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Acqua da tutte le parti

Sei bacini artificiali da 340mila metri cubi d’acqua per irrigare vigneti e meleti di Caldaro — a scapito dei boschi di Altenburg. Il progetto accende gli animi.
rastenbachklamm Altenburg
Foto: Seehauserfoto
  • Sei bacini artificiali di accumulo d’acqua principalmente ad uso d’irriguo, ma anche con funzione anti-incendio, per “tutelare il Lago di Caldaro” e “disporre di un’adeguata riserva d’acqua per i mesi estivi e ovviare alle carenze produttive date da periodi siccitosi”. Di questi, due invasi “di stoccaggio” realizzati nel bosco di Altenburg/Castelvecchio a Caldaro sulla strada del Vino, nei pressi della Rastenbachklamm (nell'immagine in alto), area protetta dal 1979. E poi altri bacini ancora: uno nei boschi di Monticolo e tre pozzi interrati (due a Sella di Termeno nonché uno a Caldaro) per un volume complessivo di ben 340mila metri cubi d’acqua. Sono queste le opere richieste dal Consorzio di miglioramento fondiario che riunisce a sua volta 17 consorzi del comune di Caldaro e due nel comune di Termeno — titolari di varie concessioni d'acqua per l’irrigazione per una superficie agricola complessiva di 867 ettari. Il Consorzio è stato costituito dalla Provincia nel 2020 per accedere ai finanziamenti statali ed europei

    Sei bacini di accumulo, quattro a Caldaro e due a Termeno, per un totale di 340.000 metri cubi. Tre invasi sono all’aperto, tre interrati. 

  • I sei invasi intorno a Caldaro: cliccare sull'immagine per ingrandire. Foto: Comune di Caldaro
  • Secondo i promotori del progetto — supportato dai Comuni e dalle Cantine sociali di Caldaro e Termeno, nonché dalla Cooperativa frutticola “Roen” e dai Vigili del fuoco di Caldaro — l’acqua raccolta garantirà l’attività di produzione dei vigneti e dei meleti della zona, che dà lavoro a circa 500 persone: “I cambiamenti climatici in atto, caratterizzati da un aumento generalizzato delle temperature, il prolungamento dei periodi di siccità, piogge di breve durata ma di forte intensità (cioè troppa acqua o troppo poca acqua) impongono l’urgenza di un diverso approccio nella gestione della risorsa idrica”, si legge nelle relazioni tecniche accompagnatorie, “le concessioni idriche sono in corso di validità e non viene richiesta nessuna nuova concessione. Al contrario, con la realizzazione del presente progetto, si potrà rinunciare alle concessioni dal Lago di Caldaro e dalla Fossa grande di Caldaro”. Una rinuncia a derivazioni “attualmente considerate impattanti”, perciò “per sopperire alle irrinunciabili esigenze irrigue, è prevista la realizzazione di bacini irrigui in quota” con acqua piovana.

  • La faggeta di Altenburg/Castelvecchio: una delle meglio preservate del Sudtirolo Foto: Seehauserfoto
  • Gli invasi all’aperto a Castelvecchio, provvisti di dighe alte una decina di metri, sono “Rastenbach” (superficie di 6,1 ettari e volume di 135mila m³ d’acqua) e “Bärental” (3,8 ettari e 87mila m³). Le scarpate esterne saranno ricoperte a “prati aridi” nella parte superiore e riforestate nella parte inferiore. Ai due bacini, come detto, si aggiungono “Feld” di Monticolo (99mila m³) e un altro interrato nella zona di Matschatsch, “Tröpfltal” (1,1 ettari e 11mila m³ d’acqua). Inoltre, le aree boschive coinvolte dal progetto sono pubbliche: “Il Consorzio metterà a disposizione del Comune di Caldaro una pari superficie boschiva per la compensazione degli usi civici. A questo scopo il Consorzio ha già stipulato il preliminare di acquisto di 5,97 ettari di bosco dalla società „Manincor GmbH“ e parteciperà all’asta del Comune di Termeno s.s.d.v. per l’acquisizione di ulteriori 10 ettari di superficie boschiva”, si legge nella domanda di variazione al Piano urbanistico del Comune di Caldaro.

    Il progetto è finanziato con 9.700.000 euro dal “Piano nazionale invasi” e 2.400.000 di fondi PNRR per un sistema di telecontrollo degli impianti irrigui.

  • Le dighe dell'invaso “Rastenbach”, ad Altenburg/Castelvecchio: alte fino a una decina di metri. Foto: Comune di Caldaro
  • Nel 2020 il “Piano nazionale invasi” ha riservato al progetto (d’interesse provinciale) un finanziamento di ben 9.700.000 di euro, mentre il Consorzio ha ottenuto 2.460.000 di euro dal PNRR per il telecontrollo degli impianti irrigui con sensori di umidità del terreno, per un ulteriore “risparmio di acqua” ovvero il “corretto uso dell’acqua irrigua”. “L’ambiente naturale da tutelare è sicuramente quello del lago di Caldaro” dove “nei mesi estivi la temperatura dell’acqua raggiunge valori elevati che incidono negativamente sull'habitat naturale. Data la presunta correlazione fra l’aumento di temperatura dell’acqua e i prelievi irrigui, emerge l’importanza della realizzazione del progetto per risolvere l’annoso problema”, è la conclusione del Consorzio.

  • La serata informativa dell'11 novembre a Caldaro: incontro pubblico organizzato dalle associazioni ambientaliste. Foto: Heimatpflegeverband
  • L'assemblea degli ambientalisti

    Di tutt’altro avviso sono gli ambientalisti di Caldaro, che fanno notare come in totale sarebbero sacrificati 14 ettari di bosco. “È la più bella faggeta del Sudtirolo e una delle ultime, popolare meta escursionistica e luogo magico” secondo Norbert Dejori, presidente dell’Associazione biologhe e biologi dell’Alto Adige. Sabato 11 novembre, l’Heimatpflegeverband, l’Umweltgruppe Kaltern e la sezione dell'Alpenverein di Caldaro hanno organizzato una partecipata serata informativa sui bacini, al motto “Salviamo il bosco di Altenburg”. “Né il Comune di Caldaro né i gestori del progetto ovvero il consorzio d’irrigazione avevano informato la popolazione di Caldaro e l'opinione pubblica” sostengono le associazioni ambientaliste. “Non siamo contrari ai bacini artificiali in sé, ma sacrificare per essi un bosco intatto e una preziosa proprietà pubblica è assolutamente inaccettabile” ha dichiarato Horst Palla della sezione AVS di Caldaro. Per questo si chiede un'ubicazione alternativa per i bacini. Secondo Claudia Plaikner, presidente dell'Heimatpflegeverband, è inaccettabile che infrastrutture agricole vengano costruite in aree forestali protette invece che sui terreni degli effettivi beneficiari del bacino idrico.

    “È la più bella faggeta del Sudtirolo e una delle ultime”

  • Il bosco di Castelvecchio/Altenburg in autunno: una delle mete escursionistiche più apprezzate dell'Oltradige. Foto: Heimatpflegeverband
  • A detta del relatore principale della serata, il direttore della Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio Raimund Rodewald, i bacini artificiali in discussione sono “sovradimensionati” e un danno d'immagine di Caldaro. Per Rodewald si tratta di un’infrastruttura “monotona, tecnica, ostile alla natura”, un intervento del genere “comprometterebbe seriamente la funzione del bosco”, sarebbe “una trappola per la fauna” e privatizzerebbe un terreno pubblico. “In Svizzera, i bacini per l'irrigazione vengono creati solo con piccoli serbatoi in aree agricole nelle immediate vicinanze dei terreni da irrigare. Il disboscamento per la realizzazione di bacini d’accumulo a scopo irriguo è fuori discussione in Svizzera”, sostiene Rodewald.

    “Il disboscamento per la realizzazione di bacini d’accumulo a scopo irriguo è fuori discussione in Svizzera"

    L’assessore all’agricoltura del Comune di Caldaro, Stefan Vorhauser (SVP), ha duramente criticato la serata informativa definendola “unilaterale”, ma si è detto anche “pronto a cercare un compromesso”: “È vero che in totale dovranno essere disboscati 12 ettari di foresta durante i lavori”, ha aggiunto, “ma circa sei ettari saranno poi riforestati”. Secondo l’assessore, il progetto garantirà in futuro il risparmio di acqua potabile; circa la metà delle riserve d'acqua previste saranno riservate allo spegnimento d’incendi e una quota per l'irrigazione di aree verdi pubbliche e private.

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nobody Di., 21.11.2023 - 08:27

Diese "unmenschlichen" Übersetzungen im Vorspann sind köstlich. Vignetten. So nach Otto: Hast Du Bienen in den Ohren?

Di., 21.11.2023 - 08:27 Permalink