Kultur | Statistiche

Cultura e turismo: siamo tra i primi in Italia

La regione Trentino Alto Adige si colloca nell’elite nazionale per quanto riguarda il peso della cultura in economia ed occupazione.

I dati sono stati resi noti ieri 23 giugno 2016 da Symbola e Unioncamere che hanno presentato il rapporto annuale denominato ‘Io sono cultura’ e che ‘pesa’ il ruolo di cultura e creatività nell’economia nazionale. 

L’articolato rapporto, che si può consultare cliccando qui, conferma che la cultura è uno dei motori trainanti dell’economia italiana e partecipa alla ripresa del paese. Il sistema produttivo culturale e creativo fatto da imprese, PA e non profit genera 89,7 miliardi di euro e ‘attiva’ altri settori dell’economia arrivando a muovere nell’insieme 249,8 miliardi, equivalenti al 17% del valore aggiunto nazionale. Un dato comprensivo del valore prodotto dalle filiere del settore, ma anche da quella parte dell’economia che beneficia di cultura e creatività e che da queste viene stimolata, a cominciare dal turismo. Una ricchezza che si riflette in positivo anche sull’occupazione: il solo sistema produttivo culturale e creativo dà lavoro a 1,5 milioni di persone (il 6,1% del totale degli occupati in Italia)

Nel rapporto ‘Io sono cultura’ un capitolo specifico riguarda la ‘geografia della cultura’, dalla quale si evince che il Trentino Alto Adige si piazza nelle posizioni di testa per quanto riguarda le regioni più virtuose

Sul podio alla classifica per incidenza del valore aggiunto di cultura e creatività sul totale dell’economia la regione che fa capo alle province di Trento e Bolzano si piazza alla pari con il Veneto con una percentuale pari al 6,3%. Primo in Italia in questo settore è il Lazio (8,9%), seguito da Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Marche, Emilia Romagna e Friuli. 

Considerando, invece, l’incidenza dell’occupazione delle industrie culturali sul totale dell’economia regionale la classifica subisce qualche variazione: podio per Lazio, Lombardia e Valle d’Aosta, rispettivamente con il 7,8%, il 7,6% e il 7,3%; quindi Piemonte (7%), Emilia Romagna e Marche (attestate al 6,6%), Trentino Alto Adige (6,5), Veneto, Toscana e Friuli Venezia Giulia (tutte e tre al 6,3%).

Nel periodo 2011-2015 le regioni che più hanno visto crescere l’incidenza del valore aggiunto del SPCC sono la Valle d’Aosta (+0,89 punti percentuali), le Marche (+0,45) e l’Emilia Romagna (+0,39), quindi la Toscana (0,39 punti percentuali) e il Trentino Alto Adige (0,31). Quelle in cui è migliorata di più l’incidenza degli occupati del SPCC sono invece la Valle d’Aosta (0,96 punti percentuali), il Trentino Alto Adige (0,44), l’Emilia Romagna (0,43), la Puglia (0,31) e la Lombardia (0,28).