Politik | Election day

Voto a casa per chi è in quarantena

Al vaglio l’idea dei seggi mobili. Cia: “Scrutatori a domicilio bardati come astronauti”. A Trento l’incontro prefetto-Regione. Urne fuori dalle scuole, un problema.
elezioni, comunali
Foto: interno.gov.it

Una complessità in più tra le tante per il turno elettorale del 2020, che in Trentino Alto Adige assomma le elezioni comunali al referendum sul taglio dei parlamentari. Accanto alla volontà di individuare sedi alternative alle scuole per i seggi, su indicazione del governo - una circostanza che difficilmente sarà applicabile in tutti i 272 Comuni della regione, alcuni sprovvisti di spazi pubblici non scolastici - esiste la necessità di garantire il diritto di voto a coloro che si trovano in quarantena o isolamento fiduciario per il coronavirus. L’ipotesi al vaglio riguarda dei seggi mobili, in pratica scrutatori che andranno casa per casa o nei luoghi adibiti alla quarantena portando le schede a ciascun elettore, indossando tutte le protezioni del caso. Qualcosa in più si capirà dal protocollo nazionale e da quanto comunicherà il ministero dell’interno ai tecnici regionali. Oggi, mercoledì 19 agosto, è in programma un incontro a Trento tra il commissario del governo e i funzionari dell’ufficio elettorale della Regione, competente su enti locali e amministrative.

 

Scrutatori come astronauti

 

Le valutazioni, conferma l’assessore regionale agli enti locali Claudio Cia, sono in corso. Soluzioni chiare al momento non ce ne sono, ma l’idea è estendere il servizio che da anni si fa per gli ospedali e le case di riposo. Questa volta serviranno le precauzioni in più per evitare il contagio. Gli scrutatori insomma dovranno essere altamente protetti. “Stiamo valutando - afferma Cia -. Bisognerà certamente creare le condizioni per esprimere il voto. Ciò comporta delle difficoltà, ad esempio il fatto che chiunque vada a portare e ritirare le schede dovrà bardarsi come un astronauta”.

Bisognerà certamente creare le condizioni per esprimere il voto. Ciò comporta delle difficoltà, ad esempio il fatto che chiunque vada casa per casa dovrà bardarsi come un astronauta (Claudio Cia)

Il voto avverrà domenica 20 settembre, dalle 7 alle 23, e lunedì 21 dalle ore 7 alle 15, per il primo turno delle comunali e il referendum. Sono interessati i 156 Comuni del Trentino e i 116 dell’Alto Adige. Ai pazienti in strutture ospedaliere e case di riposo è già garantito l’esercizio del voto nel luogo di ricovero, purché abbiano i requisiti per essere elettori del rispettivo consiglio provinciale (in Alto Adige valgono ad esempio i quattro anni ininterrotti di residenza). 

Il Covid apre una pagina inedita in materia di democrazia. L’election day 2020 costituirà la prima chiamata alle urne dallo scoppio dell’emergenza coronavirus e sempre la prima in cui verrà tenuto conto delle misure anti-contagio. In Alto Adige l’esercizio di voto si confronta per forza con l’elevato numero di persone in isolamento domiciliare, 1.496 stando al bollettino dell’azienda sanitaria del 18 agosto, a cui si sommano le 7 in isolamento nella struttura di Colle Isarco.

Siamo in attesa delle istruzioni referendarie, tramite il protocollo nazionale che ancora non è pervenuto

Garantire a tutti questi cittadini di poter barrare la propria scheda non è una possibilità scontata. “Abbiamo diverse soluzioni sul tavolo - prosegue Cia -, ma una modalità fattibile possono essere i seggi mobili con gli scrutatori che vanno incontro alle persone, naturalmente coloro che hanno titolo per essere in isolamento. Naturalmente proteggere chi va casa per casa non sarà semplice”.

Difficile prevedere seggi alternativi in tutti i Comuni della regione. Nei più piccoli per forza si dovrà votare nelle scuole

La Regione non decide per sè. Visto che le amministrative si accompagnano al referendum valgono le indicazioni nazionali in materia elettorale, su cui è titolare il ministero dell’interno. “Siamo in attesa delle istruzioni referendarie, tramite il protocollo nazionale che ancora non è pervenuto” aggiunge l’assessore. “I nostri funzionari dell’ufficio elettorale regionale incontrano il commissario del governo a Trento proprio per avere maggiori informazioni. Ad esempio anche sulla previsione delle urne non nelle scuole, che tradotto nella nostra realtà locale rappresenta qualche criticità. Ci sono piccoli Comuni in cui non esistono alternative, per forza i seggi dovranno essere negli spazi scolastici”.