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Il PD chiude con Zan

Il parlamentare del ddl contro l’omotransfobia chiude la campagna elettorale del Partito Democratico in Alto Adige: “Siamo di fronte a un bivio tra Europa e Ungheria”.
Alessandro Zan a Bolzano
Foto: Salto.bz

Il Partito Democratico ha chiuso la sua campagna elettorale in Alto Adige, ieri sera (22 settembre) in piazza della Mostra a Bolzano, con il deputato padovano Alessandro Zan, noto per il ddl contro l’omotransfobia affossato un anno fa al Senato. Un’ottantina le persone presenti in piazza, perlopiù militanti ed eletti del partito nella città capoluogo. Ad accompagnare il “big” nazionale, il commissario del PD altoatesino (anch’egli padovano) Carlo Bettio. Che, salendo sul palco per introdurre l’illustre ospite, non ha mancato di lanciare una frecciata agli ex alleati della SVP: “Inutile ora gridare al lupo al lupo, chiamando a raccolta al grido che dall'altra parte c'è la destra. Nel collegio Bolzano-Bassa Atesina avevamo chiesto la desistenza. Ora esiste un unico voto democratico per respingere la destra, ed è votare Gigi Spagnolli”. Bettio invita poi a mobilitarsi nelle ultime ore prima del voto: “Dobbiamo combattere sino all'ultimo minuto, per un governo nel segno della nostra Costituzione, convincere gli indecisi e chi non ha più fiducia”.

 

 

“Il Partito democratico e la coalizione di centrosinistra mette al centro la persona, con i suoi diritti sociali e del lavoro”, spiega ai giornalisti il deputato Zan, “per dare più stabilità lavorativa e per togliere il precariato che sfrutta soprattutto i giovani, con i loro tirocini e stage gratuiti”. Fondamentali, prosegue, sono “le questioni ambientali, di cui la destra non si occupa, anzi, vota contro in Europa. Abbiamo bombe d’acqua dovute ai cambiamenti climatici e un territorio che non è in grado di sopportare tali cambiamenti meteorologici. L’abbiamo visto nelle Marche, ma succede anche in Alto Adige come in tutta Italia”. Infine “c’è la questione dei diritti civili e dei diritti alla persona. Non solo il ‘ddl Zan’, ma la cittadinanza con lo ius scholae, il fine vita, l’autoproduzione della cannabis per contrastare le mafie. Dall’altra parte sento solo astio, odio, il tentativo di comprimere i diritti delle persone. Siamo di fronte a un bivio e bisogna lottare fino all’ultimo giorno. Il loro riferimento in Europa è l’Ungheria di Orban”.

 

“O i diritti ci sono tutti, o non ce n’è più nessuno”

Concetti ribaditi dal palco: “Sono giorni cruciali, determinanti. Dobbiamo occuparci di temi, persone, futuro. Questa volta non è una sfida semplice tra destra e sinistra, bensì un bivio tra futuro e presente, tra chi guarda all’Europa, ai diritti, ai democrazia, al lavoro, all’ambiente, oppure a un'alternativa che ci porta indietro e fa piombare il paese in una situazione non dico fascista ma pericolosa. Perché o i diritti ci sono tutti, o non ce n’è più nessuno”. Zan attacca infine la morale cattolica del centrodestra (“difendono la famiglia tradizionale quando loro hanno due tre famiglie a testa”) e Giorgia Meloni: “Siede in parlamento dal 1998, è stata ministra del governo Berlusconi che nel 2011 stava mandando in default il paese” ed “è una donna contro i diritti delle donne”. La democratica Nadia Mazzardis annuisce. La festa finisce, il palco si smonta. Al voto mancano ancora 72 ore.