Non in nome mio.

Elezione del capo dello Stato: la (vera) politica è un'altra cosa.
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NON IN NOME MIO.
Sono momenti bui. Oscuri, in cui, credo, la maggioranza di tutti noi, cittadini di questo Paese meraviglioso che é l'Italia, ci sentiamo traditi, offesi da chi ha reso la più alta forma di esercizio della democrazia un rito inutile. Una casta, ipocrita e tesa al mantenimento del potere lo ha reso possibile, in un balletto sgraziato e ridicolo dove i danzatori, in teoria così diversi  si sono ben volentieri uniti, hanno danzato insieme , pestandosi magari un poco i  piedi ma nulla più perché l'obiettivo era unico: lo spettacolo deve andare avanti. Lo spettacolo, NON il Paese.  
Si dice che alla fine ciò  sia la logica conseguente di come noi italiani siamo. Dicono (vogliono farci credere,  perché se non vogliamo essere sudditi, dobbiamo allora essere complici) : "ogni popolo ha la classe politica che merita" perché i politici sono (sarebbero) l'espressione di chi gli ha eletti. Vero. Ma possono essere l'espressione della parte migliore o di quella peggiore. Questi, rappresentano senza dubbio la peggiore. Non é qualunquismo, non é generalizzazione, é l'amara constatazione dopo avere sentito, ieri sera,  le interviste ai vari Franceschini, Schifani e compagnia bella. Tutti impegnati a dare lezioni di democrazia, tesi  alla difesa delle istituzioni; proprio loro che le hanno manipolate, usate, sbeffeggiate, stuprate, facendosi gioco dell'unico segnale emerso con forza dalle urne: il desiderio, la NECESSITA' del cambiamento. Che schifo. 
Patria: non é un termine desueto, antico, non di parte, perché comprende noi, la nostra storia, i nostri monti, mari, tradizioni, il sorriso dei nostri figli, la libertà conquistata a fatica dopo due guerre mondiali e che permette alle istituzioni di usare frasi meravigliose quali : "In nome del popolo italiano". Quello che é successo ieri: la nomina di un capo dello stato per difendere privilegi, unendo (quasi) l'arco parlamentare non lo hanno fatto in nome del popolo , sicuramente non in nome mio, NON IN NOME MIO!
Il disagio, il senso di impotenza, l'amarezza che si provano oggi hanno un nome, semplice, antico ma che assume una forma nuova: AMOR DI PATRIA. Esserne consapevoli significa  rendere queste emozioni feconde.
La nostra é una nazione meravigliosa e strana. Nei momenti più duri ha spesso compiuto grandi progressi. Noi italiani siamo così, all'estero non lo capiscono, a volte anche ai nostri confini, a volte noi stessi: spesso disuniti e individualisti, talora autolesionisti ma sempre, sempre, sappiamo risorgere. Dalle macerie di una guerra, dalle ferite inferte dal  terrorismo locale e nazionale, siamo sempre usciti.  Sapremo risorgere anche dalla miseria in cui QUESTA classe politica ci ha condotti. Pensiamo ad esempio al dopoguerra, dove ben altri politici ricostruirono il Paese.  Perchè il problema non sono i "politici" intesi come classe. La politica serve, ma quale politica. Alcide de Gasperi intendeva il mestiere del politico una professione, soffrì grandemente oltre alla detenzione, l'inattività, il non poter esercitare la propria missione, fino a che la libertà non venne restituita a tutti noi. Missione appunto, diceva: "Un partito non è fine a se stesso; un partito è l'organizzazione di una buona volontà che ha un certo programma con un certo spirito, che viene da concetti superiori a quelli che possono muovere la vita quotidiana ed è al servizio di una causa."   Parole lontanissime da quelle sentite ieri e soprattutto da quanto  compiono e stanno compiendo QUESTI politicanti. A noi, popolo, appunto , sta non dimenticare, avere memoria lunga al momento del voto, ma soprattutto, oggi, farsi sentire con ogni modo lecito e democratico: scrivere, manifestare, parlare. Ovunque, sempre, NON RASSEGNARSI. Il vero nemico é la rassegnazione, perché su di essa i governi ingiusti hanno sempre costruito le proprie fondamenta. Non stiamo zitti. Allora perderemmo davvero. NON IN NOME MIO. 

 

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no name Mo., 22.04.2013 - 08:04

sembra che tutto il male, sempre nella storia, non sia stato mai compiuto in nome "nostro", ma sempre in quello degli altri, di loro, i cattivi e allora mi chiedo, da un pó come la mettiamo con l'effetto farfalla...tutta una truffa o bisogna, coerentemente, iniziare a cambiare nel prorio orticello?

Mo., 22.04.2013 - 08:04 Permalink