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Titties

Il diario-fumetto di Nour Hifaoui racconta di sesso (e non solo) ai tempi della pandemia

Quando si pensa alla letteratura araba, spesso la s’inserisce in un genere, una circoscrizione che non le permette di confrontarsi con quella letteratura con cui il canone occidentale ha più confidenza e che attua una gerarchizzazione che la rende letteratura di folklore o materiale di studi multiculturali. Uno dei maggiori rischi di tale cristallizzazione è quello di non conoscere le molteplici voci della scena mediorientale in cui il fumetto è uno dei mezzi prediletti dagli autori arabi per esprimersi e farsi conoscere all’estero.

L’esplorazione della sessualità si scontra con alcuni fatti di carattere socio-politico come l’esplosione al porto di Beirut e gli attacchi alle case dei palestinesi da parte dei coloni israeliani.

Recentemente pubblicato in Italia da D Editore è Titties, la prima opera solista di Nour Hifaoui, fumettista libano-palestinese considerata una delle voci più provocatorie del momento e artista di talento. La sua breve graphic novel – un quadernetto molto benfatto con pagine rosa stampate in rosso – è a tutti gli effetti un diario che racconta la vita sentimentale e sessuale dell’autrice durante il lockdown. La scelta presa insieme al partner di aprire la coppia – scena motore della narrazione – dà inizio a una serie di strisce che, in modo esplicito, descrivono la pulsione verso altri corpi senza nascondere nessuna emozione legata al sesso, tra cui la noia o il calo del desiderio. I temi che interessano la sfera dell’intimità – piacere, corpo, relazioni – si inseriscono in un contesto più generale: l’esplorazione della sessualità si scontra con alcuni fatti di carattere socio-politico come l’esplosione al porto di Beirut e gli attacchi alle case dei palestinesi da parte dei coloni israeliani.

I disegni e i dialoghi di Hifaoui si contrappongono allo stereotipo che riguarda le donne arabe, raramente immaginate nei panni di autrici e ancora meno considerate legate alla questione della libertà sessuale. Come spiega Susan Sontag, infatti, l’unità di base della memoria è l’immagine singola e, in un’epoca di sovraccarico di informazioni, le fotografie forniscono un modo rapido per apprendere una forma compatta per memorizzare. L’immagine diventa dunque racconto, un meccanismo che, per quanto riguarda il panorama mediorientale, significa un immaginario abitato da donne coperte da abiti che celano il loro corpo. Questa modalità di rappresentazione, che trasmette quanto di quel mondo si ritiene necessario far conoscere, non coincide con le esperienze artistiche culturali di cui il mondo arabo è ricco. La stessa Nour Hifaoui è cofondatrice di Zeez, collettivo con sede a Beirut che produce fumetti indipendenti, e fa parte si Samandal Comics, un collettivo di disegnatori che dal 2008 crea una rivista scritta in tre lingue (arabo, inglese e francese). A riconoscere la qualità di questa scena è anche il Festival International de la Bande Dessinée di Angoulême – una delle più grandi e prestigiose manifestazioni dedicate al fumetto in Europa e nel mondo – che nel 2019 ha attribuito il premio come miglior fumetto alternativo a un’opera di Samandal, Experimentation.

Con la sua autofiction, Nour Hifaouisi distingue come autrice perché, con l’irriverenza dello sguardo femminista, prende posizione su alcuni tabù come il poliamore e la depilazione con chiarezza e leggerezza, senza arenarsi in falsi body positive e sex positive incapaci di mettere in discussione il modello dominante. Il valore di Titties non sta tanto nei temi affrontati, quanto nel modo in cui vengono affrontati: l’immediatezza e la schiettezza della narrazione attribuiscono al racconto un alto grado di autenticità.