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Foto: Salto.bz
Politik | Giunta

La foglia di fico del secondo assessore

Occorre riflettere sulle ragioni dell'astensione italiana. Ma perché la collettività dovrebbe accollarsi i costi di un esecutivo a 11 per assecondare la destra?
  • Ad un mese dalle elezioni  la politica locale sta offrendo uno spettacolo davvero desolante. I cittadini e le cittadine hanno eletto un consiglio provinciale con una presenza rafforzata  delle destre tedesche nelle loro diverse declinazioni, SVP e TK lievemente ridimensionati, Verdi e PD con lo stesso numero di consiglieri, La Civica con un seggio, la destra italiana (intesa come FdI e Lega) con tre soli eletti nonostante il vento nazionale favorevole. 

    Inoltre, come sottolineato da più parti, c’è stata una flessione del voto italiano documentata dall’astensionismo in quei comuni caratterizzati da una presenza numericamente rilevante del gruppo linguistico italiano. 

    La diserzione delle urne unita alla scelta di candidati, risultati poi non eletti, in liste/movimenti interetnici hanno portato in Consiglio Provinciale solo 5 italiani su 35 consiglieri, come già nel 2013. Da quando sono cominciate le consultazioni il “focus” è tutto sul secondo assessore italiano in Giunta perché con questi  numeri, in un esecutivo a otto come quello uscente, c’è posto per un solo italiano. 

    La destra rivendica dunque perentoriamente una giunta a 11: ne fa una questione di dignità del gruppo linguistico italiano che si arroga di rappresentare. [Detto per inciso, la destra NON rappresenta gli italiani, ma solo chi li ha votati in quanto FdI e Lega NON sono un partito di raccolta aideologico come la Stella Alpina.] 

    Non entro nel merito del calcolo che “raffinati” giuristi stanno facendo sullo zero virgola in più o in meno  che in una giunta a 11  garantirebbe un secondo assessore italiano perché lo trovo “ridicolo” di fronte al problema macroscopico che ha questa terra e non da oggi e cioè la disaffezione alla politica del gruppo linguistico italiano. 

    Le cause sono diverse e nessuno (ripeto NESSUNO, SVP compresa) può auto assolversi. Ma non è nemmeno sufficiente dare colpa all’arroganza della SVP, partito stato che ci governa ininterrottamente dall’immediato dopoguerra. 

  • Christian Bianchi: Il sindaco di Laives (Lega) è il più determinato nel chiedere il secondo assessore italiano. In caso di governo con la destra l'eventuale solo assessore sarebbe di Fratelli d'Italia. Foto: Facebook/Christian Bianchi

    Quando penso agli anni del pacchetto,  ricordo che la destra dava dei “venduti” a quei politici che stavano faticosamente costruendo l’autonomia nei rapporti con la SVP e con Roma.  Quell’etichetta comportò lo svuotamento progressivo del consenso a DC, PCI, PSI ed un suo travaso a destra. Questo passaggio significò di fatto il congelamento del voto “italiano” e l’indebolimento dei politici che governavano con la SVP. Poi la crisi e scomparsa dei partiti novecenteschi e l’antipolitica hanno fatto il resto.

    Se tu dici che il politico italiano non conta niente, perché mai io cittadino elettore dovrei andare a votare? O perché dovrei dare il mio voto a chi non conta nulla?  “Gutta cavat lapidem” ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. 

  • Quella del secondo assessore è a mio avviso solo una foglia di fico che NON risolve i problemi della rappresentanza degli italiani, i quali italiani oltretutto non gli riconoscono questa rappresentanza se sono stati a casa.  Ed infine: perché mai, in un momento così problematico dal punto di vista economico, la collettività dovrebbe accollarsi i costi di un esecutivo a 11 per assecondare questa impuntatura della destra? 

    Dov’è finita tutta la retorica del taglio dei costi della politica, del taglio delle poltrone tanto cara ai populisti nostrani? 

    I cittadini chiedono che i politici si occupino dei problemi concreti che riguardano la loro vita quotidiana, dal carovita, alla sanità, al lavoro, alla casa, all’ambiente, alla scuola (per citarne alcuni) e che nella formazione dell’esecutivo mettano al centro del confronto questi temi e non già la proliferazione degli assessorati.

    Solo così i politici possono sperare di recuperare credibilità. E questo vale per tutti/e indipendentemente dal gruppo linguistico.     

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Profil für Benutzer Josef Ruffa
Josef Ruffa Mi., 22.11.2023 - 12:12

Il signor Bianchi ha ormai dimostrato a tutto l‘Alto Adige di che pasta è fatto.

Non è il rappresentante politico di cui la gente ha bisogno.

Mi., 22.11.2023 - 12:12 Permalink
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Sigmund Kripp Mi., 22.11.2023 - 16:58

Wie andernorts geschrieben:

Der Landtag setzt sich mehrheitlich n i c h t aus rechten Abgeordneten zusammen!
Warum dann eine Mitte-Rechts Regierung bilden?
Nur, weil in Rom gerade die Neofaschisten an der Macht sind?
Unsere Autonomie wird länger Bestand haben, als die Regierung Meloni.

Die Grünen haben 3 Mandate, TeamK sogar 4. dazu Repetto und Gennaccaro.
Ich denke, das wäre einfacher. Und täte Südtirol besser!

Mi., 22.11.2023 - 16:58 Permalink
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Thomas Unterwinkler Mi., 22.11.2023 - 18:52

Antwort auf von Sigmund Kripp

Wie auch bereits anderswo geschrieben: Man kann die Landesregierung ohne die italienischen Rechtsparteien machen, muss dann aber damit rechnen, dass in Sachen Autonomieausbau bzw. Wiederherstellung von Kompetenzen nichts oder wenig weitergeht, solange Meloni an der Macht ist. Man sollte dann auch gegenüber der Öffentlichkeit klar kommunizieren, dass man dieses Wagnis eingeht und welches das Risiko bzw. der Preis ist. Denn viele von denen, die jetzt „Nicht mit den Postfaschisten“ schreien, werden später vorwurfsvoll fragen: „Warum geht in Sachen Autonomie nix weiter?!“
Bedauerlicherweise ist es so, dass das Team K die Bildung einer Regierung der Mitte sehr erschwert, da es offenbar einen zweiten Landesrat fordert.
Wenn sich an dieser Haltung nichts ändert, bliebe neben Freiheitlichen - FdI - Lega nur noch die Variante Grüne - Civica - PD. Bei letzterer Konstellation stellt sich die Frage, ob diese überhaupt innerhalb der Volkspartei die Zustimmung erhielte.

Mi., 22.11.2023 - 18:52 Permalink
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Thomas Unterwinkler Mi., 22.11.2023 - 20:16

Antwort auf von Sigmund Kripp

Natürlich ist die Autonomie gut abgesichert. Und die Meloni würde uns nichts wegnehmen, sie ist vieles, aber nicht blöd. Aber Anpassungen im Sinne einer dynamischen Autonomie würden sehr schwierig. Denn anders als früher ist die SVP derzeit in Rom nicht Zünglein an der Waage. Sie hat kein Druckmittel, keine Verhandlungsmasse, um etwas zu bewegen. Und die Rechtsregierung hätte mit dem PD in der Landesregierung kein Interesse, irgendwelche Zugeständnisse zu machen.
Einziger Hoffnungsschimmer wäre dann, dass der den Entwurf des Verfassungsgesetzes, mit dem autonome Befugnisse der Regionen und Provinzen mit Sonderstatut wiederhergestellt werden sollen, angenommen wird, weil in anderen autonomen Regionen eben auch die Rechten regieren. Das hat LH Kompatscher schon sehr geschickt gemacht, diese Reform zusammen mit den anderen Regionen mit Spezialstatut voranzubringen.

Mi., 22.11.2023 - 20:16 Permalink
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Massimo Mollica Mi., 22.11.2023 - 22:04

90 minuti di applausi! Considerando poi che attualmente non si sta parlando di politica, ovvero di problemi veri!
E anche questo motiva la disaffezione, oltre al fatto che manchino le idee, manca la vogli di ascoltare.
Ma detto tutto questo perché la creatice di tale articolo, se n'è andata da quel PD erede dell'autonomia attuale? Perché non ha lottato per trasformare il partito in una realtà locale slegata dalle logiche nazionali (che poco hanno a che fare con la nostra terra)? Io credo che l'unico modo per far tornare la gente a credere nella politica sia quella di dare voce alle donne! Penso alla Signora Vanda ma anche alla signora Unterberger. Dobbiamo ricreare una realtà europeista e progressista che guardi al sociale. E solo le donne oggi lo possono fare!

Mi., 22.11.2023 - 22:04 Permalink
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Luca Bassi Do., 23.11.2023 - 15:37

... destra e sinistra .... post-fascisti e comunisti .... italiani e tedeschi ... sempre e solo divisioni. Non si riesce a fare il salto culturale dell'incredibile opportunità che ci da la nostra "terra" o "Heimat" (personalmente sono la stessa cosa, così come il fatto di chiamarmi Luca o di un mio conterraneo che si chiama Lukas).

Dal punto di vista politico, come ho già espresso in altri commenti, una parte dell'elettorato ha fatto la pessima scelta di non scegliere e come tutte le pessime decisioni, queste portano a pessime conseguenze. Come si legge giustamente, non sono le "zero virgola" che faranno le differenze sostanziali per chi dolosamente non si è recato alle urne.

Tornando alla mia frase iniziale, spero che le future generazioni dimostrino la maturità necessaria per superare queste eterne e deleterie divisioni costruite irresponsabilmente dalla nostra generazione.

Do., 23.11.2023 - 15:37 Permalink
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sulserio Do., 30.11.2023 - 16:25

Non credo che FdI e Lega sbaglino a rivendicare 2 assessori italiani. Fino al 2013 la Giunta ha sempre avuto 11 assessori e nessuno ha avuto da ridire. Il problema vero è che manca un gruppo dirigente italiano a destra e a sinistra che abbia competenze ed esperienza politico-amminitrativa nei principali ambiti di governo dell'autonomia. E manca perchè, presi dalla gestione di piccoli orticelli di micro-potere, nessuno ha investito per formarlo. Peraltro, anche il gruppo tedesco e persino la SVP non stanno messi molto bene ...
Due riflessioni sull'astensionismo.
1) Nei comuni a maggioranza italiana la partecipazione al voto è stata più alta che in Trentino e nelle altre elezioni regionali degli ultimi anni. Quindi siamo di fronte ad un astensionismo "relativo" rispetto al gruppo tedesco, in cui il senso della comunità e dell'autonomia sono molto più radicati per ragioni storico-culturali. Non è un'attenuante, però, visti gli effetti che ciò provoca.
2) Perchè dal 26% della popolazione passiamo al 14% degli eletti in Consiglio (e forse ancor meno in Giunta)? In 4 passaggi:
a) Viste la recente crescita delle migrazioni in Alto Adige da altre regioni, una quota marginale ma non piccolissima di quel 26% non ha diritto di voto, perchè risiede in provincia da meno di 4 anni.
b) Gli italiani hanno un corpo elettorale molto più vecchio dei tedeschi e statisticamente la partecpazione al voto decresce dopo una certa età. Ciò andrà peggiorando.
c) L'astensionismo vero e proprio, per vari motivi, tra cui sfiducia, insoddisfazione con l'offerta dei partiti ecc.
d) Infine, per lo meno nelle elezioni provinciali, sono più gli elettori italiani che votano una lista "prevalentemente tedesca" che viceversa. Oltre alla quota più o meno stabile che va alla SVP, la quale per statuto non ha candidati italiani, c'è stata una quota (non grande) che è andata al Team K e quella dei Verdi che non è però stata sufficiente a fare eleggere una candidata italiana.
Sui primi due punti non c'è niente da fare, ma sugli ultimi due c'è un po' di margine per recuperare un po' di rappresentanza verso il gruppo italiano, che a mio avviso è una componente irrinunciabile dell'autonomia, anche se larga parte della SVP la considera una questione puramente sudtirolese, ovvero di rapporto tra la minoranza di lingua tedesca e lo Stato.

Do., 30.11.2023 - 16:25 Permalink