Gesellschaft | Informatica

“Vogliamo essere leader globali”

Diego Calvanese racconta la sfida di Ontopic, il primo spin off dell’ateneo, che si occupa di integrazione dei dati: “La tecnologia semantica semplifica le ricerche”.
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Diego Calvanese im Hintergrund und Benjamin Cogrel im Vordergrund
Foto: unibz

salto.bz: Diego Calvanese, docente e vice preside alla ricerca della facoltà di Scienze e Tecnologie informatiche, Ontopic è il primo spin off dell’università di Bolzano. Il focus è l’integrazione dei dati: di che tipo di informazioni si tratta?

Diego Calvanese: Lavoriamo sui dati gestiti da pubbliche amministrazioni, oppure aziende. Non si tratta delle informazioni che solitamente si trovano sul web, ma quelle presenti negli archivi informatici. Possono essere dati sul personale, sui processi aziendali, sui prodotti che un’impresa gestisce. In altre parole, dati tabellari, organizzati in tabelle.

 

Una serie di informazioni che riguardano l’attività quotidiana di un’organizzazione complessa?

Sì. Facciamo l’esempio di un’azienda sanitaria, per rimanere nel settore pubblico: i dati in questione possono riguardare i pazienti, le visite, tutto ciò che serve per gestire l’attività del settore sanitario.

 

Siete appena partiti: com’è composto il team e lei che ruolo ha?

Io sono consulente scientifico, partecipo con il 20% del mio tempo alla società, visto che nel mio ruolo accademico - sono anche membro della commissione scientifica di ateneo - ho dei vincoli da rispettare. La squadra è composta da un ceo, Peter Hopfgartner, dal cto, responsabile tecnico, Benjamin Cogrel, e da Guohui Xiao. Nel team c’è anche Marco Montali, mio collega docente, che partecipa per il 10% del suo tempo.

 

Lo sviluppo di Ontopic non parte da zero, visto che riprende il lavoro di ricerca da lei coordinato da diversi anni nell’équipe In2Data. È così?

Sì, ciò che fa l’azienda si poggia sui tool sviluppati nell’ambito di diversi progetti di ricerca universitaria, avviati dieci anni fa, prima a livello teorico poi sempre più applicativo. Però OnTopic sviluppa tecnologie diverse da quelle del progetto di ricerca. Non continuiamo esattamente le stesse cose: implementiamo strumenti diversi per costruire soluzioni di integrazione dati.

 

 

In che modo Ontopic supera il progetto di ricerca accademica?

Ciò che aveva sviluppato la ricerca sono strumenti, per processare in modo efficiente interrogazioni, con differenti fonti di dati. Il fatto è che attualmente un’interrogazione richiede  molto lavoro manuale. La nostra società si occupa invece di automatizzare il processo, configurando e mantenendo poi in modo efficace i sistemi di integrazione.

 

Può fare un esempio concreto?

Sempre nel caso sanitario, al momento è necessario il contributo di qualcuno che conosce il dominio sanitario, le tipologie di interventi, di ricoveri che ci sono. Un esperto, medico o direttore sanitario, parla ad un altro esperto, questa volta informatico, che traduce la conoscenza nel sistema digitale. In OnTopic vogliamo sviluppare dei tool che permettono di connettersi in modo semplice alle sorgenti di dati, configurando un sistema di integrazione semplice e automatico.

 

L’obiettivo è fare modo che anche una persona non esperta possa utilizzare lo strumento di ricerca?

Sì, l’idea è permettere anche funzionari semplici o a qualunque medico di interrogare i sistemi che a loro servono.

 

Ontopic invoglia le amministrazioni pubbliche con un’offerta di maggiore efficienza?

C’è sicuramente una finalità di efficienza e semplicità nell’utilizzo delle soluzioni di cui ho parlato. E anche abbassamento dei costi. La nostra tecnologia permette di semplificare e abbassare i costi per il committente.

 

 

Ma a cosa servirebbero queste ricerche per un medico nella propria attività quotidiana, ad esempio in Alto Adige?

Attualmente, quello che succede è che nell’azienda sanitaria altoatesina non tutti i sistemi sono collegati tra loro. Se il medico ha un paziente che ha avuto interventi all’ospedale di Merano e altri all’ospedale di Bolzano, magari non ha un accesso diretto in uno dei due presidi. Con un collegamento integrato il professionista può, attraverso un’unica interrogazione, ottenere tutte le informazioni rilevanti, anche se provenienti da sistemi diversi. Anche dati amministrativi del paziente o sulla storia medica passata. Quindi è in grado di sfruttare le informazioni per migliorare il proprio lavoro o prestazione all’utente.

 

Il suo è un accenno al processo in corso di integrazione sanitaria in Alto Adige, legata alla riforma di settore. Corretto?

Infatti, so che nel contesto della sanità provinciale hanno questo tipo di problematiche.

 

Avete già contatti con l’Azienda sanitaria?

Ancora non abbiamo avviato contatti come impresa, però ci interesserebbe ovviamente per lo meno consultarci. Per vedere se quello che offriamo è d’interesse.

 

Il lavoro dello spin off si basa sulla tecnologia semantica delle Virtual knowledge graphs (Vkg). Di cosa si tratta?

È un meccanismo che serve per presentare i dati in modo flessibile. Noi forniamo le soluzioni per interrogare i Virtual knowledge graphs a partire da sorgenti di dati tabellari. È un formato flessibile, un modo di vedere le informazioni come dei nodi che sono entità, in connessione tra loro. Rappresentano i legami tra le informazioni. Tornando ancora al caso sanitario, il paziente può essere un nodo, il medico un altro e se il medico ha visitato il paziente la relazione di visita può avere delle proprietà, essere avvenuta in un certo luogo o momento.

 

Farete nuove assunzioni?

Sì, stiamo cercando nuovi collabortori, sviluppatori in particolare. Stiamo cercando una persona e possibilmente di più.

 

Qual è la sfida futura per OnTopic?

Noi come potenzialità vogliamo diventare l’azienda di riferimento per l’integrazione dati, utilizzando la tecnologia Vkg. E quanto dico riferimento intendo a livello mondiale. La strada non è semplice, però questa è una nostra visione. Ci sono dei passi da compiere per arrivarci. La prima è sviluppare prodotti innovativi e tecnologicamente molto avanzati, sui quali stiamo lavorando adesso. Il mercato non è limitato a un contesto geografico, ma globale.

 

Dall’Alto Adige un punto di riferimento senza confini?

È così. Partiamo già da un buon livello. Come gruppo di ricerca abbiamo collaborazioni internazionali: a livello universitario scientifico siamo uno dei gruppi più noti per lo sviluppo delle tecnologie. Ma da qui a diventare importanti anche a livello commerciale ce ne passa. È il passo da compiere, non è assolutamente scontato ma è il nostro obiettivo.