Arno Kompatscher
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Politik | Nuova Giunta

Non siamo più speciali

Kompatscher si è sempre mosso all’interno delle logiche di partito; ora prenderà ordini dalla destra. Un’opportunità per l'alternativa liberale, democratica ed ecologista.
  • Quando finalmente calerà il sipario sulla farsa, durata troppo a lungo, della formazione della giunta provinciale potremo dire che la SVP prende ordini da Roma (Tageszeitung 20.01.2024, pag 4-5) ed ha archiviato il fattore F (fascismo) nominando un “nipotino” di Almirante vice di Kompatscher.

    Insomma l’Alto Adige/Südtirol ha mandato in soffitta la propria specialità caratterizzata dall’indipendenza dai partiti romani, orgogliosamente esibita dalla SVP assieme al suo antifascismo che oserei definire di maniera. 

    Le due cose si tengono in questa svolta, ovvero il calo di consensi e la perdita di autorevolezza della classe dirigente SVP.  

    Di fronte al declino del proprio ruolo di rappresentanza dei gruppi linguistici tedesco e ladino, la Stella Alpina poteva scegliere di rimanere fedele alla propria storia politica ed aprirsi a quei partiti e movimenti che si inscrivono nel campo politico liberal democratico per dare risposte ai bisogni ed alle insicurezze che generano la trasformazione epocale che anche la nostra terra sta vivendo. 

    Invece ha scelto il recinto della propria conservazione per mantenere il potere che esercita dal dopoguerra ad oggi senza soluzione di continuità e continuare così a garantire quote di questo potere alle lobby e correnti interne al partito e nella società. L’esito del voto della Parteiauschuss, con una maggioranza schiacciante di voti favorevoli all’alleanza con la destra tedesca ed italiana, è la riprova che le posizioni di potere anche per gli Arbeitnehmer precedono quelle ideali.  

     Le posizioni di potere anche per gli Arbeitnehmer precedono quelle ideali

    A tale proposito le parole di Kompatscher “ma io sono sempre lo stesso” ai microfoni del TGR sono state disarmanti.

    Già lui è sempre lo stesso: siamo dunque stati noi cittadini che lo abbiamo caricato di aspettative?

    A sceglierlo come successore di Durnwalder fu 10 anni fa la SVP che vide in lui la figura in grado di fermare il calo di consensi che si sentiva nell’aria. Lo scandalo SEL, la questione vitalizi aveva incrinato il rapporto di fiducia dell’elettorato con il partito. Kompatscher aveva il phisique du role per riconnettere il palazzo con le persone. Giovane, preparato, bilingue, (bucava anche il video, il che non guasta nella società dell’immagine) una famiglia numerosa: in lui tradizione e modernità sembravano creare un connubio perfetto. Non aveva il piglio autoritario del suo predecessore, ma conosceva la macchina amministrativa e la politica perché le aveva già praticate e soprattutto sapeva comunicare. E così si è ingenerato, in chi non è interno alla SVP, l’equivoco dell’uomo svincolato dalle dinamiche di apparato

    Dieci anni fa Kompatscher aveva il phisique du role per riconnettere il palazzo con le persone.

    Se però ripercorriamo le tappe della sua presidenza dei dieci anni passati ci accorgiamo che si è mosso sempre all’interno delle logiche del suo partito. Avremmo dovuto già capirlo quando fece fallire la Convenzione, ma almeno quando nel 2018 fa scelse l’alleanza con la Lega. La sua condotta di oggi si inscrive pertanto in questo suo percorso. Ed il suo presente e futuro politico resta intimamente connesso alle decisioni degli organismi SVP che lui asseconda senza avere la forza di guidare. La sua cioè non è una leadership attiva, come i delusi pensavano.  

    Se Kompatscher è sempre la stessa persona, considerato il connotato citato sopra della sua leadership, la sua azione di governo non sarà giocoforza più la stessa perché con lui nell’esecutivo siedono i rappresentanti della destra tedesca ed italiana che hanno un approccio di un certo tipo al fenomeno migratorio, all’integrazione, ai diritti civili, al sistema scolastico e formativo, allo stato sociale, all’ambiente, allo sviluppo del territorio. 

    A meno che gli junior partner di giunta non si accontentino di fare le belle statuine, un qualche cambiamento ci sarà, tanto più che in consiglio c’è una nutrita pattuglia di consiglieri di destra che cannoneggerà l’esecutivo.

    La svolta spregiudicata della SVP offre tuttavia un’opportunità alle forze politiche e movimenti che la contestano e cioè di trasformare in proposta politica la tensione civile che in queste settimane ha dato vita ad appelli e manifestazioni. 

    Una connessione sentimentale tra le forze di opposizione liberal democratica ecologista e la società civile può far nascere dal basso un’ alternativa al ritorno al passato cui la SVP ed alleati guardano.

    Ci vuole generosità da parte di tutti i possibili attori per dare concretezza ad una piattaforma che sappia coniugare valori, ideali con una proposta politica concreta. Il tempo degli orticelli è finito per chi vuole essere protagonista del cambiamento. 

    Se non ora, quando?