Politik | Festival Economia

“Occupiamo contro il vostro futuro”

La protesta studentesca all’Università di Trento durante il Festival dell’Economia: occupata la facoltà di Sociologia contro la passerella dei ministri del Governo Meloni
sociologia occupata
Foto: Salto.bz

Una Trento militarizzata come non si vedeva da molto tempo. Transenne che regolano i passaggi nelle strade, Forze dell’ordine che presidiano gli angoli della città. Nella città vescovile si sta svolgendo in questi giorni il Festival dell’Economia. Dal 24 al 28 maggio, si alterneranno sul palco le più importanti cariche politiche italiane ed europee, ma anche rappresentanti di multinazionali e lobbies economiche. Alle 12 di oggi era prevista anche la presenza della premier Giorgia Meloni, disdetta all’ultimo momento e che si limiterà a un solo collegamento da remoto. 

Una passerella che però non piace a tutti. Sono diversi gli appuntamenti che sono stati lanciati in contrapposizione alla kermesse dello scoiattolo. Dalle marce contro il TAV a quelle contro la guerra, ma anche assemblee nelle università per confrontarsi e decidere sul da farsi. Questa mattina, alle prime luci dell’alba, decine di studenti hanno occupato la facoltà di Sociologia di Via Verdi, a pochi passi dal Duomo. 
Sospese le lezioni e le conferenze previste, sostituite con assemblee e workshop organizzati e autogestiti dall'Assemblea studentesca contro il Festival dell'economia. All'iniziativa hanno aderito anche dei professori dell'Ateneo.

“L’università è nostra”, recita lo striscione all’ingresso principale, circondato da due lunghi drappi con scritto a caratteri cubitali: “Sociologia occupata”. Una risposta al ruolo centrale dell’Università all’interno del Festival. L’Assemblea, intenzionata a proseguire ad oltranza, ha diffuso un volantino per spiegare le ragioni della protesta.

Università di Trento – Dipartimento di Sociologia, 26 Maggio 2023  

In risposta all’occupazione della nostra città da parte del Festival dell’Economia, come studentx abbiamo sentito la necessità di riappropriarci pacificamente degli spazi che attraversiamo nel quotidiano. Desideriamo rendere Sociologia – e l’Università – uno spazio aperto a tutta la cittadinanza in cui dibattere e discutere su come creare un futuro alternativo, dal basso, collettivo. 
In un Festival che si fa portavoce di discutibili narrazioni politiche, teoriche e scientifiche capitaliste, in un momento storico di profonda crisi, abbiamo deciso di prendere una posizione politica netta contro il Festival dell’Economia e il modello di società che rappresenta. 
Poniamo una critica concettuale a un Festival che viaggia su categorie “scientifiche” veicolate da una retorica politica neoliberale, reazionaria e guerrafondaia. La presenza di ministri di questo governo (19) e amministratori delegati è indice di un preciso indirizzo politico. Multinazionali come Enel, Renault e partner come Intesa San Paolo, Ferrovie dello Stato, Confindustria e il Sole24Ore giostrano un Festival che di scientifico ha poco ma di interessi economici privati ne ha tanti. 
Lo slogan “Il Futuro del Futuro” è un chiaro tentativo di distrarre il focus dell’attenzione: le persone presenti al Festival non sono assolutamente disposte a guardare il futuro, ma sono qui a imporci una visione pregna di una retorica politica anacronistica che ha ampiamente mostrato i suoi drammatici fallimenti. Occupiamo per riappropriarci del nostro tempo, della nostra vita, del nostro futuro, della nostra Università. La giustizia e l’Italia che vorrebbe chi in questo festival presenzia è una chiara volontà di sovradeterminare le nostre vite e le nostre esperienze. 
Occupiamo contro un Festival che proclama di parlare di futuro ma che ignora temi come i provvedimenti omicidi del governo Meloni contro l’immigrazione. Occupiamo per denunciare la passività dei governi di fronte al collasso eco-climatico e la complicità criminale delle amministrazioni nel perseguire grandi opere disastrose come il TAV. 
Occupiamo perché qui si svolge un Festival che nulla ha a che fare con l’Università e con chi la abita, perché la lotta parte anche da qua. Oggi Sociologia è rappresentazione di uno spazio universitario vissuto dal basso e autogestito da studentx, contro l’imposizione di un Festival e di decisioni calate dall’alto. 
Occupiamo contro l’ideologia capitalista che, in questi giorni più che mai, viene venduta come scienza oggettiva e inconfutabile. Occupiamo contro il mito dell’apoliticità e della neutralità del sapere. 
Occupiamo contro l’Università-azienda che segue un modello privatizzato. Occupiamo contro l’Università che incentiva la competizione, la performance e il merito come perpetuazione del privilegio di classe. Occupiamo contro l’Università di Trento che si configura sempre più come Università di nicchia. Occupiamo contro il carovita e la speculazione sugli affitti, di cui siamo vittime ignorate. 
Occupiamo contro un’Università che finanzia una ricerca coloniale, guerrafondaia, ecocida ed eurocentrica. Occupiamo per riappropriarci di un sapere critico da cui l’Università è sempre più spogliata, e che lascia il posto a una ricerca scientifica che beneficia aziende e fini privati. La ricerca è libera se svincolata da logiche aziendali e non finalizzate al profitto. Allo stesso modo, la libertà di ricerca non può essere basata su precarietà e sfruttamento, ma è tale solo se si sostanzia di contratti e diritti che, ad ora, sono negati. 
Per questo oggi occupiamo e costruiamo uno spazio autogestito, collettivo e di dialogo partecipato. Occupiamo per creare un bacino di sapere antiautoritario e critico rispetto alla narrazione dominante.
Occupiamo per un’istruzione orizzontale e un’Università anticoloniale, anticapitalista, critica, transfemminista. Occupiamo per il disarmo immediato, contro tutti i governi oppressori e dalla parte dei popoli che resistono. Occupiamo per dare voce a chi oggi non può esprimere il proprio dissenso verso questo sistema. 
Occupiamo per costruire insieme una società libera e aperta in ribellione a un modello che il Festival vuole imporre: la società è un’altra e oggi occupa. 

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Gianguido Piani Fr., 26.05.2023 - 12:27

Ci sarebbe un'opportunita' molto semplice per gli studenti occupanti - chiedere di porre domande ai relatori. Dal vivo, con richiesta di risposta immediata. Quello che faceva Beppe Grillo vent'anni fa, comprando un'azione e andando alle assemblee dei soci di SpA dove tutti hanno diritto di parola.
Riguardo Enel e Ferrovie dello Stato avrei anch'io alcune domande non banali, non ovvie, volendo anche tecniche, alle quali e' impossibile rispondere se non partendo dall'assunto "noi facciamo i soldi, voi state zitti".
Un'occupazione di edificio condotta su basi ideologiche e' destinata a essere perdente. Occorrerebbe invece cogliere l'opportunita' di avere amministratori delegati in citta' e con le domande giuste metterli in imbarazzo.
Il rifiuto ad accettare domande dal pubblico e in particolare da un pubblico qualificato a farle sarebbe di per se' una (s)qualifica per i relatori.

Fr., 26.05.2023 - 12:27 Permalink