Politik | Senato

Sul terzo mandato la Lega insiste

Il Carroccio non ritira l'emendamento in Commissione al Senato che porta da 2 a 3 il limite di mandati per sindaci e governatori. FdI e FI: "Parliamone dopo le europee".
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Foto: piueconomia.com
  • La Commissione Affari costituzionali del Senato voterà domani (22 febbraio) i 41 emendamenti al decreto elettorale, tra cui quello della Lega sul terzo mandato di sindaci e Governatori. Lo ha annunciato il presidente della Commissione Alberto Balboni nella seduta odierna. La Commissione Bilancio ha infatti espresso il suo "nulla osta", senza il quale il voto sarebbe slittato a martedì.

    “Non vogliamo creare problemi al governo ma non ritiriamo l’emendamento, perché crediamo che i buoni governatori e amministratori debbano poter essere giudicati dai cittadini. Comunque il Parlamento è sovrano”, spiegano fonti della Lega sentite dall’ANSA. “Il centrodestra non si dividerà sul terzo mandato. Deciderà liberamente il Parlamento", ha ribadito il ministro e segretario leghista Matteo Salvini, intervenendo a Mattino 5. “Ma è una questione di democrazia: se uno ha un buon sindaco o governatore e, dopo due mandati, non può più rivotarlo per legge secondo me perde qualcosa. C'è un limite di mandati per ministri, parlamentari italiani ed europei? No. Se uno si trova un sindaco o un governatore bravo sarebbe utile che possa rivotarselo due, tre, cinque volte", spiega il leader della Lega. 

    Per il capogruppo di FI alla Camera, Paolo Barelli “le Regioni hanno poteri enormi e quindi non sembra opportuno insistere su questo tema. E poi perché il terzo mandato e non il quarto o il quinto? I leader della maggioranza ne terranno conto e troveranno una quadra”. “Riteniamo che non sia il momento di discutere del terzo mandato dei governatori” ha spiegato all’ANSA il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti, a proposito dell'emendamento su cui insiste la Lega al Senato. "Il tema può essere esaminato più tranquillamente con i tempi dovuti in una riforma complessiva dei vertici delle Regioni. È equilibrata la posizione del governatore friulano Fedriga: parliamone in un quadro complessivo, dopo le Europee, ora non c'è urgenza”.