Wirtschaft | Previsioni

Un duro colpo per l’Alto Adige

I pesanti effetti della pandemia sulla provincia di Bolzano: crollo del Pil, previsto calo tra il 7 e l’11% nel 2020. Più cauto l’Astat: perdita tra 3,6 e 5,8%.
Pmi, economia
Foto: Suedtirolfoto.com/Helmuth Rier

L’emergenza sanitaria si trasformerà in una pesante recessione globale. Su questo le previsioni degli esperti concordano. Lo scenario, in ogni caso, non era dei migliori nell’Eurozona già prima dello scoppio dell’epidemia. Lo scorso anno infatti deludente si era dimostrato lo sviluppo della produzione industriale, soprattutto in Germania e in Italia, senza contare le difficoltà del commercio internazionale dovute alla politica di dazi avviata dagli Stati Uniti. I segnali di ripresa emersi all’inizio del 2020 sono poi stati stroncati dalla progressiva diffusione del coronavirus in Asia e, successivamente, in Europa e in America. A marzo l’indicatore ha registrato un crollo, soprattutto negli Stati che per primi sono stati colpiti dalla pandemia, come Italia, Spagna e Francia.

 

Nel nostro Paese, secondo le stime Istat, la sospensione delle attività ha riguardato circa 2,2 milioni di imprese (corrispondenti a quasi la metà del totale e due terzi delle imprese esportatrici) e 7,4 milioni di addetti, di cui 4,9 milioni dipendenti. “Consistenti shock occupazionali interessano anche i principali partner commerciali dell’Alto Adige. In Austria i disoccupati a marzo hanno superato il mezzo milione, con un aumento del 65,7 percento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In Germania l’Agenzia Federale per il Lavoro prevede per il 2020 un forte incremento del ricorso al ‘Kurzarbeit’, che dovrebbe arrivare a coinvolgere oltre 2,3 milioni di persone, più del doppio di quanto osservato nel 2009 a seguito della crisi finanziaria”, fa presente la Camera di Commercio di Bolzano.

 

Pil in caduta libera, l’impatto sull’Alto Adige

 

Il Fondo monetario internazionale prevede una contrazione del prodotto interno lordo mondiale del 3 percento. Per l’Italia il calo pronosticato sarebbe addirittura del -9,1 percento; in Germania del -7,0 percento; nell’Eurozona del -7,5 percento. Il Pil degli USA è destinato a scendere di quasi sei punti percentuali. La Cina dovrebbe invece evitare la recessione, ma la crescita dovrebbe limitarsi all’1,2 percento. L’effetto delle misure per il rilancio dell’economia in Italia si tradurrà in un recupero solo parziale nel 2021, l’aumento del PIL sarà pari al 4,8 percento, secondo le proiezioni dell’FMI.

Per quel che riguarda nello specifico l’Alto Adige, il territorio, rispetto alla crisi finanziaria del 2008, potrebbe soffrire maggiormente rispetto al resto d’Italia, soprattutto a causa della grande importanza che nella provincia rivestono alcuni settori fortemente colpiti dalle misure di contrasto all’epidemia, quali il turismo, il commercio al dettaglio e l’automotive, certifica l’IRE, l’Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano. I primi effetti sul mercato del lavoro sono emersi già nel mese di marzo, con il numero degli occupati dipendenti sceso del 4,5 percento rispetto allo stesso mese del 2019, soprattutto per effetto della chiusura del comparto turistico.

Le piante deboli, già colpite da una tempesta, rischiano di morire se sono coinvolte in un secondo evento impattante. Così è per le nostre aziende (Claudio Corrarati)

Quantificare al momento l’impatto del Covid-19 sul prodotto interno lordo altoatesino è difficile ma secondo le prime stime dell’IRE nel 2020 si prevede una contrazione compresa tra il 7 e l’11 percento (mentre la crescita reale per il 2019 è dell’1,5%). L'Astat valuta una perdita del Pil altoatesino 2020 tra 3,6 percento (a fronte di una chiusura di 2 mesi per le attività) e 5,8 percento (chiusura di tre mesi con graduale riapertura dal terzo mese), puntualizzando che le previsioni sono estremamente incerte a causa delle molteplici variabili legate al virus. Nello specifico, osserva l’Istituto provinciale di statistica, rimane incognita la variazione di domanda turistica nei mesi estivi che dipende in larga misura dall’evoluzione della pandemia. Oltre i tre mesi di chiusura il quadro che si delinea è particolarmente negativo, ipotizzandosi anche un crollo fino al 20%.


“Sono necessari interventi massicci di sostegno, in stretta collaborazione tra la Provincia, il sistema bancario e le istituzioni statali ed europee”, avverte il segretario generale della Camera di commercio Alfred Aberer. A fargli eco Claudio Corrarati, presidente di CNA-SHV: “È doveroso da subito pensare al piano 2 a sostegno della fase 2 di riapertura delle aziende, da attivare quanto prima e con misure per tutti settori e ogni tipo di impresa e al contempo calibrare bene i prossimi investimenti prossimi in Provincia”. Un esempio? L’investimento annunciato di 40/60 milioni di euro per la realizzazione un nuovo Polo dell’Economia in cui insediare IDM e altre strutture pubbliche. “Crediamo serva un momento di riflessione per valutare se convogliare queste risorse verso le casse delle aziende e verso il rilancio della filiera corta in Alto Adige, come prevede peraltro il piano Restart Alto Adige di IDM, per accelerare i tempi della ripresa - afferma Corrarati -. Le piante deboli, già colpite da una tempesta, rischiano di morire se sono coinvolte in un secondo evento impattante. Così è per le nostre aziende, che solo da poco avevano ripreso il ritmo dopo la crisi del 2008. Questa seconda crisi, se non supportata da misure chiare, definite ed efficaci, rischia di mettere in seria difficoltà le aziende e di mettere a rischio migliaia di posti di lavoro”.