Gesellschaft | Analisi

Il disagio 2.0

Uno studio di Apollis e Società Gaismair ha analizzato e confrontato la situazione economica degli gruppi etnici altoatesini. Presentando alcune novità sorprendenti.
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Foto: Südtirolfoto/Othmar Seehauser

Lo studio presentato ieri dal politologo Günther Pallaver e dal titolare di Apollis Hermann Atz è caratterizzato da numerosi aspetti interessanti ed in parte inaspettati che, tra l’altro, hanno dato origine a letture molto diverse da parte della stampa locale.

Mentre il Corriere dell’Alto Adige mette l’accento sulla conferma della presenza del ‘disagio degli italiani’, indicandone le caratteristiche economiche e politiche, Dolomiten infatti estrapola dalla ricerca un dato nello specifico e cioè il fatto che in Alto Adige oggi i diecimila stipendi più alti sono quelli delle famiglie mistilingui. Come a dire - e la cosa ha del clamoroso visto che si tratta del Dolomiten - che oggi mescolare italiano e tedesco arrivando fin nel focolare domestico in sostanza produce ricchezza

La studio realizzato da Pallaver ed Atz è molto interessante perché di fatto ‘certifica’ una situazione della quale si era avuto il sentore in molteplici occasioni. Come pure in altre indagini,  soprattutto compiute dall’ASTAT. Ma anche in coincidenza con scadenze elettorali che hanno consentito di tastare il polso della cittadinanza in termini di partecipazione e di ‘sensibilità’ sui vari tempi mano a mano posti al centro del dibattito politico. 

La ricerca - realizzata su un campione di 1700 altoatesini di cui 771 di madrelingua tedesca, 562 italiani, 144 ladini e 223 stranieri - ha premesso innanzitutto di individuare il gruppo maggiormente portatore di ‘disagio economico e cioè gli stranieri
Al di là di questo e confrontando invece i redditi di italiani e tedeschi lo studio compiuto da Apollis non ha fatto registrare differenze significative tra i due gruppi. Confermando però in questo modo anche la maggior fatica’ compiuta dagli italiani nel raggiungimento di posizioni ‘apicali’ nella società, avendo loro comunque in media titoli di studio più alti rispetto ai tedeschi. Si parla di un 17% di laureati italiani a fronte del 11% di tedeschi (e un clamoroso 17% di stranieri).
Tornando al punto di partenza il fatto che gli stranieri siano comunque il gruppo a maggior rischio povertà in sostanza la dice lunga sul tasso di disuguaglianza sociale in Alto Adige. 

Lo studio compiuto promosso da Società Michael Gaismair e Apollis con il sostegno dell’Università di Innsbruck (n.d.r. l’Università di Bolzano sarà mai in grado di occuparsi di lavori di questo tipo?) ha quindi consentito di ‘rinfrescare’ la questione del disagio degli italiani che negli ultimi anni ha fatto molto discutere. Introducendo però dati interessanti su un ‘profilo’ cruciale del disagio e cioè i ‘patrimoni’ degli altoatesini.
Gli abitanti della provincia di Bolzano hanno in media in banca o investiti 57mila euro ed un patrimonio immobiliare di 370mila euro. Però la differenza tra i cittadini di madrelingua italiana e tedesca è significativa e la dice lunga. Se una famiglia di madre lingua tedesca ha un patrimonio complessivo di 404mila euro, una famiglia italiana infatti di media non supera i 259mila euro
Questo dicono i ‘conti economici’. Con i quali si sommano e si intersecano i ‘conti politici’ in termini di partecipazione e di rappresentanza

In questo senso il dato più impressionante è il differente cambiamento avvenuto in vent’anni per quanto riguarda la differente propensione degli abitanti della provincia ad iscriversi ad un partito
Se dal 1996 si è infatti passati da un 20% ad un 18,6% per quanto riguarda la popolazione di madrelingua tedesca, facendo registrare tutto sommato una riduzione contenuta, il dato invece è incredibilmente allarmante per quanto riguarda gli italiani che sono precipitati ad un misero 1,9%. Quasi il nulla, insomma. E con naturali ripercussioni sulla partecipazione al voto, visto che - ha ricordato il politologo Günther Pallaver - il 77% di altoatesini al voto alle provinciali del 2013 è risultato costituito dalla’88% di popolazione di madrelingua tedesca e solo dal 63% di popolazione di madrelingua italiana. Con il successivo crollo della rappresentanza ‘italiana’ in consiglio provinciale (da 10 a 5 consiglieri) e un solo rappresentante in giunta come i ladini (che come numeri sono un quarto degli ‘italiani’). 

Come si diceva la Dolomiten propone oggi una lettura completamente alternativa dello studio rispetto a quella del Corriere dell’Alto Adige. 
Il giornale dell’Athesia infatti attribuisce a Günther Pallaver la considerazione che in Alto Adige la differenza tra i 3 gruppi linguistici diventa sempre più piccola dal punto di vista dei redditi, del livello di istruzione e dello sviluppo economico. Con annessa considerazione virgolettata che si tratterebbe di “un successo della società e della politica” nel nostro territorio con più gruppi linguistici. La lettura de risultati della ricerca da parte della Dolomiten prosegue osservando che è stata superata la chiara differenziazione del passato, con la popolazione di lingua tedesca che lavorava soprattutto in agricoltura e quella di lingua italiana attiva sopratutto nell’industria e nella pubblica amministrazione. 
Dopo di che Dolomiten concentra la sua attenzione sull’aspetto che viene privilegiato anche nella titolazione dell’articolo. Definendo ‘sorprendente’ il fatto che le famiglie mistilingui siano tendenzialmente quelle più ricche. La classifica ‘etnica’ delle famiglie più a rischio povertà oggi in provincia di Bolzano - riporta Dolomiten - vede infatti in testa quelle degli immigrati (35%) e a seguire con il 17% le famiglie ‘tedesche’, quelle italiane (14%) e quelle ladine con il 13%. 

La frase finale dell’articolo di Dolomiten poi è tutto un programma e invita tutti a riflettere. 
Ve la riportiamo integralmente, così anche i lettori di madrelingua italiana dovranno fare un piccolo sforzo, dopo quello compiuto da quelli di madrelingua tedesca. Che naturalmente ringraziamo di essere arrivati fin qui nella lettura. 

Die deutschsprachigen Bozner stehen beruflich und finanziell am besten da „und sind interethnisch am offensten und am besten integriert“. Auch die italienischsprachigen Bozner befinden sich „sozioökonomisch in einer vergleichsweise günstigen Lage“, meinen die Herausgeber. Allerdings seien sie „politisch weniger gut integriert“ als deutschsprachige.

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pérvasion Sa., 22.10.2016 - 11:10

»La (sic) studio realizzato da Pallaver ed Atz è molto interessante perché di fatto ‘certifica’ una situazione della quale si era avuto il sentore in molteplici occasioni.«
In che senso e in che misura la certifica?

»Confermando però in questo modo anche la ‘maggior fatica’ compiuta dagli italiani nel raggiungimento di posizioni ‘apicali’ nella società, avendo loro comunque in media titoli di studio più alti rispetto ai tedeschi.«
Che vuol dire?

»La classifica ‘etnica’ delle famiglie più a rischio povertà oggi in provincia di Bolzano - riporta Dolomiten - vede infatti in testa quelle degli immigrati (35%) e a seguire con il 17% le famiglie ‘tedesche’, quelle italiane (14%) e quelle ladine con il 13%.«
Dunque alla fine non è vero che economicamente sono più disagiate le famiglie »italiane«?

Sa., 22.10.2016 - 11:10 Permalink