Umwelt | inquinamento

Ansia canyon urbani e idrocarburi

La qualità dell'aria migliora ma in periferia preoccupano il benzo(a)pirene prodotto dalle stufe e l'A22, nelle città le vie "chiuse". Progetti per 5 milioni di euro.
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Foto: D.Nunziata/ Othmar Seehauser

Negli ultimi anni, anche grazie alle restrizioni dovute alla pandemia, la qualità dell’aria è migliorata quasi ovunque in Alto Adige, ma le criticità non mancano. Nella seduta pre-natalizia la Giunta provinciale ha approvato “l’Accordo Provincia di Bolzano - Ministero dell’Ambiente per misure per il miglioramento della qualità dell'aria”. Che cosa prevede? Da Roma arriverà 1 milione all’anno per cinque anni per l’attuazione di tre progetti, due dei quali sono legati all’eccessiva diffusione nel territorio di stufe a legna e al loro uso scorretto da parte dei cittadini.  900.000 euro andranno infatti come contributo agli spazzacamini, mentre 3,8 milioni saranno impiegati da Palazzo Widmann per promuovere la sostituzione delle stufe a legna (i 300.000 euro che mancano per arrivare a 5 milioni sono per il proseguimento del progetto Brennerlec). “La qualità dell’aria – ha scritto qualche giorno fa su Facebook l’assessore all’ambiente Giuliano Vettorato - è importante per la nostra salute e per il nostro ambiente. Migliorarla è un mio impegno e per questo con Roma stipulo un accordo per l’abbattimento di biossido di azoto (NO2), Benzo(a)pirene, e polveri sottili (PM). Tre progetti finanziati grazie al nostro lavoro degli ultimi mesi. Trovo che le misure previste – dice Vettorato – siano molto lungimiranti”.

 

L'idrocarburo cancerogeno

Il punto più dolente riguarda l’idrocarburo il cui nome ricorda quello di un farmaco. In diversi piccoli centri in cui per ragioni legate alla morfologia del territorio vi è poco ricambio d’aria vi sono impressionanti concentrazioni di benzo(a)pirene, un inquinante molto pericoloso, per la cui dispersione nell’aria in frazioni minuscole la principale responsabilità è appunto da attribuire alle stufe a legna.

“Considerato che le concentrazioni di Benzo(a)pirene registrate negli ultimi anni in vari siti di misura rappresentativi del territorio della Provincia – si legge nella delibera” indicano un continuo superamento del valore obiettivo annuale e che le concentrazioni più elevate di tale inquinante cancerogeno si registrano nelle zone rurali dove è largamente diffusa la pratica del riscaldamento a biomassa in piccoli impianti termici e generatori di calore alimentati con legna da ardere in ciocchi”.

“ll problema della combustione domestica – spiega il direttore del laboratorio analisi aria e radioprotezione Luca Verdi - riguarda in particolare l’emissione di una serie di specifici prodotti della combustione ed in particolar modo gli idrocarburi policiclici aromatici. Gli IPA sono idrocarburi che si producono nel corso di combustioni incomplete di combustibili fossili, legname, grassi, tabacco e prodotti organici in generale, tra cui anche i rifiuti urbani. Vari IPA sono stati classificati come "probabili" o "possibili cancerogeni per l'uomo", il benzo(a)pirene è stato classificato proprio come "cancerogeno per l'uomo". L’inquinante viene misurato sul particolato PM10 (polveri sottili al di sotto dei 10 micron di diametro) a Laces e a Bolzano. I dati raccolti anche in altri siti indicano che il valore obiettivo di 1 nanogrammo/m³ viene rispettato solo aBolzano, e che i valori più alti vengono registrati nelle zone a maggiore vocazione rurale.

 

La tabella dell’ufficio aria e rumore fornisce un quadro abbastanza inquientante. “Perché Laces? Perché era il paese – spiega il direttore Luca Verdi – che aveva i dati peggiori per via della sua collocazione geografica che non favorisce il ricambio dell’aria. Ma l’uso delle stufe e il loro non corretto utilizzo è frequente in tutto il territorio e le concentrazioni di benzo(a)pirene vengono monitorate regolarmente”.

Biossido di azoto

Se la lotta per ridurre l’idrocarburo si fa con nuove stufe, quella al biossido di azoto è molto più complicata, soprattutto in quelle aree urbane contraddistinte da strade con palazzi di 4-5 piani su ambo i lati che creano un pericoloso effetto canyon in cui l’aria inquinata ristagna a lungo.

Osservando i dati forniti da Luca Verdi si nota che la concentrazione di biossido di azoto (NO2) in Alto Adige è rimasta sostanzialmente stazionaria fino al 2017, mentre mostra un calo negli ultimi anni. Questo vale soprattutto per le stazioni più esposte al traffico.

 

"Nella città di Bolzano - spiega Verdi - possiamo notare come a partire dal 2018 il valore limite non venga più superato presso la stazione in Via C. Augusta (BZ4) e presso la stazione di Piazza Adriano (BZ5). Il calo delle medie annuali di NO2 deriva principalmente da due fattori: condizioni meteorologiche favorevoli e ricambio del parco circolante. Al momento (dicembre 2022) i dati indicano una sostanziale conferma dei dati del 2021, con possibili superamenti presso zone circoscritte in corrispondenza di traffico molto intenso e di condizioni geometriche sfavorevoli (canyon).

 

Per ottenere un monitoraggio più distribuito rispetto a quello derivante dalle stazioni fisse della rete provinciale delle stazioni conduciamo campagne di misura utilizzando campionatori passivi in particolari zone del territorio. I campionatori passivi sono sistemi di misura in grado di prelevare campioni d’aria senza l’ausilio di alimentazione elettrica in quanto si basano sulla diffusione dell'aria al loro interno. Questo è il caso delle abitazioni poste a poca distanza dalle strade cittadine ad intensa edificazione (situazioni di canyon urbano).

I campionatori passivi sono stati posizionati nei luoghi critici. Questi i risultati che hanno dato negli ultimi anni. C'è molta attesa per vedere quale sarà il dato medio del 2022.

Particolato nel mirino

"Per quanto riguarda gli inquinanti più problematici - dice Verdi - prendiamo prima di tutto in esame l’inquinante che per molti anni ha maggiormente fatto parlare di sé, il PM10. Notiamo un netto trend al calo delle medie annuali negli ultimi 20 anni. Ciò è dovuto in parte ad una meteorologia favorevole ma molto anche al miglioramento del parco auto. Perché se i nuovi motori incidono meno sul miglioramento del biossido di azoto, la progressiva riduzione dei motori diesel ha portato ad un netto calo del particolato. Un andamento simile alle PM10 è stato registrato anche per le medie annuali del PM2,5. In tutto l’Alto Adige le medie annuali rispettano ampiamente i limiti previsti dalla normativa comunitaria, ma rimangono ancora superiori rispetto al valore guida consigliato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS-WHO) indicato con la linea rossa tratteggiata".

 

SI notano subito i valori folli registrati in via Claudia Augusta nel 2001. A quell'epoca i cittadini di Oltrisarco condussero una battaglia per la chiusura del parco scorie delle Acciaierie di Bolzano. Si vede nettamente come la chiusura portò ad un crollo delle concentrazioni di polveri sottili. "Notiamo - conclude Verdi - che una delle stazioni che registrano le concentrazioni più elevate è quella di Laces (LA1) in una zona (la Val Venosta) in cui  non sono presenti particolari attività produttive e dove il traffico è a livelli decisamente inferiori rispetto a quello presente nelle valli più antropizzate. Questi valori sono da attribuire all’uso diffuso di piccoli impianti di combustione a legna. Non si può escludere che in futuro possano ripresentarsi inverni con una meteorologia sfavorevole che potrebbe far risalire i valori del PM10 e del PM2,5".