elezioni, urne, voto, schede elettorali
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Politik | Wahlen/Elezioni 23

Gli italiani si interroghino

L'astensionismo nel gruppo italiano deve far riflettere le forze politiche. Il problema è che forse c'era perfino troppa scelta per gli elettori?
  • Il voto di domenica ci consegna un consiglio provinciale completamente diverso dal passato anche recente.

    La SVP ridimensionata e cambiata nella propria composizione interna, la destra tedesca mai tanto forte, liste antisistema afferenti al mondo di lingua tedesca entrate per la prima volta nelle istituzioni, il TK, pur se ridimensionato, il secondo partito più votato percentualmente, il movimento verde più forte di consensi ma non abbastanza da eleggere il quarto e - nota dolente-  monoetnico, la Lega praticamente dissolta, FdI primo partito italiano ma con un risultato decisamente inferiore alle aspettative, il PD con la stessa percentuale e lo stesso eletto della scorsa legislatura e sorprendentemente un eletto de Le Civiche italiane. Poche donne, troppo poche. 

    Ora tutti si strappano le vesti come se non fosse stato nell’aria che ci sarebbe stata una svolta, che qualcuno definisce epocale, ovvero il calo della  SVP con conseguente difficoltà a formare la giunta. Per la prima volta nella storia di questa terra la SVP dovrà coalizzarsi non solo con un qualche partito italiano ma dovrà trovare l’accordo con liste, partiti, movimenti di lingua tedesca e sarà tanto più difficile anche perché la rappresentanza italiana è ai minimi storici e frammentata. 

    Le percentuali di affluenza al voto ci disegnano un territorio diverso tra centri urbani e periferia e ci dice che il mondo di lingua tedesca e ladina è andato a votare. La flessione riguarda i centri urbani e colpisce in prevalenza l’elettorato italiano. 

    Ora chi fa politica dovrebbe domandarsi il perché e cercare di darsi una risposta.

    Cosa spinge un elettore a recarsi al voto o a disertare le urne? Cosa si aspetta un elettore dalla politica? Come pensa che il proprio voto possa incidere sull’agenda politica e di riflesso sulla propria vita?

    Nel mondo di lingua tedesca e ladina l’elettore continua a ritenere che il proprio voto possa condizionare la politica. Chi ha confermato la propria fiducia alla SVP lo ritiene un partito di sistema in grado di garantire una buona qualità della vita, chi ha scelto la destra ha trovato nei suoi slogan semplicisti e brutali una risposta alle paure ed alle domande complesse della società che cambia, chi ha votato verde ha recepito il messaggio ecologista e gli ha dato mandato di perseguirlo con determinazione, chi ha scelto il TK lo ha apprezzato nel lavoro di opposizione alla Stella Alpina e gli ha consegnato il compito di perseverare, chi ha votato antisistema pensa che sia un grimaldello in grado di scardinare il sistema di potere o perlomeno di cominciare a scardinarlo.

    Ma nel mondo italiano perché l’elettore ha preferito stare a casa? L’offerta politica c’era: anche troppa verrebbe da dire.

    E allora? Magari qualcuno vorrà rispondermi   

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△rtim post Mi., 25.10.2023 - 11:24

Ein bisschen viel identitäre Engführungen (Geschlechter- und Volksgruppenzugehörigkeit) bei einer Wahlanalyse.
Was ist bloß aus dem sozialistischen Arbeiter-innen-Bewusstsein geworden?
Was die Autorin bei diesen Zuschreibungen vergisst: Bei den letzten Landtagswahlen 2018 war es hingegen die dt. Volksgruppe, die weniger wählen gegangen ist. Und. Sie hat es überlebt.

Mi., 25.10.2023 - 11:24 Permalink
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Simonetta Lucchi Mi., 25.10.2023 - 17:41

Penso che sia sufficiente sentire la risposta data dalle persone intervistate dopo il voto: "disgusto", e si può comprendere. Disgusto per chi non li ha mai rappresentati pur professandosi "partito interetnico", disgusto per chi "congela" speranze di scuole bilingui per poter governare, disgusto per rappresentanti da Roma in visita che nulla sanno né si interessano di questo territorio, disgusto per le battute e i rap e i manifesti razzisti che abbondano, disgusto per la mancanza di cultura e l'arroganza esibita in cui vivono quotidianamente. Una comunità fragile priva di identità e di storia che nessuno insegna e di cui si è persa quasi la memoria. Ho sempre spinto a votare e io stessa ho deciso per la prima volta in vita mia di candidarmi per queste elezioni: peccato che si sia persa ogni fiducia e volontà. Magari il non voto è l'unica vera protesta.

Mi., 25.10.2023 - 17:41 Permalink
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Luca Bassi Mi., 25.10.2023 - 18:08

Antwort auf von Simonetta Lucchi

Il non voto NON è mai una protesta e soprattutto una vera protesta.
Il non voto è una sconfitta, una forma di astruso autolesionismo.
Il non voto è la scelta peggiore per non avere un riferimento politico soprattutto in un territorio come il nostro dove (inutile girarci intorno) la convivenza esiste tra la gente, ma politicamente è solo una legge, una frase scritta in qualche normativa.

L'elettore tedesco, deluso anch'esso, ha dato un segnale forte e ha votato altro, mandando un segnale preciso, ma nel contempo salvaguardandosi la "forza" di essere rappresentato politicamente in quella legge scritta in qualche normativa. Magari qualcuno lo ha fatto "tappandosi il naso" pur di non votare SVP, ma almeno ha avuto il coraggio di farlo.

L'elettore italiano, comodamente seduto sul divano con il telefono in mano, si è limitato a ciarlare sui Social non rendendosi conto che non avrebbe avuto nessuno a rappresentarlo, perchè diciamocelo schiettamente, è più facile non scegliere per poi dare sempre la colpa ad altri nel tipico atteggiamento italico, che prendersi la responsabilità di fare una scelta, forzata per certi versi, ma pur sempre una scelta.

C'è un articolo qui su Salto appena pubblicato, che parla della NON rappresentanza italiana ad un convegno scientifico/letterario. Ma ce lo meritiamo, perchè non c'è nessuno che politicamente può alzare la voce o battere i pugni, ed è proprio uno dei tanti frutti che ci regalerà il "furbo" astensionismo.

Mi spiace, ma il non voto è tutt'altro che protesta.

Mi., 25.10.2023 - 18:08 Permalink
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Simonetta Lucchi Mi., 25.10.2023 - 19:04

Antwort auf von Luca Bassi

Sono d'accordo in generale Sig. Bassi e questo è quanto ho sempre pensato fino a pochi giorni fa. Tuttavia adesso ci riferiamo a questa provincia e alla sua storia e sarebbe veramente il caso di smetterla di fingersi tolleranti e europeisti negando la sofferenza - perché questa è - del gruppo italiano e invece finalmente dire che bisogna finirla con prepotenze e intolleranze qualunque lingua parlino. Dopodiché anche "gli italiani" forse avranno fiducia nei loro rappresentanti. Poi, sulle mancanze nazionali, si può parlare.

Mi., 25.10.2023 - 19:04 Permalink
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Simonetta Lucchi Mi., 25.10.2023 - 20:57

È ovvio che non ho mai detto che non serve votare. Ho detto "magari"e che se persone che vengono intervistate si dicono "disgustate" bisogna capire bene cosa significa questo verbo.

Mi., 25.10.2023 - 20:57 Permalink
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Luca Bassi Do., 26.10.2023 - 08:32

Antwort auf von Simonetta Lucchi

Durante un'intervista si può dire ciò che si pensa e sottolineo giustamente, dato che viviamo in democrazia.
Ma prendo spunto nuovamente da un suo intervento (non è nulla di personale sia chiaro), per affermare che grazie a questo regime democratico che fortunatamente ci distingue da realtà e Stati, diciamo, "meno fortunati", queste ultime elezioni sono state l'esempio lampante di come la giustificazione dell'elettore italiano che si limita a definirsi "disgustato" e quindi non recarsi alle urne è palesemente assurda.

Senza scatenare polemiche al riguardo, in quanto non è ne sede ne tanto meno non è certo mia intenzione, il motivo cardine per il quale andare a votare è lo strumento unico anche per protestare, è la presenza di ben 3 consiglieri di dichiarate idee no-vax.
Ripeto, nessuna polemica sull'argomento, ma questi elettori (giustamente o meno non sono io in grado di giudicare) sono rappresentati in Consiglio Provinciale, perchè SONO andati A VOTARE anzichè dichiararsi "disgustati" seduti sul loro comodo divano di casa.
Questo, come scrivevo, è l'esempio più lampante dell'utilità del voto, ovvero avere una "voce" tra i banchi di chi ci governa, una "voce" che possa riportare in quella Sala pensieri, ideologie, problemi e soluzioni attraverso una democratica discussione che sia condivisibile o meno dalle altre "voci".

Bene ... l'elettorato italiano questa "voce" se l'è giocata per una dolosa inerzia, perchè potra pure essere convinto di avere protestato, ma per i prossimi 5 anni l'unica cosa che potrà e soprattutto dovrà fare, è semplicemente stare zitto ed accettare ciò che quella Sala, quel coro di "voci", deciderà... punto

Do., 26.10.2023 - 08:32 Permalink
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Martin Piger Mi., 25.10.2023 - 23:48

Potrei parlare di diverse cose ma preferisco ricordare che la scuola bilingue era uno dei cavalli di battaglia dei "fascisti" democristiani del secondo dopoguerra per assimilare i Sudtirolesi pacificamente, senza dare troppo nell'occhio. La scuola bilingue in un contesto come il nostro è tutt'altro che un mezzo pacifico di convivenza. I mezzi per imparare la lingua dell'altro ci sono già, basta usarli.
Uno di questi mezzi per esempio è il rispetto dell'altro ed una sana curiosità verso di esso.

Mi., 25.10.2023 - 23:48 Permalink
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Simonetta Lucchi Do., 26.10.2023 - 07:03

Sig. Piger, Giacomo Casanova in passaggio da queste parti dopo essere evaso dal carcere dei Piombi a Venezia aveva scritto di "luoghi senz'anima". Ormai mi pare il contagio riguardi tutti. In merito alla scuola bilingue, cavallo anche di altri congelato e scongelato ripetutamente, è ormai stremato. E molto invecchiato.

Do., 26.10.2023 - 07:03 Permalink
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Martin Piger Do., 26.10.2023 - 19:47

Antwort auf von Simonetta Lucchi

Beh, se l'ha detto il sig. Casanova allora deve essere vero per forza!
Siamo già abituati che gente di fuori ci insegni chi e come siamo, che molto spesso mette più in luce chi è questa gente. che non chi siamo noi.
Però non vedo la pertinenza col tema della scuola bilingue, tema che io avevo toccato, perchè lei ripetutamente la mette in gioco come soluzione nelle scuole del nostro territorio. Alla mia osservazione che una scuola bilingue nel nostro contesto si presta di più all'assimilazione di una minoranza e non ad una pacifica convivenza non ha risposto.

Do., 26.10.2023 - 19:47 Permalink
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Hans Punter Do., 26.10.2023 - 10:04

Sara`anche vero che gli italiani sono andati a votare in percentuale minore rispetto al gruppo tedesco. Tuttavia, guardando l'esito del voto, va pure detto che tutti i voti italiani andati a Verdi, TeamK e Vita sono, etnicamente considerato, andati nel vouto. Eppure ritengo che siano maturi i tempi per organizzarsi in partiti interetnici.

Do., 26.10.2023 - 10:04 Permalink