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Il sindaco plebiscitario

Intervista a tutto campo al sindaco di Vadena Alessandro Beati, alla giuda di una giunta che comprende tutti i partiti presenti in Consiglio Comunale.
Beati, Alessandro
Foto: Salto.bz

salto.bz : Sindaco Beati, lei è al terzo mandato e guida un'amministrazione dove l'opposizione non esiste. Con i tempi che corrono come ci siete riusciti? Il vostro sembra essere un caso unico in Alto Adige, soprattutto in prospettiva ‘italiana’…
Alessandro Beati - Per non avere opposizione sono dovuto arrivare alla terza legislatura. Nelle due precedenti l’opposizione c’era. 

Beh, allora vuol dire che le scorse elezioni sono davvero andate alla grande.
Nella prima legislatura avevo mandato a casa il mio predecessore Mosna e allora l’opposizione è stata un processo naturale. Nella seconda legislatura invece a fare opposizione erano i partiti di centro destra, ma con una giusta funzione di controllo. Nelle ultime elezioni la mia lista civica ha guadagnato molti consensi a tal punto da poter fare una giunta monocolore, sia dal punto di vista linguistico che da quello che riguarda gli equilibri di genere. 

Una civica interetnica?
Sì, che ha raccolto in sostanza i frutti del lavoro che è stato fatto. Va precisato che si tratta di una ‘civica amministrativa’, non era di appoggio a qualche altro partito ma dotata di ‘vita propria’ e composta da persone che magari dal punto di vista politico la vedono in maniera diversa, ma che hanno come obiettivo comune quello del bene del paese. Abbiamo scelto di non fare una giunta monocolore perché non avrebbe avuto senso avere PD ed SVP all’opposizione dopo aver governato con loro per 10 anni. 

E la destra italiana che fine ha fatto?
Avevo avuto dei contatti con loro. A Vadena il 60% della popolazione è di madrelingua italiana e quindi è verosimile che una buona fetta di popolazione abbia quel tipo di sensibilità di base. Sarebbe stato importante che anche loro avessero una loro rappresentanza però alla fine a comandare sono i risultati delle elezioni: nessuno di loro è riuscito ad entrare in consiglio comunale. 

Quali sono i progetti più importanti su cui avete lavorato finora in questa legislatura?
Proprio sabato prossimo 22 ottobre inaugureremo un grosso lavoro di riqualificazione urbanistica del paese e del quale siamo molto fieri. Poi stiamo lavorando sulla banda larga ed anche su un nuovo progetto dedicato alla storia del nostro paese. Che non è una cosa da poco visto a Laimburg in passato si trovata il porto fluviale più a nord d’Italia. 

Oltre alla vittoria quasi plebiscitaria nelle scorse elezioni comunali, lei recentemente ha anche trascinato il suo paese verso un’altra decisione quasi unanime, quella del no all’ampliamento dell’aeroporto di Bolzano. 
Per anni non hanno tenuto conto in nessun modo di noi, pensando “cosa vuoi che contino quei quattro gatti”. Hanno pagato, tutto qui. 

In realtà non siete neanche così pochi. Mille abitanti sono 5 volte i residenti di Ponte Gardena. Un paese dove da anni sono tutti contro tutti. Quasi il contrario di quanto avviene da voi. 
In ogni caso sull’aeroporto finalmente abbiamo avuto molta visibilità. Si sono accorti di noi. 

E immagino ora voi manteniate la massima attenzione sugli sviluppi. Visto che al momento non è dato sapere cosa ne sarà dell’aeroporto. 
Sì. Se un privato vuol fare, che faccia pure. Ma io ho i miei forti dubbi che possa funzionare. Se ci fossero state le condizioni ci sarebbero già riusciti. Comunque continuiamo a monitorare la situazione. 

Il comune di Vadena è molto sensibile poi sul versante della viabilità e i trasporti, avendo la A22 che in pratica scorre a pochi metri dai salotti dei residenti. 
Dal punto di vista territoriale siamo una realtà rurale, ma anche noi abbiamo subito delle trasformazioni per cui molti dei nostri contadini si sono spostati sul terziario e quindi anche noi viviamo l’esperienza del pendolarismo. 

In realtà a Vadena ora c’è anche una piccola realtà industriale.
Sì, con le lavanderie Hass che hanno vinto l’appalto per i sette ospedali dell’Alto Adige. 

Anche da voi l’agricoltura è cambiata, come nel resto del territorio provinciale?
Oggi vivono di agricoltura solo le famiglie che dispongono almeno di 5/6 ettari. Gli altri che hanno appezzamenti più piccoli li tengono comunque per tradizione, ma in realtà hanno un doppio lavoro. 

Tornando all’autostrada, come vedete l’ipotesi di ridurre la velocità a 90 km orari nel tratto cittadino a Bolzano?
Molto bene. Purtroppo Caramaschi non ho ancora avuto occasione di incontrarlo, ma quando lo vedrò gli dirò che anche noi saremmo d’accordo. Le auto consumano meno ed i centri abitati godrebbero di una forte diminuzione dell’inquinamento atmosferico ed anche acustico. 

Voi poi a Vadena avete anche il ‘piacere’ di convivere con la più grande discarica di rifiuti provinciale. Come vanno le cose lì?
Da noi di fatto le discariche sono due. La prima, quella storica, progressivamente verrà ‘chiusa’ e diventerà un corpo morto da gestire con i suoi gas di scarico e percolati. Ma la 'vecchia' darà spazio ad una nuova discarica che si trova verso il Safety Park che è già pronta per entrare in funzione. 

E l’inceneritore? Di quello cosa ne pensate?
Al di là di tutte le critiche per noi è stata una fortuna. Il vecchio inceneritore si piantava spesso e quindi i rifiuti che arrivavano e non potevano essere conferiti finivano da noi. A periodi l’odore era davvero terribile da sopportare. Quello nuovo invece ha due linee, per cui se non ne funziona una può essere usata l’altra e l'impianto dispone anche di depositi. Così da noi oggi arrivano solo i residui della combustione, in pratica. 

Prima di costruire le discariche a Vadena hanno chiesto a voi del paese cosa ne pensavate?
All’epoca io ero ragazzo. Vennero costituiti dei comitati, ma quello che riuscimmo a fare è stato solo di spingere affinché le strutture per lo meno venissero fatte a regola d’arte, per limitare il più possibile i danni ambientali. E non far finire le cose come era successo nella discarica precedente, quella di Castelfirmiano. Dove poi alla fine sono riusciti almeno a fare un ‘raviolone’, impacchettando il materiale e isolandolo da tutto il resto. 

Nel vostro territorio comunale poi trova sede anche un’altra struttura da voi non voluta e che crea una serie di disagi: il Safety Park. 
Ancora poco tempo fa mi sono lamentato con Michele Di Puppo che all’epoca era in giunta provinciale. A lui ho detto: “voi andate e venite, ma i problemi che create restano”. In realtà lui aveva preso accordi per costruire un centro di guida sicura, al quale di fatto noi non eravamo contrari. Solo che poi al suo posto è arrivato Widmann che è appassionato di motocross. 

All’inizio di questa legislatura provinciale si era parlato anche di una possibile chiusura della struttura per le moto. 
Sì, ma Kompatscher mi ha detto che in merito ha ricevuto addirittura delle minacce di morte, pensi lei. A Vadena abbiamo di tutto e non ne possiamo più. 

“Negli anni 70 ci hanno tagliato in due la campagna per fare l’autostrada. Poi è arrivata la discarica con gli odori. E poi anche il Safety Park con i divertimenti degli altri. L’aeroporto è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.”

Cosa succederà in futuro con il Safety Park?
Con la STA che ora gestisce gli impianti è stato avviato un dialogo ed esiste un progetto per delle barriere antirumore da posizionare attorno alla pista delle moto. Nel limite del possibile stanno facendo qualcosa, il problema sta tutto nella scelta iniziale. 

Anche voi farete la vostra parte per quanto riguarda l’accoglienza dei profughi?
Il tema dei rifugiati lo sto affrontando da vicepresidente della comunità comprensoriale. A breve spazi verranno messi a disposizione a Laives, Egna ed Ora. Ad Appiano ci sono già. Noi di Vadena siamo decentrati, ma cercheremo senz’altro di fare la nostra parte nell’integrazione dei rifugiati che è un tema assolutamente cruciale. Per tanti anni abbiamo avuto il campo nomadi e quindi abbiamo una certa esperienza in materia. 

Concludiamo la chiacchierata con il coro dei sindaci altoatesini di cui lei ha l’onore di essere il direttore. L’attività prosegue? L’ex sindaco di Bolzano Spagnolli ne fa ancora parte?
Il sindaco Spagnolli c’è ancora, è un appassionato. Così come altri ex sindaci che hanno completato il loro mandato ma hanno voluto rimanere. Ci troviamo a provare ogni due settimane. Sarebbe bello se il coro venisse valorizzato un po’ di più. Ogni anno prepariamo tre canti nuovi: uno italiano, uno tedesco e uno ladino. E’ davvero una cosa molto simpatica. Non ci sono solo le Musikkappellen.