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Gesellschaft | Avvenne domani

La prevalenza del criceto

E la ruota gira….

Gli esperti sospettano che,  in un ambulacro remoto del nostro sistema cerebrale, ci sia la cosiddetta memoria della specie che conserva tracce di un'epoca nella quale i primi mammiferi, piccoli roditori, circolavano fra le zampe dei dinosauri e, dal fondo delle loro tane, osservavano il cielo aspettando quel benedetto meteorite che avrebbe dovuto schiantare quei grossi e fastidiosi sauri, permettendo loro di diventare la specie dominante sul pianeta.

Deve esser lì che si annida la tentazione irresistibile di girare sulla ruota, come per l'appunto fanno i criceti, in effetti piccoli roditori, per passare il loro tempo. E come faranno bolzanini e turisti durante le feste natalizie, beandosi di poter ruotare a 55 metri d'altezza, sospesi su quel che resta del parco prospiciente la Stazione.

Altri motivi per giustificare questa strampalata affezione, francamente, non ne vedo. Ci dovrebbe essere, secondo i promotori,  la voluttà di osservare dall'alto i tetti di Bolzano, così come in effetti avviene per chi dalla Torre Eiffel contempla quelli di Parigi o, dal Prater di Vienna guarda verso Stephansdom e Grinzing, ma il capoluogo altoatesino, nel suo piccolo, offre da sempre una serie di spettacolari balconi che si affacciano proprio sulla città e in particolare sul suo centro storico. In attesa che si decida cosa fare del Virgolo restano le passeggiate del Guncina e di Sant'Osvaldo, pensate apposta per permettere di abbracciare con un solo colpo d'occhio la città e i suoi immediati dintorni, le vecchie case e i vigneti di Santa Maddalena o del Lagrein.

Ma adesso, e il bisogno sembrava proprio impellente, arriva la ruota. Dopo le defaillances del Natale passato e della primavera scorsa, stavolta l'inarrestabile pressione dei commercianti del centro storico ha avuto ragione di qualsiasi resistenza. L'attrazione da luna park verrà montata a fine novembre è resterà fino a fine gennaio.

Venghino signori, venghino! C'è posto per tutti.

Non vi è alcun dubbio, naturalmente, che, complice anche il criceto che c'è in noi, l'operazione dal punto di vista economico sarà sicuramente coronata dal successo. Immaginiamo già le lunghe code, nei fine settimana del mercatino, di intere famigliole ansiose di potersi elevare per la contemplazione del panorama e lo scatto di selfie , ma, ci si intenda bene, non è questo il punto.

Il sottile senso di malinconia deriva dal fatto che veramente ci sia chi pensa che un simile artifizio da baraccone sia veramente utile a soddisfare anche solo in parte l'inarrestabile bulimia di nuovi ospiti che evidentemente rende inquieto il popolo dei registratori di cassa.

Per chiarire il senso del discorso occorre, come sempre in queste svagate noterelle, tornare indietro nel tempo e in particolare alla metà degli anni 80 quando, a Bolzano, si cominciò a ventilare l'ipotesi di importare dal mondo di lingua tedesca e in generale dalla Mitteleuropa la tradizione natalizia dei mercatini di addobbi, dolciumi e merci varie che da tempo immemorabile si svolgevano in parecchie città. Parecchi erano gli italiani che, già all'epoca, si sobbarcavano lunghe trasferte per andare a visitare le bancarelle più famose, a Norimberga, a Vienna, Praga o a Salisburgo. Vi furono viaggi di studio e riunioni e, sul finire del decennio, il primo mercatino, proprio a Bolzano. Quel che poi avvenne lo sanno tutti. Un fenomeno studiato dagli economisti e considerato uno dei maggiori successi economici a livello mondiale. Nel giro di qualche anno i mercatini si sono moltiplicati in modo sfrenato. Dall'Alto Adige sono dilagati in tutta Italia e in vaste parti d'Europa che prima non li conoscevano. Dalle grandi città ai più remoti paesini diventa quasi impossibile, tra novembre e dicembre, non incappare nei piccoli o grandi villaggi di casette. In Alto Adige i mercatini hanno stravolto anche i ritmi del turismo anticipando di un mese  la stagione invernale. Un affare colossale di dimensioni ciclopiche che fa girare l'economia e blocca il traffico.

I mercatini, si diceva, sono ovunque e, anche al di fuori della terra natia, ve ne sono di ragguardevolmente graziosi o di notevoli per le dimensioni e la qualità della merce proposta. La novità di quest'anno arriva da Milano, dove, sui trentamila metri quadrati ricavati dal terreno di un ippodromo, verrà allestita una vera e propria città del Natale, con ingresso a pagamento ma con divertimento garantito, tra il villaggio degli elfi, l'ufficio postale di babbo Natale, spettacoli, piste di pattinaggio e quant'altro.

Un'attrazione colossale, al confronto della quale la rotellina dei criceti di Bolzano scompare decisamente. Eppure, c'è da esserne ragionevolmente certi, i nostri mercatini continueranno anche quest'anno ad attrarre un pubblico affezionato ed inesausto. Merito della ruota? No davvero. Merito di un'altra cosa, impalpabile, che non si presta ad essere soggetta al pagamento di un biglietto d'ingresso: si chiama atmosfera. Le casette di Bolzano e quelle a volte anche più graziose degli altri mercatini altoatesini continuano ad attrarre pubblico perché, attorno a loro, c'è un mondo che richiama, in qualche modo, quello originale e lontano nel tempo, di quando le bancarelle erano veramente l'annuncio del Natale che si avvicinava e la proposta di qualche semplice addobbo per rendere più colorata e calda la festa in arrivo.

Un'atmosfera difficile da definire, fatta di tante cose: dallo sfondo delle montagne innevate (ammesso che nevichi) all'architettura delle case, alle insegne di ferro che pendono all'ingresso di qualche bottega. Senza questo scenario le casette di Bolzano o di Merano poco avrebbero di diverso da quelle sparse ormai ovunque. Bisognerebbe cercare in ogni modo di coltivare questa memoria e di trasmetterla, in ogni maniera possibile, anche a chi arriva per rimanere solo poche ore. Invece arriva la ruota che col Natale altoatesino e con la sua impalpabile atmosfera ha a che vedere esattamente come i famosi cavoli con l'altrettanto famosa merenda. Eppure non è difficile pensare a delle alternative. Un esempio virtuoso è quello che arriva dalla vicina Bressanone che, da alcuni anni, propone, come contorno di lusso al suo Natale, un utilizzo sapiente e vivace delle più moderne tecniche multimediali, con i racconti per immagini e musica che hanno avuto come tema un episodio storico nella vita della città e cioè il passaggio di un corteo destinato a portare un elefante, dono dei sovrani spagnoli, ai parenti viennesi. Un'idea fortunata anche per il successo che ha riscosso tra il pubblico. Una favola raccontata con grazia e enorme capacità tecnica e le favole, si sa, a Natale vanno molto di moda.

A Bolzano invece arriva la ruota, che girerà implacabile per la gioia di tanti clienti/criceti col berrettino da babbo Natale in testa.