Kultur | Salto Afternoon

Pedrotti il bottegaio d’avanguardia

In queste settimane presso Fotoforum è visitabile una personale dedicata al fotografo Enrico Pedrotti il cui lavoro spaziava dal ritrattismo al futurismo.
Enrico Pedrotti
Foto: Foto: Enrico Pedrotti

Inizialmente Pedrotti aprì il suo studio a Trento, successivamente, nel 1937, si trasferì a Bolzano in via della Mostra dove divenne noto a tutta la città. Il primo importante riconoscimento lo ottenne nel 1934 sulla rivista Galleria per la sua fotografia Raccoglimento. Tutt’oggi il suo lavoro, in particolare i collage e fotomontaggi creati in collaborazione con Fortunato Depero, fa parte dell’archivio bolzanino gestito dal figlio.

Dagli anni 20’ agli anni 50’ del Novecento sarà un fotografo noto per le sue immagini di montagna e per i suoi ritratti, è tuttavia all’archivio del figlio Luca che dobbiamo la memoria di tutti quei lavori che afferiscono alle avanguardie del tempo, dal Futurismo alla linearità della Neue Sachlichkeit. Pur non avendo mai aderito al Futurismo italiano l’interesse per le tematiche legate a movimento, macchine, industria, nonché i giochi di luci e ombre testimoniano la vicinanza agli artisti innovatori del tempo.

Osservando la foto di copertina del catalogo della mostra, che ritrae una giovane donna vestita con una giacca a vento con cappuccio, si nota la precisione del maestro ritrattista. L’immagine è quasi un bianco su bianco contrastato da capigliatura e occhi del soggetto nei quali è stato sapientemente inserito un riflesso che dona vitalità all'immagine. Allo stesso tempo il collage con automobili, accatastate a formare una piccola montagna su cui svetta la silhouette di una figura femminile, è debitore delle sperimentazioni artistiche del Novecento, Dadaismo in primis. Le figure policrome danzanti, sovrapposte a un paesaggio idilliaco con mucca e bambini (si riposano dopo una passeggiata in montagna?), denotano la vicinanza a Depero. Inquietanti le lunghe ombre gettate dal Monumento della Vittoria di Bolzano fotografato dall'alto, ironiche se accostate a un gregge di pecore (pecoroni?) con sfondo montano.

Il merito della mostra va alla curatrice Valentina Cramerotti e allo staff di Fotoforum che hanno restituito alla città i lavori di un maestro d’arte (fotografica) e di un artista che a Bolzano ha sviluppato la propria ricerca rimanendo aperto a sperimentazioni e strizzando l’occhio alle grandi avanguardie artistiche del Novecento. Pedrotti, partigiano, imprigionato dal '44 al '45, ha vissuto e lavorato tra le due provincie di Trento e Bolzano ben prima della nascita dell'Euregio dimostrando che la convivenza favorisce, anche, lo sviluppo delle arti.