Wirtschaft | Solland Silicon

“Il solito ritornello”

Ancora fumata nera sulla trattativa con i cinesi che dovrebbero acquisire la fabbrica. Rösch invia una lettera ai dipendenti. Albrigo (Cisl): “La Solland non è l’Ilva”.

Avevano sollevato un polverone le dichiarazioni del sindaco di Merano Paul Rösch che aveva recentemente proposto in consiglio comunale, per ragioni di sicurezza e date le attuali condizioni, la chiusura dello stabilimento della Solland Silicon di Sinigo. L'ipotesi era tuttavia stata smentita dal comandante dei vigili del fuoco il quale aveva assicurato che dopo la fuga di gas di qualche settimana fa la situazione sembrava essere tornata sotto i livelli di guardia. Dopo che sulla questione è intervenuto anche l’assessore Nerio Zaccaria sottolineando che l’amministrazione comunale ha il dovere di scongiurare, secondo le sue possibilità, la chiusura della fabbrica e di tutelare i lavoratori, Rösch ha inviato una lettera aperta ai dipendenti della Solland per chiarire il motivo di quanto dichiarato.

“Le affermazioni ricorse sugli organi in informazione a proposito del mio intervento sulla situazione della Solland di Sinigo e che fanno seguito anche a una dichiarazione in consiglio comunale, vanno senz'altro chiarite perché non diano adito a false interpretazioni", fa sapere il primo cittadino che aggiunge: “La prospettiva cinese pare più una favola inventata ad arte da chi sta giocando con il destino di molte famiglie che un'eventualità certa di futuro. Davanti a questo panorama, il discorso della chiusura degli impianti da me evocato non è né un appello, né tantomeno un desiderio, ma la presa d'atto di una possibilità purtroppo quanto mai concreta”.

“Capisco che il sindaco abbia a cuore l’ambiente - ribatte il sindacalista della Femca-Cisl Maurizio Albrigo - ma ce l’abbiamo tutti, bisogna rendersi conto che se chiude la Solland lo stesso destino toccherà alla SunEdison, che ne sarà allora di tutti i lavoratori? Parliamo di oltre 1500 persone, calcolando anche l’indotto”. Albrigo specifica che lo stabilimento è costantemente monitorato e deve continuare naturalmente ad essere tenuto sotto controllo “ma questa non è l’Ilva di Taranto, non ci sono emissioni inquinanti nell’aria, paradossalmente, se vogliamo, inquina più l’inceneritore di Bolzano che la Solland”.

Nel frattempo oggi (20 giugno) l'imprenditore irpino Massimo Pugliese, titolare dello stabilimento di Sinigo, ha parlato in audioconferenza con i sindacati territoriali e con la rsu, aggiornandoli sull’ostica trattativa con i cinesi della Xinte Energy che dovrebbero rilevare la Solland. “Il ritornello di Pugliese è sempre lo stesso: ‘abbiate pazienza’”, riassume amaramente Albrigo il quale annuncia che ci sarà un nuovo incontro con i cinesi la prima settimana di luglio. “Pugliese ci ha assicurato che cercherà di ricucire la negoziazione”. Domani l’imprenditore sarà a Roma per verificare a che punto è la richiesta sulla cassa integrazione ma questa, spiega il sindacalista della Cisl, non verrà sicuramente mai approvata senza un piano di rilancio già siglato, cosa che può avvenire solo tramite un accordo con i cinesi. Mercoledì prossimo (22 giugno) Pugliese dovrebbe - il condizionale è d’obbligo - riferire quali sono le sue soluzioni per pagare le spettanze di gennaio, aprile, maggio e il saldo delle competenze del mese di febbraio a chi non lo ha ancora ricevuto. Anche gli stipendi di giugno, con ogni probabilità, finiranno nell’elenco degli arretrati.