Politik | Bolzano

“Da Re del mare a Re della plastica”

Remi Leist, studente della ZeLIG, è il “regista” del Nettuno addobbato di rifiuti: “Un’azione gentile e neutrale. Il sindaco? Ha fatto il suo lavoro”.
Remi Leist
Foto: Salto.bz

Non è vandalismo, ma prendersi cura” di un simbolo “forte, gentile, inclusivo”. Lo ha spiegato anche a Renzo Caramaschi, che ha dimostrato di “comprendere la tematica”. “Capisco il suo mondo (e ruolo) di sindaco. Anche mio nonno era sindaco: per decenni Jörg Leist è stato primo cittadino di Wangen nell’Algovia, in Germania. Non avrebbe reagito diversamente da Caramaschi”. Remi Leist rompe il silenzio e dice la sua sull’azione che dieci giorni fa lo ha visto “vestire” con delle bottiglie di plastica e lattine la fontana del Nettuno, in piazza delle Erbe a Bolzano, mentre stava realizzando un filmato con altri studenti del primo anno della Scuola di documentario, televisione e new media ZeLIG.

 

 

Originario del Baden-Württenberg, cresciuto a Costanza, Leist vive a Bolzano da quattro anni. Prima di approdare alla ZeLIG, ha studiato Economia, politica, filosofia all’unibz. È stato attivo in A place to b(z), la piattaforma che punta al riutilizzo degli spazi abbandonati dell'area Rola, dietro alla stazione ferroviaria di Bolzano.

salto.bz: Innanzitutto: come si sente dopo una settimana nell’occhio del ciclone?

Remi Leist: Questa storia è stata impegnativa. Mi trovo nel mezzo schiacciato tra i diversi soggetti coinvolti nella vicenda: la scuola Zelig, il sindaco di Bolzano - e quello che volevo dire io. Nello stesso momento sto montando il film. Detto ciò, tutte le parti coinvolte hanno dimostrato la volontà di una sincera collaborazione e anzi sono sorpreso della situazione costruttiva che si è creata. Sono successe molte cose interessanti.

Ad esempio?

Sto imparando molto da come si è sviluppata la discussione. Non ci aspettavamo una polemica così grande, ma siamo anche sorpresi dal supporto arrivato da persone che non conoscevamo. E felici che il nostro messaggio sia arrivato chiaramente: la maggioranza delle persone ha capito la cura che ci abbiamo messo, che l’opera non è stata vandalizzata.

C’è chi invece non ha capito.

Ho avuto anche un po’ di paura, sì. Per la rabbia e l’odio manifestato da qualcuno, fino all’augurarci la morte. Ciò mi ha pesato molto, è l’esatto contrario di quanto abbiamo fatto in maniera gentile e neutrale, differenziando sei sacchi di spazzatura. Sulla statua, tra l’altro, è finito pochissimo di quanto abbiamo raccolto sul Talvera, non erano certo tutti i rifiuti. Abbiamo passato un’intera domenica a separare e riciclare i rifiuti, a elaborare e creare le decorazioni.

Da dove nasce l’idea di realizzare questo film?

Tutto è iniziato come esercizio della scuola: un film di cinque minuti intorno al tema “my Bolzano”. Era l’opportunità perfetta per riprendere una mia vecchia idea: creare un discorso attorno alla statua. Avevamo una settimana per la pianificazione e la scrittura del progetto, una settimana per le riprese. Un periodo nel quale i 24 studenti della classe si aiutano a vicenda. I risultati del nostro lavoro verranno poi mostrati dal 17 marzo al Museion.

 

 

Qual è la “sua” Bolzano?

Ho provato a sintetizzarlo in vari modi. Io non sono nato né cresciuto a Bolzano, ma ci vivo da anni e sono molto contento di vivere qui. Perciò mi sono domandato: quando divento cittadino di un luogo, quando posso sedermi al tavolo e dire la mia? Il rifiuto è nostro, di tutti noi, cittadini di Bolzano. Bisogna porsi le domande giuste per imparare l’uno dall’altro.

E cosa c’entra la fontana del Nettuno?

Ho vissuto in piazza delle Erbe, vedevo la statua del Nettuno tutti i giorni. È il simbolo perfetto per richiamare l’attenzione: non più soltanto Re del mare, ma Re della plastica in un mare di plastica. In questo non c’era alcuna intenzione di far polemica. Abbiamo cercato il simbolo, è vero, ma abbiamo fatto del nostro meglio per mandare un messaggio chiaro. Tra l’altro la scritta esplicativa non era solo in tedesco, come riportato sui media, ma bilingue italiano-tedesco. Per noi era importante rispecchiare il più possibile tutta la società.

Il sindaco Caramaschi non l’ha presa bene. Vi ha definiti “giovani vandali”.

Non era una critica al sindaco o all’amministrazione comunale, bensì una documentazione di ciò che siamo noi cittadini di Bolzano, una città pulita dove la questione ambientale viene presa sul serio. Eravamo certo consapevoli di infrangere le regole, ma la nostra voleva essere una mossa gentile, un “occhiolino” alla città. Difatti pensavo di titolare questo lavoro “mit freundlichen Grüßen”, perché siamo amici in primo luogo noi che lo abbiamo realizzato.

Voleva essere una mossa gentile e neutrale, un “occhiolino” alla città, “mit freundlichen Grüßen”. La partecipazione, anziché dalla rabbia, può partire dalla socialità e dall'amicizia.

Qual era allora il messaggio contenuto in questo saluto alla città?

Che la partecipazione non deve per forza partire dalla rabbia. Si può avviare un discorso senza essere arrabbiati, puntando sui legami dell’amicizia, interpersonali. Prima partire dalla socialità, mettersi insieme e trascorrere del tempo assieme, tra amici, per poi muovere una critica alla società. I protagonisti del film sono amici, la “mia” dimensione bolzanina.

Non la definirebbe quindi una “azione ambientalista”?

Non era nelle nostre intenzioni. Ho rispetto ad esempio per Extinction Rebellion, che compie azioni anche in questo stile. Noi però volevamo dimostrare di poter dire una cosa senza giocoforza essere arrabbiati. Le persone si agitano per l’attivismo ambientale forte di Ultima Generazione, ma noi volevamo fare l’opposto, non dare delle colpe o essere distruttivi.

 

 

Intanto però Caramaschi ha annunciato che il Comune sporgerà denuncia.

Non ho nulla contro il sindaco, ha trattato la questione in modo responsabile. Lo capisco al 100% e sono d’accordo che dovesse dire qualcosa, non potesse tacere. È il suo compito. Non conosceva le nostre intenzioni, l’azione non era firmata, non sapeva a chi rivolgersi. Non puoi fidarti di qualcuno di cui non hai idea. Detto questo, come promesso, dopo 48 ore avremmo sicuramente tolto i rifiuti. Invece in 15 secondi hanno levato tutto.

Il sindaco sostiene di aver dovuto chiamare i Vigili del fuoco.

Mi dispiace per questi costi aggiuntivi, per il tempo perso dalla polizia nella ricerca dei “colpevoli” e anche dal sindaco, che è una persona già molto impegnata. Capisco anche il richiamo al rispetto delle regole e delle autorizzazioni, ma d’altronde si è creata una discussione proprio perché è andata così, altrimenti non avemmo potuto agire sulla statua.

Mi dispiace per i costi aggiuntivi e il tempo perso. Dopo 48 ore avremmo sicuramente tolto i rifiuti. Invece in 15 secondi hanno levato tutto.

Sindaco e vicesindaco sembravano voler costruire un nesso causale tra l’azione alla fontana del Nettuno e i recenti fatti di cronaca in Piazza delle Erbe, con aggressioni e lancio di bottiglie contro i clienti dei locali. Non le pare esagerato?

So che hanno difficoltà a gestire Piazza delle Erbe. Ma la nostra vicenda non ha nulla a che fare con questo. È la statua che si trova in quella piazza, poteva essere altrove. Se ci saranno costi da ripagare, faremo una raccolta fondi. E mi permetta di aggiungere un’altra cosa.

Prego.

Se abbiamo tempo per parlare di tutto ciò, di occuparci di una tematica ai margini, questo dimostra che stiamo bene, stiamo vivendo appieno. A Milano e Monaco una vicenda del genere non avrebbe suscitato tutto questo clamore mediatico.

Oggi incontrerà nuovamente il primo cittadino. Cosa gli proporrà?

Di rifare l’azione di raccolta dei rifiuti sul Talvera, accompagnata da un forum di discussione sull’ambiente, la società, il legame tra politica e attivismo. Perché partiti, movimenti, gruppi di attivisti dovrebbero riconnettersi e parlare di più tra loro. Noi stessi non siamo le persone giuste per occuparsene, vogliamo togliere la discussione da noi “vandali” e riportarla su un piano costruttivo al di là di quanto accaduto. Il Comune si è mostrato aperto a quest’idea.

 

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Ursula Pichler Do., 23.02.2023 - 08:11

Komplimente Herr Remi Leist für diese kreative Aktion. Ganz besonders für ihre konstruktive Haltung und Form der Kommunikation. Danke vielmals und viel Erfolg auch weiterhin!

Do., 23.02.2023 - 08:11 Permalink
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kuno prey Sa., 25.02.2023 - 16:31

"Da Re del mare a Re della plastica"
genial und einfach. ein sehr ernster gedankenweg. super gemacht. nur hätten sie überlegen sollen, ob die faschingszeit passend für ihre lobenswerte aktion war.
aber machen sie bitte so weiter, lassen sie sich nicht verunsichern.
hoch lebe die (noch) meinungsfreiheit!

Sa., 25.02.2023 - 16:31 Permalink
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Josef Fulterer So., 26.02.2023 - 22:12

Antwort auf von kuno prey

Mit der frech-simpatischen Verkleidung vom Neptun und der passenden Aufregung der Obrigkeit, haben die ZeLIG-Studenten in der Öffentlichkeit mehr Aufmerksamkeit erreicht, als viele kostspielige Werbe-Maßnahmen "zum Müll nicht in der Landschaft vergessen" und zugleich auch noch die Öffentlichkeits-Arbeit für ihren Kurzfilm gratis dazu bekommen.

So., 26.02.2023 - 22:12 Permalink