Freizeit | Politiche Giovanili

Un nuovo concetto di Centri Giovanili

Come sono cambiati i Centri Giovani della Provincia di Bolzano e che cosa sta alla base di questa nuova concezione? “I giovani sono fondamentali per la società”, dicono gli educatori.
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I partecipanti dell'ultima attività estiva del Centro Giovanile
Foto: centro pierino valer
  • Il fatto che i centri giovanili siano cambiati nel tempo, in questa rubrica lo abbiamo messo in luce più volte. Gli educatori e gli operatori dei Centri Giovani presenti in provincia di Bolzano hanno, ormai da tempo, la volontà di trasformare la concezione che spesso si ha dei centri stessi, ovvero quei semplici luoghi d’incontro dove i giovani si trovano a giocare a biliardino e passare il loro tempo. Negli ultimi anni, però, molto è cambiato. “I centri giovani non sono più quelli degli anni ‘80, e non solo perché sono stati ristrutturati”, dicono alcuni educatori bolzanini. Alla base di questa trasformazione c’è una nuova idea di giovani: non sono più soggetti da tutelare in luoghi al riparo dalla società, ma soggetti fondamentali per lo sviluppo della società. E questo lavoro, secondo i collaboratori dei Centri Giovani - non lo si può fare concentrandosi solo sulla storica fascia d’età dei centri giovani, ma ampliandosi per creare una vera e propria filiera di cittadinanza. In questo ragionamento rientra anche il fatto che i centri giovani si stanno in realtà rivolgendo anche a giovani over 25 e a tutta la cittadinanza in generale con attività che si svolgono la sera e nei fine settimana. “Perché non ha senso isolare i giovani dalla società, ma connetterli ad essa, anche quindi con gli adulti e gli anziani”, evidenziano. Ma come sono cambiati i Centri Giovani in Provincia di Bolzano e, soprattutto, quali competenze possono sviluppare i giovani partecipando alle numerose iniziative a loro proposte? Parlano Erika Golin, della direzione scuole d’infanzia della Provincia, gli educatori dei Centri Giovani della Provincia: Maria Lo Russo, Mauro Dellafiore, Andrea Righetto. E Davide Mariotti, del Teatro Stabile di Bolzano.

    Cambia il target: dai 3 ai 25 anni

  • Foto: politiche giovanili
  • Foto: politiche giovanili

    Il nuovo concetto di centro giovanile, che si sta affermando in tutto il territorio provinciale, è partito dal Vintola 18 che, per primo, ha sperimentato la collaborazione con scuola dell’infanzia e Teatro stabile di Bolzano. “Il centro giovani non è più solo rivolto a una fascia d’età, non è più solo un luogo di rifugio e ascolto, com’è stato per molti anni, ma si sviluppa in più direzioni e allarga i suoi orizzonti”, dicono ancora gli educatori altoatesini, presentando l’Atelier creativo presente al Vintola 18. “Uno spazio in cui esplorare la bellezza e la meraviglia che è stato inaugurato lo scorso febbraio”, spiega Erika Golin, collaboratrice della Direzione provinciale Scuole dell´infanzia. “La mattina è dedicata alle bambine e ai bambini delle scuole dell’infanzia. L’Atelier permette loro di sperimentare metodi innovativi di scuola. Ormai da tempo – continua Golin – sentivamo la necessità di offrire ai bambini degli spazi per sperimentare cose nuove, un modo diverso di fare scuola che non comprendesse solo la struttura scolastica e che, allo stesso tempo, valorizzasse la cultura dell´infanzia. Ne è uscito qualcosa di davvero ben fatto: dalla cura degli spazi agli allestimenti, un luogo inclusivo in cui costruire relazioni autentiche e in cui si favorire la socialità e la collaborazione”. Concretamente, grazie alla partecipazione dell’Associazione ReMida, i bambini possono utilizzare i materiali di scarto della filiera produttiva per la loro creatività. “Riciclo ma anche educazione. Le costruzioni realizzate sono in continua trasformazione per non creare nuovi scarti, in quanto l´accento è posto sul percorso creativo e non sulla realizzazione di un prodotto da portare a casa. Le rappresentazioni permettono a ognuno di liberare la propria creatività e immaginazione, accogliendo così l´errore come risorsa e combattendo la paura di sbagliare”, conclude Golin. A gennaio verrà inaugurato anche a Bressanone. Così, per la prima volta, i Centri Giovani iniziano a occuparsi dei bambini dai 3 ai 6 anni. 

  • All’estremo opposto: i giovani studenti universitari. Ed è qui che entra in gioco il Teatro Stabile di Bolzano. “L’anno scorso, tramite l’esperienza della Compagnia teatrale universitaria, abbiamo riscontrato nei giovani universitari e degli ultimi anni delle scuole superiori un interesse verso le attività teatrali”, dice Davide Mariotti. “Cerchiamo di avvicinare ancor di più i giovani al teatro, non solo sul piano recitativo, ovvero quello più standard, ma proponiamo un percorso che mostri il teatro a 360°. Oltre al classico docente – sottolinea Mariotti – ci sarà pure un drammaturgo, uno scenografo, un costumista e un tecnico per le luci. Ogni parte è fondamentale”.
    La novità di quest’anno? L’offerta formativa verrà accostata ad un percorso con il giornalista Massimiliano Boschi che ha raccolto storie di giovani bolzanini per capire come questi sono realmente, al di là delle narrative tradizionali. Il materiale sarà utile ai corsisti come spunto per l’opera teatrale che, a maggio 2024, porteranno in scena.

    Ad essere collegata al mondo universitario è, inevitabilmente, vista la presenza di Unibz, anche l’attività del Centro Giovani Connection di Bressanone. “La città presenta una ampia comunità di giovani a cui però non offre spazi e iniziative culturali”, dice Andrea Righetto, di Connection. “Per questo vogliamo andare a lavorare proprio sul tempo libero degli universitari, offrendo loro la nostra struttura: un luogo accogliente dove portare tutto quello che spesso, purtroppo, rimane rinchiuso all’interno delle mura dell’università”. Connection, con la ristrutturazione del secondo piano del Centro, ospiterà l’Atelier. 

  • Foto: politiche giovanili
  • E tornando a parlare di Vintola, Maria Lo Russo, storica educatrice del centro giovani, sottolinea: “I centri giovani sono cambiati tanto. Non voglio snaturare quello che è l’associazionismo, perché anche noi siamo nati grazie al volontariato e agli ex oratori. Ma non voglio che si rimanga fermi alle concezioni degli anni passati. I Centri Giovani non sono più un luogo dove trovarsi solo a giocare a biliardino. Sono degli spazi dove poter sviluppare delle competenze utili a chi frequenta la scuola, l’università o chi si affaccia al mondo del lavoro, proprio perché sono tutte competenze trasversali. Oltre al teatro, come Vintola 18 abbiamo avviato una collaborazione con il Filmclub. Puntiamo ad appassionare i giovani anche al cinema: non solo guardando film, ma andando a capire cosa ci sta dietro. Per questo invitiamo professionisti del settore, che rendono i progetti più attrattivi e da cui i giovani possono trarre importanti insegnamenti”. Il Vintola 18 propone, all’interno del macro progetto INTRAlab, che ogni anno offre vari percorsi laboratoriali rivolti a varie fasce d’età, finalizzati al rinforzo delle abilità e all’apprendimento di competenze trasversali, anche percorsi come Viva la Radio, Riccione a tutto Culturcamp, Make your green/urban reel, Giocando s’impara, Yoga. Questi, insieme a “Go, Go Cinema!” e l’Atelier, presentano la filiera di giovani che dai 6 ai 20 anni possono sperimentare, conoscere e apprendere nuove competenze, spendibili anche in un prossimo futuro.

    In questa prospettiva si inserisce anche Strike Up di Merano. “Non possiamo più rimanere fermi agli anni ’80”, continua Mauro Dellafiore. “Per questo a Merano portiamo avanti una collaborazione con Family Room. Qui le famiglie possono trovare uno spazio di gioco e condivisione, colorato e accogliente, per genitori con bambini dagli 0 ai 4 anni. Il Family Room organizza anche attività laboratoriali con materiale di riciclo, attività creative e ludiche, gite, esperienze all'aperto ed ha l'obbiettivo di affermarsi sempre più come luogo di riferimento dove poter conoscere altre famiglie e confrontarsi sulle problematiche comuni che incontrano nel loro percorso come genitori”.
    Ma Strike Up è storicamente un luogo di musica, con due sale prove e uno studio di registrazione, infatti, oltre ai bambini, apre le porta anche ai più grandi grazie a MusicaBlu che, da quest’anno, offre i propri corsi all’interno del centro. “C’è molto movimento, che fa bene a noi e al quartiere. Chi passa per MusicaBlu – conclude Mauro Dellafiore – poi si ferma a frequentare le nostre attività, e viceversa. Si creano connessioni”. Anche a Merano, oltre che a Bolzano e Bressanone, quindi, i Centri Giovani si stanno trasformando in veri e propri poli di cultura giovanile, luoghi di connessioni e collaborazioni interdisciplinari finora inedite.

  • Viaggio in più puntate alla scoperta dei centri giovani della provincia, ognuno dei quali è specializzato in ambiti diversi: musica, teatro, robotica, scienza, giornalismo di strada o street culture. Si tratta di un vero e proprio sistema pensato per offrire servizi a target molto diversi tra di loro, non solo per fornire un supporto alle famiglie nel doposcuola, ma per sostenere i giovani nello sviluppo di competenze e nel loro percorso di autonomia dalla famiglia.