Politik | Bolzano-Roma

“La Lega non protegge l’autonomia”

Kompatscher attacca il Carroccio per l’impugnazione delle norme su dirigenti medici e specializzandi. Incontro con Giorgetti a Losanna, chiesto un vertice a Salvini.
Kompatscher, Arno, Giorgetti, Giancarlo
Foto: USP

L’impugnazione da parte della presidenza del consiglio dei ministri delle norme contenute nell’ultima variazione di bilancio triennale della Provincia di Bolzano (sulla valutazione dei dirigenti sanitari e la formazione dei medici) è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Serve un cambio di rotta di Roma sull’autonomia altoatesina. La Lega non ci protegge sufficientemente dagli interventi centralistici e anti-autonomistici dei ministri M5s”, afferma Arno Kompatscher prendendo di mira il dicastero alla salute retto da Giulia Grillo (5 stelle) ma soprattutto il partito di Salvini, partner dell’Svp nel governo locale, reo di non fare abbastanza “argine”. 

Serve un cambio di rotta di Roma sull’autonomia altoatesina. La Lega non ci protegge sufficientemente dagli interventi centralistici e anti-autonomistici dei ministri M5s (Arno Kompatscher all’Ansa)

 

Kompatscher contro il Carroccio

 

Queste non sono le basi per una buona collaborazione a livello locale” dichiara Kompatscher all’Ansa, confermando l’intervista al Dolomiten che a sua volta segue la notizia della contestazione statale resa nota dal Corriere dell’Alto Adige

Rimostranze, quelle del governatore, rivolte direttamente a Giancarlo Giorgetti, che Kompatscher ha incontrato questa mattina a Losanna in attesa della decisione sulla candidatura alle Olimpiadi invernali 2026. Con il sottosegretario alla presidenza del consiglio, nonché numero due della Lega, il presidente ha avuto “un colloquio costruttivo”, precisa l’agenzia. Tuttavia, ha chiesto anche un incontro chiarificatore direttamente con Matteo Salvini.

 

Le norme impugnate dal governo

 

Nel merito, sono due le norme impugnate dal consiglio dei ministri per la legge di bilancio 2019-2021, approvata a aprile. Il testo presenterebbe secondo il governo “aspetti illegittimi”, tali da condurre la legislazione sudtirolese al di fuori del perimetro dello Statuto di autonomia e violando le prerogative nazionali sulla qualità e imparzialità del sistema sanitario. 

La norma sul sistema di valutazione dei dirigenti sanitari non sembra garantire il rispetto dei principi previsti dalle disposizioni statali, eccedendo la competenza fissata nello Statuto di autonomia speciale (Consiglio dei ministri)

 

 

Il primo nodo ruota attorno al sistema di valutazione dei dirigenti in ambito sanitario, passaggio modificato dall’articolo 7 della legge in esame rispetto alla normativa provinciale del 2001. Per lo Stato “le disposizioni introdotte non appaiono in linea con i principi generali inerenti il sistema di valutazione dei dirigenti sanitari ricavabili dalla normativa nazionale”. Non piace nemmeno il rinvio ad un successivo regolamento di esecuzione dei “criteri alla base dei sistemi di valutazione delle attività professionali”. Per la controparte romana ciò “non sembra garantire il rispetto dei principi previsti dalle disposizioni statali, eccedendo la competenza fissata nello Statuto di autonomia speciale”.

Le regole provinciali sui corsi per la formazione di base e specialistica dei medici sono poco chiare e violano il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione per l’uniformità e la massima efficienza del sistema sanitario nazionale

Segue l’articolo 9, di modifica rispetto al testo del 2002, sui corsi istituiti dalla Provincia per la formazione di base e specialistica dei medici e le relative borse di studio. Per il governo il disposto risulta non solo “poco chiaro”, ma addirittura incostituzionale. “Deve essere impugnato - recita l’impugnativa - per violazione del precetto costituzionale di eguaglianza di cui all’articolo 3 della Carta, a garanzia dell’uniformità nel territorio nazionale delle regole fondamentali di diritto che disciplinano i rapporti in questione, volte ad assicurare la massima efficienza e funzionalità operativa al servizio sanitario pubblico”. 

Ecco i motivi dell’ira del governatore che incolpa soprattutto i ministri M5s (compreso Sergio Costa, per l’ambiente, in tema di grandi predatori).