Umwelt | Sostenibilità

CasaClima e la bioarchitettura

Costruire rispettando l'ambiente, con la massima attenzione per la salute umana e per il sistema di relazioni architettoniche che legano gli edifici in un particolare contesto. Ecco la bioarchitettura.
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Foto: MEB

Sulle pagine di salto il tema è stato molto dibattuto, anche con lunghi interventi, tutti molto qualificati. In Alto Adige si vive davvero un “Klimahaus-Fanatismus” che non consente la distanza critica necessaria per valutarne di difetti? Ne abbiamo parlato con l'architetto Bruno Stefani, consulente CasaClima e redattore della rivista Bioarchitettura, che la sua personale posizione l'esplicita fin da subito: “Per quello che mi riguarda, io sono molto favorevole ai concetti portati avanti dall'Agenzia CasaClima in questo decennio o poco più di attività”.
Partiamo dai difetti. Quali ne ravvisa?
Bruno Stefani: Il principale direi che è la mancanza di relazioni con il contesto urbano circostante, un difetto che ricorre abbastanza spesso. Mi spiego. Ad esempio, se l'edificio in costruzione ha una facciata rivolta a nord in una splendida piazza è meglio tenere i bagni su questo lato, come consiglia la direttiva energetica, oppure è meglio aprire un grande affaccia di un soggiorno per godere della bella vista? Dipende dalla sensibilità dell'architetto, è una sfida per lui, da affrontare senza fondamentalismi. Oggi l'evoluzione tecnica e dei materiali consente di fare qualsiasi cosa in architettura, mentre nel passato c'erano limiti precisi dettati da quello che la natura offre. Oggi questi limiti devono essere cercati altrove, nei Piani urbanistici comunali, nelle sovrintendenze per le Belle arti, ma – appunto – anche nella stessa sensibilità degli architetti.

E la spinosa questione dell'umidità con le conseguenti muffe che affliggerebbe molte case passive?
Sì, può accadere. È un problema che riguarda soprattutto i risanamenti, specialmente quando il piano terra non è isolato adeguatamente. Ma se nell'edificio è presente un sistema di ricircolo dell'aria l'inconveniente si risolve.
Cosa si intende per bioarchitettura?
In estrema sintesi il termine racchiude due concetti: ecosostenibilità e quindi edifici che danneggino il meno possibile l'ambiente in termini di energia utilizzata per riscaldarli (o raffreddarli d'estate) e biocompatibilità, ossia che i materiali utilizzati per la realizzazione dell'edificio non vadano a danneggiare in alcun modo la salute umana. Non sempre questi due principi si ritrovano contemporaneamente. Un esempio è l'amianto, un materiale naturale, ottimamente isolante ma che si è scoperto essere cancerogeno per l'uomo. A questi due concetti deve essere aggiunta la considerazione del sistema di relazioni che legano ambiente, uomo e casa attraverso l'attenzione al contesto e al genius loci locale.

Da un punto di vista della bioarchitettura come si pone CasaClima?
Spesso vengono utilizzati materiali di derivazione sintetica, come ad esempio il polistirolo e il polisterene, decisamente sconsigliati dalla bioarchitettura. Le alternative ci sono: il legno o la fibra di legno sono materiali naturali isolanti che non costituiscono ponte termico, il cui utilizzo ha inoltre influito positivamente sull'economia locale con la creazione di molte nuove aziende che operano nel settore. Ma anche su questo punto CasaClima si è mossa, prevedendo certificazioni ad hoc per i materiali naturali utilizzati.

Quali i pregi di questi dieci anni o poco più dal via delle certificazioni?
Se oggi in Alto Adige costruire nuovi edifici prevedendo un cappotto termico è la normalità, questo è anche il frutto di anni di sensibilizzazione sul tema portato avanti dall'Agenzia CasaClima. Basta scendere più a sud per capire quanto diversa sia la situazione. C'è stato insomma un salto culturale, gli stessi privati si muovono spontaneamente in questa direzione, al di là della legislazione favorevole.

E da un punto di vista economico?
Si è creato un volano positivo per l'economia locale. Dell'utilizzo del legno nell'edilizia abbiamo già parlato e in generale si sono create grandi professionalità in materia, sviluppate in sinergia tra gli attori coinvolti. Un esempio sono i corsi specifici organizzati dall'Apa, dai serramentisti fino agli impiantisti per il riscaldamento e che garantiscono ottima qualità nei lavori svolti.

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no name Di., 28.05.2013 - 09:28

Esperti confermano che le nuove disposizioni sulla Casaclima superano il limite di tolleranza del cittadino per quanto riguarda risanamento/costruzione. L'iniziativa, anche se per certi aspetti positivi, in Alto Adige ha uno sviluppo eccessivamente penalizzante a spese di chi non fa parte della truppa dei facoltosi. E cito solo un esempio kafkaesko: fino a poco tempo fa, per i trasferimenti immobiliari (anche solo parti di casa tra congiunti!) bastava una dichiarazione personale attestante l' anno di costruzione del fabbricato, se vecchio. Ora é necessario l' intervento della clima Haus Agentur (servizio ovviamente oneroso)...e lo dico all' italianissima, ossia alla Totó "...e io pago!"

Di., 28.05.2013 - 09:28 Permalink