Umwelt | Riparte il turismo

“Traffico sui passi, non succede nulla”

Il Dachverband für Natur rilancia la questione irrisolta dei valichi. “Dopo la pausa del Covid si ricomincia daccapo. Nel Tirolo hanno agito, qui no. Solo chiacchiere”.
Passo Gardena
Foto: Asp

“I passi stanno diventando di nuovo rumorosi”. Inizia così il comunicato-denuncia del Dachverband für Natur- und Umweltschutz in Südtirol-Federazione per la natura e l’ambiente dell’Alto Adige, che riaccende i riflettori sulla questione della mobilità a motore sui valichi alpini. In una fase in cui al lockdown decretato dal coronavirus segue la ripresa dei movimenti e del turismo montano. Klauspeter Dissinger, presidente della federazione, e il direttore Andreas Riedl chiedono misure concrete per contenere il traffico e quindi l’inquinamento sulle strade in quota. Il modello è quello del confinante Land austriaco: “Il Tirolo del nord - dicono - ancora una volta è un passo avanti a noi in questo. In Alto Adige da anni si svolgono discussioni, misurazioni dei dati ma non succede nulla”.

 

Al di là degli annunci

 

“Il coronavirus - riepilogano Dissinger e Riedl - ha fatto sì che improvvisamente si sentisse il silenzio sulle strade del passo e nei dintorni. Ora, però, per l’estate sta emergendo un ritorno ai vecchi schemi, ancora senza misure adeguate”. Molto è passato dalla rivoluzione annunciata di #Dolomitesvives (correva l’anno 2017), rimasta un test. Durante la scorsa estate è stato invece lanciato, alla presenza degli assessori di Alto Adige e Trentino Daniel Alfreider e Roberto Failoni, il monitoraggio congiunto del traffico di quattro valichi fra le Province di Bolzano e Trento: Sella (2240 metri di quota), Gardena (2127 metri), Campolongo (1875 metri) e Pordoi (2239 metri). Le dichiarazioni sulla mobilità soft nelle Dolomiti Unesco, da individuare assieme alle popolazioni locali (e agli operatori turistici), non si sono ancora tradotte in atti concreti.

 

 

Anche per questo la federazione ambientalista intende riportare il tema nell’agenda della politica. Il silenzio intorno alle strade di valico, fanno presente presidente e direttore, ha breve durata. La riapertura delle frontiere, già introdotta, “porterà inevitabilmente alla ricaduta in vecchi schemi e ruoli”. Segue l’appello per un completo ripensamento della ripresa del turismo, “affinché l’Alto Adige possa finalmente essere all’altezza della pretesa di essere lo spazio vitale più desiderabile d’Europa”.

Nel Tirolo austriaco in breve tempo hanno chiuso la regione di Außerfern alle moto rumorose. Qui in Alto Adige da anni si svolgono discussioni e rilevamenti, ma in realtà non succede nulla

 

 

Estate post-Covid, cosa si farà?

 

Secondo la Federazione è all’atto pratico che si misurano le differenze tra Alto Adige e Tirolo. “Alla fine di maggio, la provincia del Tirolo ha chiuso senza tante cerimonie le popolari strade di montagna della regione di Außerfern alle motociclette che, secondo la patente, hanno un livello vicino al campo di oltre 95 decibel. La modifica della Legge fondamentale è entrata in vigore il 10 giugno e rimarrà in vigore per il momento fino alla fine di ottobre. Per la prima volta in Austria, questi divieti di circolazione, che si basano anche sul rumore, sono giustificati con un notevole sollievo per le persone e la natura”.

 

 

“Notevole - continuano i vertici dell’associazione - è anche la velocità con cui questa misura nordtirolese è stata preparata e attuata. Le misurazioni del rumore sono state effettuate nel 2018, lo studio è stato preparato nel 2019 e nel 2020 è stato emanato il quadro giuridico per i divieti di circolazione. In Alto Adige, invece - è l’amara conclusione -, da anni si svolgono discussioni, prove, misurazioni e aggiornamenti dei dati. In realtà non sta succedendo nulla, ma molto probabilmente neanche quest’anno verranno adottate misure per la riduzione del traffico”.