Gesellschaft | Lavoro

La Metro chiude i battenti?

A rischio 64 impiegati della filiale di Bolzano. Cgil e Uil minacciano lo stato di agitazione. Intanto in corso Libertà apre il nuovo colosso del discount Aldi.
Metro
Foto: Andreas P. Kaiser

Non è un buon momento per i 64 impiegati del magazzino di Bolzano di Metro Italia. Si fa infatti sempre più concreta l’ipotesi di chiusura del punto vendita e l’azienda, denunciano le categorie del commercio di Cgil/Agb e Uil/Sgk, “ormai da tempo si rifiuta di dare garanzie, certezze e informazioni in merito al personale occupato”. 

Vicolo cieco


In passato c’erano stati tagli al personale ma il gruppo tedesco aveva confermato di voler restare a Bolzano presso la sua sede attuale (complici anche i fatturati positivi), eventualità che ora viene invece messa in discussione.

Durante l’estate scorsa si era parlato di un ridimensionamento della struttura, con il mantenimento solo del reparto food. La situazione però è precipitata: “L’assenza di risposte sul rinnovo del contratto di affitto del magazzino - spiegano i sindacati in una nota congiunta -, in scadenza nel mese di giugno 2019, lascia ipotizzare che la trattativa non stia andando a buon fine e che Metro Italia potrebbe abbandonare il mercato bolzanino”.

Metro sta riservando il peggiore dei trattamenti ai lavoratori al servizio dell’azienda da decine di anni. Persone che diventano numeri, come nelle peggiori esperienze multinazionali

Da mesi Metro Italia aveva disdettato il contratto integrativo nazionale, temporeggiando nella qualificazione delle proposte di rinnovo e presentando solamente il mese scorso una piattaforma incomprensibile da parte di un’azienda sana e in crescita, dicono le parti sociali che rivendicano il diritto di conoscere il destino del personale impiegato e la salvaguardia del loro posto di lavoro. “Le proposte avanzate da Metro Italia - riferiscono i confederali - erano irricevibili, facendo riferimento, tra l’altro a: riduzione del premio di produzione, aumento del numero di domeniche lavorative, riduzione della percentuale di pagamento del lavoro domenicale, aumento delle ore lavorative contrattualmente e individualmente previste con mantenimento dell'attuale retribuzione, reintroduzione degli orari spezzati e di carichi lavorativi più importanti durante le giornate domenicali con incidenza profondamente negativa sulla qualità di vita dei lavoratori. Ad oggi solo il grande senso di responsabilità del sindacato, ha evitato la rottura del tavolo di contrattazione”.

Nulla da festeggiare


La festa organizzata dalla società per domani, mercoledì 20 marzo, risulta quindi del tutto “irrispettosa e inopportuna nei confronti dei lavoratori. Uomini e donne a servizio dell’azienda da decine di anni, alle quali Metro sta riservando il peggiore dei trattamenti. Persone che diventano numeri, come nelle peggiori esperienze multinazionali”, così i sindacati che ora annunciano battaglia. Se l’azienda dovesse continuare nel suo percorso di omissione delle informazioni e di indisponibilità ad accogliere le istanze sindacali - avvertono - sarà inevitabile l’evoluzione dello stato di agitazione, anche attraverso azioni di mobilitazione più stringenti.

Per una multinazionale tedesca che rischia di chiudere un’altra spunta nel capoluogo altoatesino. Dopo Brunico e Merano, infatti, il 21 marzo il gruppo Aldi, che negli ultimi 12 mesi ha aperto 50 nuovi discount in Italia (soprattutto al Nord) e che si pone come il principale concorrente di Lidl, inaugura il suo nuovo punto vendita a Bolzano, in corso Libertà. Sarà aperto dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 20.30 e la domenica dalle 9.00 alle 20.00. Con buona pace di chi difende a spada tratta le chiusure festive?