,
molti contadini di montagna lasceranno perdere l’allevamento di poche pecore piuttosto che sobbarcarsi costose opere di recinzione e l’acquisto, l’addestramento ed il mantenimento di cani specializzati da pastore. Una cosa simile e già accaduta con i maiali. Da quando non possono essere più tenuti nella stessa stalla delle mucche, i più hanno semplicemente rinunciato a tenere
i due tre maiali che allevavano per lo speck di famiglia. Lo speck continuano a farlo acquistando dal macellaio locale carne importata.

Di., 20.02.2024 - 10:54 Permalink