Politik | Wahlen/Elezioni 23

Vincitori e vinti

Destra tedesca e no-vax possono esultare. Kompatscher ha avuto un ottimo risultato personale e ha la maggioranza nella Fraktion nonostante Toni Ebner. Debacle del gruppo italiano. Effetto Meloni molto più contenuto del previsto.
Kompatscher, Achammer, Messner, Walcher
Foto: SALTO (Othmar Seehauser)
  • A poco più di 12 ore dalla fine dello scrutinio, si può tentare un'analisi che cerchi di individuare vincitori e vinti di questa sofferta tornata elettorale e cercare di delineare i possibili scenari futuri. 

  • I vincitori

    Successo personale: La sindaca Rosemarie Pamer Foto: SALTO (Othmar Seehauser)

    Partiamo da chi può essere soddisfatto: non ci sono molti dubbi sul fatto che abbiano vinto la destra tedesca, l’arcipelago No-vax e … il presidente uscente Arno Kompatscher.

    , perché se l’Svp ha in effetti perso molti consensi (-7%) e due consiglieri, scendendo da 15 a 13, e l’ex big del partito e uomo Athesia, Thomas Widmann, con la sua lista, si è fermato al 3,4 ottenendo 1 solo consigliere. Ma il Landeshautpmann altoatesino, pur perdendo in numeri assoluti (58.000 contro 68.000), ha ottenuto in percentuale più preferenze di 5 anni fa (il 60%, contro il 57%). Non solo, arrivato con un gruppo consigliare ostile, oggi il Landeshauptmann potrà invece godere dell’appoggio della maggioranza dei consiglieri eletti, ed in particolare della star di questa tornata, l’ex primario Huber Messner (fratello dello scalatore Reinhold), che ha sfondato la soglia delle 30.000 preferenze, doppiando niente meno che l’Obmann, Philipp Achammer, in caduta libera (16.000 preferenze, andrebbe tra i vinti). Ma sono andati oltre ogni aspettativa anche gli altri Arno-boys & girls: bene il sindaco di Bressanone Peter Brunner (15.000), la sindaca della Passiria Rosemarie Pamer,  e il vicesindaco di Bolzano, Luis Walcher. e ha tenuto il delfino ladino, Daniel Alfreider. E’ poi entrato anche Arnold Schuler, perdendo un sacco di preferenze, ma battendo a sorpresa gli avversari interni Locher e Noggler che erano convinti di fare il pieno di voti. Entrato per il rotto della cuffia l’unico uomo Athesia doc, il sindaco di Lana, Harald Stauder

  • I vincitori morali delle elezioni sono comunque gli indipendentisti di Südtiroler Freiheit, che hanno raddoppiato consensi e consiglieri, passando da due a quattro, e gli indipendentisti no-vax di Jürgen Wirth Anderlan, l’ex comandante degli Schützen-rapper che con la lista JWA ha ottenuto 2 consiglieri. Ha avuto una buona affermazione anche l’avvocatessa no-vax-complottista Renate Holzeisen che è riuscita ad entrare in consiglio. Non era affatto scontato,

    Un buon risultato lo hanno ottenuto i Verdi, guadagnando consensi ma non consiglieri, anche se sul filo di lana hanno perso la rappresentanza interetnica, in quanto il giovanissimo Zeno Oberkofler, proveniente dai Fridays for future, ha scalzato la dirigente scolastica Sabine Giunta (le altre due elette di lingua tedesca sono Brigitte Foppa e Madeleine Rohrer). Ha tenuto più del previsto il Team K, sceso da 6 a 4 consiglieri, restando d’un soffio secondo partito davanti a STF. Il partito guidato da Paul Köllensperger (punito parecchio a livello di preferenze per la vicenda del rimborso Inps da 600 euro) ha forse chiarito una volta per tutte a se stesso che pesca quasi esclusivamente nell’elettorato di lingua tedesca e che, almeno a livello provinciale, non riesce ad essere una forza veramente interetnica. 

    Ha tenuto anche il Pd, confermando il consigliere uscente Sandro Repetto (non una vera vittoria, più a non sconfitta). Entra poi in consiglio - cosa tutt’altro che scontata – un esponente della Civica, l’assessore comunale Angelo Gennaccaro, vero re delle preferenze, che potrebbe essere un interlocutore utile per la futura maggioranza. 

  • I vinti

    Comunque soddisfatto: Marco Galateo, leader locale di Fratelli d'Italia Foto: SALTO

    Chi perde allora? Incredibile a dirsi, ma nella Provincia di Bolzano, terra in cui è sempre andata molto meglio che altrove, la destra italiana arranca. Il centrodestra altoatesino non solo non sfonda, ma perde addirittura due seggi, passando da cinque (4 della Lega + 1 di Fratelli d’Italia-Urzì) a tre, due andati a Fratelli d’Italia e uno alla Lega. Un risultato quasi scioccante nella sua negatività. Nelle previsioni il minimo che veniva prefigurato era di cinque consiglieri, ma visto il vento proveniente da Roma c’era qualcuno che sperava in qualcosa in più. 

  • Un dato dice molto. La Lega trainata da Salvini allora al suo massimo splendore nel 2018 superò i 31.000 voti e ottenne l’11,1%. Fratelli d’Italia oggi è a quota 16.000 e al 6%. Un abisso. Mettere Fratelli d'Italia tra gli sconfitti farà arrabbiare i protagonisti, ma è indubbio che tutti si aspettassero molto di più. Nonostante l’incessante battage sui mezzi di informazione Athesia, l’effetto Meloni è stato parecchio inferiore alle aspettative. Forse l’eccessiva accondiscendenza verso l’Svp mostrata dal governo Meloni e i baci appassionati con il Bauernbund non sono stati graditi da tutto l’elettorato. Anche il pupillo di Toni Ebner ed ex deputato leghista Filippo Maturi, con il suo “fake” Centrodestra, pur usando stratagemmi elettorali che hanno oltrepassato il limite del demenziale (su tutti il " vota Bianchi", che è il soprannome anche questo fake attribuito ad una candidata), ha rimediato una figuraccia epocale, prendendo lo 0,6%. 

    E qui, alla luce di tutti questi dati, va annoverato nella lista degli sconfitti anche il “candidato di pietra” di queste elezioni, Toni Ebner, direttore del Dolomiten. Il suo giornale ha portato avanti una campagna mediatica contro Kompatscher per 9 anni e ha finito per rafforzarne parecchio il peso in una Stella alpina sì oggi più debole, ma comunque al 34,5%. Ebner ha spinto a più non posso per Harald Stauder, ma questi è entrato d’un soffio, e pure i fidi esponenti del Bauernbund, elevati a statisti su ogni argomento da 4 anni a questa parte, sono tra gli ultimi eletti della Stella alpina. Per non parlare del clamoroso tonfo del sodale di sempre, Thomas Widmann, a cui un sondaggio sparato in prima pagina apparso subito come un fake attribuiva un potenziale fino al 16% e invece Tommy non è andato il 3,4%. Ma non c’è alcun dubbio sul fatto che questa serie di “sberle” non farà cambiare atteggiamento ai mezzi di comunicazione del gruppo editoriale che controlla l’80% del mercato in lingua tedesca e italiana e si comporta come se avesse il potere di "vita e di morte" che aveva negli anni Novanta.

  • Gli scenari

    In calo: Ulli Mair (Freiheitlichen) Foto: SALTO

    Stando ai commenti della maggioranza degli osservatori, l’ipotesi di coalizione più probabile vedrebbe l’Svp (13) allearsi con i Freiheitlichen di Ulli Mair (2) e la destra italiana (3). Per non avere una maggioranza risicata la Stella alpina potrebbe poi coinvolgere la Civica di Angelo Gennaccaro, cui, al debutto potrebbe bastare un posto da vicepresidente del consiglio (e presidente nella seconda metà di legislatura). Così si arriverebbe a 19. Ma sia i "blauen" sia l'arancione "Genna" venderanno cara la pelle. Inoltre, ol raffreddore lo si potrà prendere uno per volta, praticamente. Pur non premiando i vincitori di STF, in questo modo la Stella alpina strizzerebbe per la prima volta l’occhio alla destra tedesca, rompendo così il tabù della rappresentanza etnica, e lasciando fuori il nemico pubblico Thomas Widmann. Ma non vi è dubbio che una soluzione del genere, pur accontentando Athesia per la svolta a destra (italiana e tedesca), troverebbe l’opposizione della famiglia Ebner.

  • Ma Arno Kompatscher è tutto tranne che uomo di destra. Negli ultimi mesi ha mostrato il lato pragmatico e cinico, inseguendo l'ala conservatrice sui suoi temi (lupo, cpr, italiani nella scuola tedesca …), ma l’impressione è che lo abbia fatto soprattutto per fini elettorali. Va detto poi che il governo Meloni ha costruito delle autostrade dorate per guadagnarsi la non ostilità Svp e quindi, se continua così, è evidente che quella indicata sopra possa essere l’unica strada percorribile, anche se autorevoli membri del partito (Pamer e Unterberger in testa) hanno più volte messo il "veto" su Fratelli d'Italia. Comunque, viene da osservare che un tempo era l’Svp che spremeva “Roma” come un limone (cit. Silvius Magnago) con battaglie durissime. In quest’anno di governo di Giorgia Meloni, tra mancate impugnazioni, norme di attuazione e agende autonomistiche, la limonata ghiacciata è stata servita ogni volta senza battere ciglio dal ministro di turno o dalla presidente in persona, dopo un lieve cenno col capo degli uomini Svp. Cose mai viste neppure ai tempi delle megacoalizioni democristiane in cui i voti Svp potevano far cadere i governi.

    C’è comunque uno scenario B. Per avere la coscienza a posto e rispettare il proprio background politico -sulle politiche improntate alla sostenibilità è sempre sembrato sincero pur cedendo spesso alle pressioni delle lobby - Kompatscher potrebbe sondare una possibile coalizione con Verdi, PD e Civica (così arriverebbe a 18 consiglieri). Forse più complicato il coinvolgimento del Team K, che si è sempre profilato marcatamente come anti-sistema. Le probabilità non sono altissime, ma non è detto che un tentativo non venga fatto. Comunque andrà a finire, è certo che il Sudtirolo sarà un po' diverso da come è stato fino a ieri. E se prenderà corpo il primo scenario, difficilmente cambierà in meglio.

Bild
Profil für Benutzer Luca Marcon
Luca Marcon Di., 24.10.2023 - 13:15

Che l'estrema (non solo) destra tedesca avrebbe sfondato l'ho scritto e lo scrivo qui sopra da più di un anno. Bastava leggere le risposte che ricevevo ai miei articoli e commenti. L'etnonazionalismo voelkisch di quota parte della Gemeinschaft sudtirolese è come un fiume carsico: sparisce, raffiora, poi di nuovo sparisce, ma continua a scorrere imperterrito. Ed è, mi spiace dirlo, costitutivo di quella parte della Gemeinschaft. Quindi inestirpabile. Contenti loro...

Di., 24.10.2023 - 13:15 Permalink
Bild
Profil für Benutzer Daniele Menestrina
Daniele Menestrina Di., 24.10.2023 - 20:05

La famosa frase del limone spremuto non fu detta da Magnago, ma da Brugger. Magnago può essere criticato per molte cose, ma non si è mai abbassato a commenti pubblici in stile osteria.

Di., 24.10.2023 - 20:05 Permalink